L’Opinione – Addio, Samuel…

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Ormai ci siamo. Mancano solo le visite mediche, dopodiché Samuel Eto’o lascerà Milano per trasferirsi in Russia dove l’FC Anzhi Makhachkala lo aspetta a braccia aperte, per fare di lui il giocatore più pagato al mondo.

Questo trasferimento, sicuramente tra i più importanti dell’attuale sessione di mercato, porta a fare diverse riflessioni, che vanno anche al di là della mera cessione di un giocatore.

Facciamole, allora.

1 – Il peccato originale: la scelta dell’allenatore.

Partiamo dal presupposto che non ci è possibile sapere cosa passi davvero per la testa di Eto’o. E che magari il fenomeno camerunense di fronte ad un’offerta del genere avrebbe lasciato Milano anche con Mourinho sulla panca della sua squadra.

A mio avviso, però, non sono solo i 20 milioni l’anno che Kerimov ha promesso a Samuel ad aver spinto l’ex Barça in Biancoverde.

Una delle motivazioni principali credo infatti sia la scelta dell’allenatore compiuta quest’estate da Moratti e il suo entourage.

Del resto Eto’o era stato chiaro già lo scorso anno: “Non voglio più fare l’attaccante esterno”. Più o meno così suonava il monito del campione africano, che dopo aver vinto una Champions sacrificandosi in una posizione a lui poco consona aveva detto chiaramente di pretendere di giocare più vicino alla porta.

Lo scorso anno, poi, tra una cosa e l’altra le cose sono andate come sono andate.

All’addio di Leonardo, quindi, ci si doveva aspettare un allenatore con caratteristiche molto precise. Perché o prendi un top e gli fai plasmare la squadra come preferisce, oppure se devi prendere un allenatore che ad oggi non ha ancora dimostrato di valere certi palcoscenici lo devi scegliere con molta cura.

La logica avrebbe quindi imposto un allenatore che giocasse col 4-3-1-2, di base. Perché la difesa è fatta e finita per giocare a quattro uomini, perché in rosa hai il miglior trequartista del campionato e infine, tornando a noi, perché così Eto’o può giocare, affiancato da un compagno, molto più vicino alla porta.

E invece no. Per non so bene quali elucubrazioni sulla panchina Nerazzurra c’è finito Gasperini, allenatore attaccatissimo ad un 3-4-3 che certo non è il migliore – sulla carta – per una squadra come l’Inter e che di certo non lo è per Eto’o. Costretto ancora una volta a doversi adattare sull’esterno.

Ma dopo aver fatto un paio d’anni a dovercisi sacrificare quasi costantemente era pure logico che lui, sapendo di essere forse il giocatore più forte e determinante in rosa, non accettasse di essere trattato così.

2 – Eto’o, il giocatore più pagato del mondo.

Fa strano pensarlo. Ma Eto’o guadagnerà addirittura 20 milioni l’anno.

Una follia vera, quasi 2 milioni di euro al mese. Ed in un mondo sempre più in crisi gli stipendi dei giocatori dovrebbero andare riducendosi.

Invece il calcio è ormai sempre più un mondo a sè stante.

Di fronte ad un’offerta del genere, comunque, è pure logico che anche chi come Eto’o non ha certo problemi di soldi (in questi anni ne ha guadagnati tantissimi tra Spagna ed Italia) tentennasse. Del resto va a prendere uno stipendio raddoppiato rispetto a quello percepito da via Durini…

3 – Carriera finita?

Prendere la decisione di trasferirsi in una società con così poco blasone come l’Anzhi è comunque una decisione non semplice da prendere.

Perché i soldi non sono tutto e Samuel Eto’o essendo tra i migliori giocatori del mondo avrebbe potuto competere per vincere ancora tutto.

Andando all’Anzhi, però, rischia davvero di dire addio alla possibilità di vincere un’altra, ennesima, Champions League.

E se è vero che dopo aver vinto tanti titoli (3 campionati spagnoli, 2 Coppe e 2 Supercoppe di Spagna, 2 Coppe Catalunya,  1 Serie A, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana, 3 Champions League, 1 Intercontinentale, 1 Mondiale per Club, 3 Coppe d’Africa, 1 Olimpiade), tante onoreficenze personali (4 volte miglior calciatore africano dell’anno, 2 volte FIFPro World XI, 2 volte nella squadra dell’anno UEFA, 1 volta Pichichi spagnolo, 2 volte capocannoniere della Coppa d’Africa ed 1 della Coppa Italia, 1 volta miglior giocatore della finale di Champions e del Mondiale per club e, infine, 1 volta bomber dell’anno secondo la IFFHS) ed aver fatto segnare tanti record (nessuno come lui ha vinto così tante volte il premio di miglior calciatore africano ed è inoltre il miglior marcatore nella storia del Maiorca nella Liga, del Camerun, della Coppa d’Africa e della Supercoppa Italiana) può considerarsi ormai sazio è altrettanto vero che a soli trent’anni è presto per abdicare al trono.

Qualche soddisfazione, comunque, potrebbe togliersela anche in Russia. Anche se a fronte di un palmares del genere viene un po’ di tristezza a pensare che da oggi in avanti potrebbe essere arrichito solo da un campionato o una coppa nazionale russa (a me di al momento improbabili exploit europei).

4 – Come sostituire un fenomeno ceduto a soli 27 milioni?

Il prezzo a cui si dice sta per essere ceduto – 27 milioni – mi fa comunque storcere il naso.

Sarà perché io sono un suo grandissimo estimatore da sempre (tanto che all’epoca giudicai molto positiva l’operazione che portò lui più soldi all’Inter in cambio di Ibrahimovic) ma il peso reale di Samuel Eto’o non può essere compensato da 27 milioni di euro. Non in un mercato in cui un Pastore viene valutato 42, poi.

Tralasciando il fatto che trovo sottostimato il reale valore del giocatore (che ha già 30 anni, è vero, ma che non puoi comunque cedere per una cifra del genere) va anche aggiunto che con quei soldi chi ti puoi comprare, di pari valore?

Nessuno. Nel senso che Eto’o è unico e che al suo livello ci sono pochissimi giocatori al mondo.

E posto che questi sono irraggiungibili ti devi buttare su giocatori che, per quanto forti, gli restano inferiori.

Nelle settimane che hanno preceduto la definizione del suo passaggio in Russia sono stati fatti due nomi in particolare: Tevez e Forlan.

Grandi giocatori, per l’amor del cielo, ma non all’altezza di sostituire in pieno uno dei migliori al mondo.

Anche perché sviscerando le due situazioni notiamo come Forlan abbia già 32 anni (quindi acquistarlo significherebbe cedere per meno di trenta milioni un 30enne tra i migliori al mondo per sostituirlo con un giocatore di due anni più vecchio – che quindi ha una prospettiva di carriera ancor più ridotta – che non è neppure allo stesso livello) e come Tevez a livello economico potrebbe venire ad assorbire in toto i soldi guadagnati o liberati (alleggerendosi dello stipendio sicuramente pesante di Eto’o) con la cessione di Samuel all’Anzhi.

A questo punto, insomma, non posso ripetere quanto dissi col passaggio di Ibrahimovic in Catalogna. Se in quel caso l’Inter fece un affare a tutto tondo (sia economico che tecnico) in questo caso l’Inter rischia di perderci comunque, qualsiasi scelta prenderà dopo aver imbarcato Eto’o su di un volo diretto a Mosca.

5 – Il futuro del calcio sono i giovani.

Messi e Ronaldo non li porti a casa con 27 milioni. E, tra l’altro, ti costerebbero di ingaggio più di quanto non ti costava Samuel Eto’o.

Se per l’immediato l’Inter ha sicuramente bisogno di qualcosa davanti (come un Tevez o un Forlan, che non sono Eto’o ma comunque restano punte di livello) è anche vero che i soldi incamerati e risparmati (ingaggio molto pesante, ripeto) con la cessione del fenomeno camerunense potrebbero essere reinvestiti in giovani di valore assoluto, che in passato possano portare a far dimenticare lo stesso Eto’o.

In questo senso interessante la voce che vuole i dirigenti di via Durini su Gotze.

In realtà ci credo pochino, ma se l’Inter riuscisse ad acquistare un paio di giovani di quel valore ecco che la cessione di Eto’o – comunque ingiustificabile, soprattutto nel breve periodo – potrebbe iniziare ad avere un po’ più di senso.

6 – Sanchez, Pastore, Eto’o. E’ la morte del calcio italiano?

Quest’ultima riflessione lascia invece il contesto strettamente inerente alla vicenda Eto’o-Inter-Anzhi per tornare allo stato di salute del nostro calcio.

Che in una sola estate ha perso tre tra i suoi interpreti più importanti. Senza trovar loro dei sostituti.

Poi intendiamoci, possono essere arrivati giocatori che negli anni si dimostreranno dei Campioni a tutto tondo, ma è chiaro che il saldo del “borsino tecnico” del nostro campionato segna un crollo verticale realmente preoccupante.

I vertici del nostro calcio (sia Federali che delle singole società) dovrebbero quindi aprire gli occhi ed iniziare da subito a sovvertire questo trend, con una programmazione sul lungo termine che possa portare a colmare il gap con Spagna, Inghilterra e Germania.

Altrimenti tra qualche anno potremo dire di aver visto morire davanti ai nostri occhi il calcio italiano.

1 commento

  1. Caro Francesco Federico, come darti torto?
    La caratteristica più incredibile di Eto’o è il suo essere decisivo nelle gare decisive. Ha segnato gol pesantissimi in molte delle finali giocate, non ho i dati alla mano, ma a memoria direi quasi in tutte.
    Il campionato italiano perde l’ennesimo pezzo, in una girandola di valutazioni a me incomprensibile. E il dubbio che mi viene è se sono veritiere le cifre scritte sui giornali a proposito di acquisti e cessioni…

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