L’Opinione: Pato ha ancora un futuro in Rossonero?

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Partiamo da un dato assodato: Pato è giocatore tra i più talentuosi al mondo della sua generazione.

Se a questo ci uniamo il fatto che si tratta di un ragazzo di soli 22 anni ecco che non dovrebbero nascere dubbi di sorta: su Pato non si può che puntare ad occhi più che chiusi, bendati.

Però… c’è sempre un però. O, per citare una famosa pubblicità, “c’è sempre qualcosa dietro”.

E i problemi che rendono sempre più complicato il rapporto tra Pato e il Milan sembra si stiano accumulando. O comunque crescono d’intensità.

Perché poi il talento non è l’unico fattore in ballo, quando si valuta il futuro di un giocatore.

E allora se da un punto di vista tecnico il giocatore non si discute è altrettanto vero che i problemi ad esso correlati possono – o potranno in un prossimo futuro – sancire la fine del rapporto tra il Papero ed il Milan.

Da dove cominciare?

Uno dei problemi principali, dal mio punto di vista, emerge proprio dal campo.

Può sembrare un bel controsenso, dato che come abbiamo detto si tratta di uno dei giovani più talentuosi al mondo, ma Pato non sembra essere inserito a dovere nel contesto Milan.

Qui mi si potrebbe rispondere che a vedere la media realizzativa del ragazzo non sembrerebbe.

51 reti in 112 partite di Serie A, che diventano 60 in 139 cap se si considerano le coppe.

Un bottino di tutto rispetto, frutto proprio di quelle doti tecnico-atletiche sopra la norma.

Ma i numeri nel calcio non spiegano tutto. E chi guarda giocare il Milan non può che notare come il Papero risulti quasi fuori contesto.

In primis il rapporto con Ibrahimovic non è dei migliori.

Problema non da poco, dato che lo svedese è elemento “pesante” dentro al campo quanto allo spogliatoio.

E poi… e poi al di là della possibile incompatibilità caratteriale con alcuni compagni emerge chiaro come la squadra benefici della presenza di un giocatore mobile come Robinho o portato al dialogo come Cassano (prima dell’infortunio, s’intende) piuttosto che di un “solista” come Pato.

Perché parliamoci chiaro, Robinho lavora tantissimo per la squadra, facendo un movimento tale da integrarsi perfettamente con lo strapotere fisico-tecnico di Ibrahimovic e gli inserimenti di Boateng.
Il Pibe di Bari, invece, aveva dimostrato i sapersi calare alla grande nelle vesti della seconda punta da rifinitura, ruolo che dimostra di prediligere da sempre.

Le sue grandissime doti lo rendono quindi sempre e comunque giocatore pericoloso. Ma nel complesso i suoi acuti sembrano stonare, se contestualizzati nel coro milanista diretto da Massimiliano Allegri.

Che da grande direttore d’orchestra qual è pare sia il primo a voler spingere il Papero lontano da Milano.
Almeno, così vuole Radiomercato.

Il tecnico in realtà proprio oggi ha dichiarato che tra Pato ed Ibrahimovic non ci sarebbero problemi (cosa questa poco credibile per chiunque li veda giocare assieme), e che l’intesa tra i due crescerà col tempo.

Intanto però, come detto, sarebbe stato proprio lui a spingere per la cessione del brasiliano al PSG, saltata solo all’ultimo momento…

In ultimo, poi, i problemi relativi a Pato starebbero anche nella sua relazione con Barbara, la figlia del Presidente Berlusconi.

La cosa, almeno secondo i soliti sedicenti beninformati,  creerebbe malumori all’interno dello spogliatoio.

I due piatti della bilancia, insomma, sembrano parecchio sproporzionati.

Proprio questo amore con Barbara Berlusconi, però, sembra anche essere la cosa che, più tra tutte, lega il Papero al Milan.

Il suo futuro, quindi, potrebbe essere ancora tinto di Rossonero. Anche se per il suo bene – del Pato calciatore – sarebbe probabilmente meglio cambiare aria…