Mazembe vs. Internacional – Semifinale Mondiale FIFA Club World Cup 2010 – 14/12/10

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CRONACA

Sono i brasiliani a partire meglio: Tinga serve Sobis in area che riceve dopo un velo di Alecsandro, controlla di petto e calcia di destro, senza però trovare lo specchio di porta.
Al quindi è invece l’ex riverplatense D’Alessandro a provarci. Non riuscendo a coordinarsi al meglio, però, il fantasista albiceleste non riesce nemmeno a centrare la porta difesa dal solito, pittoresco, Kidiaba.

E’ comunque sempre e solo l’Internacional a fare il match: all’ottavo ci prova ancora una volta Sobis, questa volta direttamente su calcio di punizione. Anche in questo caso, però, è l’imprecisione balistica a farla da padrone.
Sul fronte opposto è quindi Kaluyituka a farsi notare, non riuscendo però a guadagnare nulla oltre che un misero calcio d’angolo.

Al decimo è quindi Kidiaba ad ergersi a salvatore della patria: azione sulla sinistra dei brasiliani, cross basso e Sobis effettua un tocco sotto misura su cui il 34enne portiere congolese deve intervenire come può per negare un goal che sembrava già fatto.
Ribaltamento di fronte tempestivo con Kabangu che si libera sui trenta metri per sparare un destro che mette in difficoltà Renan, comunque bravo a parare in qualche modo la palla velenosamente calciata dall’ala destra africana.

Al diciottesimo, però, Kidiaba dimostra tutti i suoi limiti tecnici in uscita. Il portiere congolese sbaglia infatti il posizionamento e combina un pasticcio su di una punizione battuta dalla sinistra; Kidiaba che riesce però a salvarsi in qualche modo sul colpo di testa di Indio, che va ad infilarsi alle sue spalle sul secondo palo per battere a rete di testa. Sulla conclusione del centrale brasiliano, infatti, l’estremo difensore africano riesce a spizzare la palla con una mano, deviandone la traiettoria quel tanto che basta per evitare che la stessa termini in rete.

La partita continua quindi sui soliti binari: Internacional padrona del gioco con un possesso di palla maggiore e più fluido, Mazembe chiuso più sulla difensiva per cercare poi di ripartire in velocità, sfruttando le grandi qualità atletiche dei propri uomini.
Inter che comunque, nel complesso, inizia, col passare del tempo, a scontare una certa difficoltà nel trovare spazi. Dopo i primi minuti in cui la difesa congolese si era dimostrata un po’ ballerina, infatti, la retroguardia africana si registra e inizia a rendere la vita molto difficile agli avanti verdeoro.

Al trentaseiesimo splendida verticalizzazione di Tinga in direzione di Alecsandro che effettuerà uno stop a seguire per poi calciare di sinistro dal limite, venendo però murato dalla scivolata di Kimwaki.
Cinque minuti più tardi è invece il solito Kaluyituka a farsi vedere: ricevuta palla largo a sinistra convergerà verso il centro dell’area correndo proprio lungo la linea di fondo, calciando poi una volta vistosi chiuso quasi al limite dell’area del portiere trovando però la pronta risposta proprio di Renan, attento a chiudere in corner.

Bello il tentativo, arrivato in chiusura, di Wilson Matias: Nei spinge sulla destra e crossa sul primo palo dove piomba proprio il centrocampista carioca che si coordina colpendo in una sorta di rovesciata, non inquadrando però lo specchio di porta.

La ripresa inizia sulla stessa falsariga del primo tempo, con l’Inter a spingere alla ricerca del goal del vantaggio. Al cinquantatreesimo, però, Kabangu porta in vantaggio i suoi: dopo aver ricevuto palla da un ponte aereo di un compagno, infatti, l’ala africana ha tutto lo spazio, lasciatogli da un Bolivar certo non impeccabile in quest’occasione, per controllare e calciare a giro sul secondo palo, bucando irrimediabilmente Renan.

La risposta brasiliana non si fa però attendere: al cinquantanovesimo, infatti, Sobis è lanciato alle spalle della retroguardia del Mazembe e vi si infila, per poi calciare di sinistro una volta varcata la linea dell’area di rigore. Nulla da fare, però, per l’ex punta dell’Al-Jazira, che si vede respingere il tiro dal sempre attento, pur non pulitissimo tecnicamente, Kidiaba.
Kidiaba che però si supera al sessantanovesimo quando Giuliano, entrato poco prima al posto di Alecsandro, penetrerà centralmente per poi provare a batterlo con un diagonale mancino su cui però il portiere congolese si distende per impedire che lo stesso possa varcare la linea di porta.

Ad un quarto d’ora dal termine è ancora Kabangu a provarci: il suo calcio di punizione morbido, però, mette sì un po’ di apprensione ad un certo mai sicurissimo Renan ma non al punto da potere batterlo.

E’ comunque sempre l’Inter a fare la partita. Il tutto, però, senza riuscire con continuità a sfondare la resistenza della retroguardia congolese, con la difesa africana capace di resistere agli assalti verdeoro.

A cinque dal triplice fischio, quindi, la beffa: Kaluyituka, piuttosto veneziano come al solito, scende sulla sinistra, si accentra quel tanto che basta per aprirsi un minimo di specchio di porta e poi, sfruttando una pressione non certo asfissiante di Guinazu andrà a freddare Renan con un destro calciato dal limite ad infilarsi sul primo palo.

Negli ultimissimi minuti, quindi, l’Inter continuerà, anche se credendoci meno di prima, a cercare una rete che non arriverà mai.

2 a 0, Mazembe in finale.

COMMENTO

Il rito prepartita dei congolesi ha colpito ancora.
Così come accaduto nel match contro i messicani del Pachuca, infatti, prima del fischio d’inizio della partita gli undici titolari del Mazembe, con al centro il portiere Kidiaba, si sono schierati ancora una volta in fila in ginocchio sulla linea di porta, uno al fianco dell’altro. Raccogliendosi poi, parebbe almeno, in preghiera.

Certo, bisogna crederci. E a rendere speciale questo rito forse è proprio il fatto che sia fatto con così tanta convinzione da quegli undici ragazzi dell’Africa Nera pronti a sfidare il mondo contro tutto e tutti.

Perché parliamoci chiaro: questa partita, quantomeno a posteriori, non è una partita qualunque.
Rappresenta un po’ un punto di svolta.
Esattamente come qualche mese fa avrebbe potuto rappresentare un punto di svolta vedere il Ghana raggiungere, per la prima volta nella storia del Continente Nero, una semifinale Mondiale.

Inutile nascondersi dietro ad un dito. Diciamo le cose come stanno.

La maggior parte del pubblico europeo, in special modo di quelle zone del Vecchio Continente le cui squadre di club rappresentano la massima espressione del calcio continentale, solo una settimana fa pensava ancora, esattamente come lo pensava la prima volta in cui un Mondiale per Club venne giocato, che questo torneo non avesse senso di esistere. Che sarebbe stato meglio tornare alla vecchia Coppa Intercontinentale, perché troppo ampio era, ancora oggi, il divario tra il calcio d’Europa e del Sud America rispetto a quello del resto del mondo.

Bene, il Mazembe con la sua carica agonistica, i suoi riti, i suoi colori, la sua allegria e la sua voglia di vincere e stupire ha smentito tutto questo popolo di tifosi supponenti, battendo l’Internacional di Porto Alegre contro ogni pronostico e raggiungendo una finale che, obiettivamente, in pochi avrebbero anche solo potuto immaginare sarebbero stati in grado di arrivare a giocare.

Questa vittoria, insomma, è un segnale importante di una globalizzazione del pallone che in molti continuano a negare, rifiutandosi di volerla vedere.

Ma le cose stanno così, volenti o nolenti.

Intendiamoci: se questa partita, giocata più dall’Inter che dal Mazembe (ma del resto un’altra Inter, quella mourinhana, ha dimostrato giusto pochi mesi fa come sia possibile vincere tutto anche scendendo in campo lasciando fare la partita agli avversari), venisse ripetuta dieci volte nella maggior parte dei casi sarebbe vinta dai brasiliani, indubbiamente superiori sotto tantissimi aspetti agli avversari. In primis per quanto concerne la capacità tecnica dei propri interpreti.

Questo, però, poco conta.

Il dato di fatto è che oggi il Mazembe ha battuto il molto più quotato Internacional imponendosi in una seminfinale di un Mondiale per Club e che quindi sarà proprio una squadra congolese, e non brasiliana, a disputare la finalissima, sabato prossimo.

Che altro aggiungere?
Onore a questi ragazzi, capaci di scrivere una pagina, pur forse dall’importanza marginale, della storia di questo bellissimo sport.

MVP

La rete di Kabangu, ancor più di quella della tranquillità firmata a cinque dal termine da Kaluyituka, resterà nella storia del calcio, quantomeno africano. Perché è proprio lui, col suo bel destro a giro, a firmare la rete che, fondamentalmente, decide la vittoria del Mazembe, con tanto di accesso alla finale.
Una partita, quella giocata dall’ala congolese, di alto livello. E’ infatti lui, proprio assieme al compagno appena citato, a creare le cose migliori là davanti.

Una honorable mention, comunque, va immancabilmente spesa anche per Kidiaba: felino, per quanto non perfetto nello stile e nella tecnica, tra i pali, pecca sicuramente nelle uscite. Ma anche oggi le sue manone nere hanno contribuito fattivamente alla vittoria.
E poi il colore che porta a questa manifestazione, con quei saltelli da seduto fatti per esultare ad ogni goal o vittoria, sono qualcosa di speciale, che solo il calcio africano sa dare.

TABELLINO

Mazembe vs. Internacional 2 – 0
Marcatori: 53′ Kabunga, 85′ Kaluyituka.
Mazembe: Kidiaba; Kasusula, Kimwaki, Nkulukuta, Mihayo; Ekanga, Kasongo, Bedi, Kabangu (85′ Kanda); Kaluyituka, Singuluma. A disposizione: Bakula, Ngome, Tshani, Mwepu, Ndonga, Mabele, Mvete, Kanyimbu, Kayembe. Allenatore: Lamine N’Diaye.
Internacional: Renan; Bolivar, Indio, Nei, Kleber; Tinga (63′ Leandro Damiao), Guinazu, Wilson Matias; D’Alessandro; Sobis (76′ Oscar), Alecsandro (63′ Giuliano). A disposizione: Abbondanzieri, Lauro, Derley, Ronaldo Alves, Sasha, Juan, Andrezinho, Daniel. Allenatore: Celso Roth.
Ammoniti: Kasusula, Nkulukuta, Indio.

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