Juventus vs. Celtic – Ritorno ottavi di finale Champions League 2012/2013 – 06/03/12

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Mercoledì ho avuto il piacere e la possibilità di fare un viaggetto a Torino.

Sono infatti stato ospite di UniCredit in occasione del match di ritorno che ha visto la Juventus opposta al Celtic alla ricerca di un ormai già più che scontato passaggio del turno.Juventus Stadium

Certo, arrivare due giorni dopo a raccontare una partita può sembrare insensato. Ma essendo questo blog un punto di incontro e di racconto, e non un vero e proprio strumento informativo, dirò comunque la mia sul match. Anzi, sulla serata.

Perché era la mia prima volta allo Juventus Stadium, e debbo dire di essere rimasto molto favorevolmente impressionato tanto dalla struttura in sé quanto dall’ambiente.

Davvero, in un paese imbolsito come l’Italia, una sorta di avanguardia che mi auguro in molti possano seguire presto.

Non che di stadi carini in Italia non ce ne siano. Se penso a Genova o Milano, ad esempio, mi vengono in mente due impianti storici e tutt’altro che disprezzabili.

Fuori dai tempi, però.

Splendido, oltre alla struttura in sé, anche l’ambiente che si è creato, almeno mercoledì sera.

Dalla coreografia, con migliaia di bandierine che hanno dipinto a strisce bianconere gli spalti – con una sezione dedicata al tricolore -, fino al pubblico. Caldo, vicino alla squadra.
Per non parlare dei tifosi scozzesi, che hanno fatto tutto il match a cantare e saltare, in molti casi a petto nudo nonostante la temperatura piuttosto rigida ed il tempo certo non accattivante.

Venendo alla partita, non c’è stata molta storia. Ma questo era più che preventivabile, a maggior ragione posto che il discorso qualificazione si era già chiuso con il 3 a 0 maturato a Glasgow.

Conte così dà discreto spazio al turn over schierando Marrone davanti al solito Buffon sostenuto da Bonucci e Barzagli ai suoi lati.

A centrocampo dentro Padoin, Pogba e Peluso ad affiancare Vidal e Pirlo. In avanti il duo Matri-Quagliarella.

Da parte sua invece Lennon, che probabilmente aveva già il cuore in pace ancor prima di prendere l’aereo per Torino, mette in campo un 4-3-3 piuttosto pretenzioso, con il quale però più che cercare l’impresa vuole assicurare almeno una gioia ai tanti tifosi che hanno seguito la squadra fino in Italia.

Come sia andata la partita l’avrete visto o letto tutti, ormai. Un 2 a 0 senza appello che chiude definitivamente ogni conto, con Matri e Quagliarella a timbrare il cartellino ed una squadra tutta che si impone contro un avversario indubbiamente inferiore con il classico approccio “massimo risultato col minimo sforzo”.

Qualche considerazione sparsa sulla partita, allora.

Partiamo da Buffon. che deve fare poco, ma quando è chiamato in causa con una parata tutt’altro che facile (tiro da fuori deviato, lui preso in controtempo che si sdraia alla sua sinistra ed alza la palla sopra la traversa) risponde alla grande, mantenendo un’imbattibilità europea sempre più importante. E soprattutto segnando ancora una volta, ce ne fosse il bisogno, la differenza tra un portiere ed un grande portiere: quella di sapersi far trovare pronto anche in quell’unica occasione nel corso di novanta minuti in cui vieni chiamato in causa.

Capitolo difesa.
Marrone si piazza lì in mezzo e gioca discretamente. Guidato mano nella mano da un Bonucci cresciuto moltissimo soprattutto da un punto di vista caratteriale dal suo arrivo a Torino.
Bonucci stesso che, a sua volta, gioca più che discretamente. Per quanto il migliore in campo, almeno là dietro, sia ancora una volta Barzagli.

Giocatore per il quale io non ho mai straveduto nemmeno quando, nel 2006, si laureò campione del mondo in Germania.
Ma che oggi, e ormai da un paio d’anni, è una vera e propria sicurezza. Non avrà le qualità ed il talento dei tanti fenomeni difensivi che gli appassionati hanno potuto ammirare fino a qualche anno fa (oggi c’è in giro pochino, in questo senso), ma ha raggiunto una solidità globale davvero notevole.

A centrocampo c’è il solito Pirlo ad orchestrare gioco. Meno smagliante di altre volte, ha comunque sempr quel destro chirurgico capace di spaccare le difese con un tocco. Come in occasione del 2 a 0, quando è proprio una sua invenzione a pescare Vidal in posizione favorevolissima, per il successivo assist a Quagliarella.

Vidal che dal canto suo è ormai un idolo dello Stadium ed una sicurezza. Ma che in certi casi pecca un po’, forse per la troppa voglia di fare, finendo con l’eccedere ed il bucare qualche intervento di troppo. Interventi che, va detto, un giocatore “normale” nemmeno proverebbe. E che, in realtà, gli escono quasi sempre. Non è un caso se proprio lui, già prima di quest’ultimo turno, era il giocatore con il maggior numero di tackle riusciti in questa Champions League…

I due esterni fanno il loro, senza infamia né lode. Pogba, invece, ha già stregato tutti. Ed ogni volta che ha palla diciamo entri gli ultimi venticinque metri di campo è spinto da tutto lo stadio a calciare, anche qualora non abbia nemmeno lo spazio per farlo.
Fortuna sua, in questo senso, che è già abbastanza maturo da non farsi trascinare troppo. Altrimenti il suo numero di palle perse aumenterebbe in maniera esponenziale.

In ultimo i due là davanti. Giocatori certo non di primissimo piano, ma che quest’anno stanno trovando una buona continuità, almeno in Europa.
Però certo, la gara di mercoledì non è molto indicativa in questo senso. Giocavano contro una squadra i cui valori tecnici sono veramente bassi…

E allora due parole anche riguardo a questo Celtic. Che ha poco da dire.
Perché la squadra è davvero piuttosto scarsa. E come se non bastasse non c’è nemmeno una chiarissima idea di gioco.

Ambrose, che regalò due delle tre reti all’andata, è tenuto in panchina, almeno ad inizio match. Non che questo serva ad alzare una muraglia invalicabile là dietro, però.

Tra tutti, a discapito di quanto ho letto ieri abbia detto la Gazzetta, sono rimasto piacevolmente impressionato da un giocatore sopra gli altri: Charlie Mulgrew.

Il ragazzo, costruito in casa, è tornato in biancoverde nel 2010, diventando uno dei punti fissi della squadra.

Mercoledì è stato schierato da perno centrale del centrocampo (schierato a 3, come detto in precedenza), nonostante sia nato centrale difensivo.
Certo, il paragone diretto, posto che si è messo in qualche modo in cabina di regia, sarebbe impietoso, perché di Pirlo non ha nulla.

La sapienza tattica, la tranquillità e la ricerca di porsi a “metronomo” della squadra, però, lo hanno fatto emergere rispetto alla “massa informe” rappresentata dai suoi compagni di squadra, laddove solo in un altro paio – a parer mio – si sono in qualche modo salvati.Charlie Mulgrew

Certo non si può sperare che un giocatore dalla visione e dai piedi comunque limitati potesse creare chissà quale occasione. Ma un po’ di ordine tattico, quello sì, ha provato a darlo.

Davvero una gran bella serata, insomma. Perché la Champions è sempre la Champions, e visitare lo Stadium è stato un vero piacere. Il tutto nonostante il grande freddo che mi sono dovuto sorbire (e davvero, non so come abbiano fatto gli scozzesi a resistere tutto quel tempo a petto nudo… l’alcol da solo non è una spiegazione valida…)!

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