Milan: c’è bisogno di una svolta tecnica? Ecco le alternative

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Un anno fa arrivò lo Scudetto. La scorsa stagione il secondo posto, dietro ad una Juve stupefacente. Ma, sulla carta, inferiore. Quest’anno, dopo le cessioni di Thiago Silva ed Ibrahimovic in primis, ma anche le partenze dei Senatori (da Nesta a Inzaghi passando per Gattuso e Seedorf) l’ambiente Milan sembra essersi sfaldato.

A partire dallo spogliatoio, che ha perso i propri punti di riferimento, fino ad arrivare ai tifosi, freddi e lontani come non mai dalla squadra del loro cuore.

Ad aggravare una situazione già di per sé complicata, ci si è messo anche un inizio di stagione non all’altezza.

Certo, le assenze di Pato, Robinho e Montolivo, tre dei giocatori qualitativamente più validi della squadra, incide. Ma non può giustificare da solo questo tremendo inizio.

Pareggiare con l’Anderlecht, squadra ancor più “scarsa” rispetto ai Rossoneri, è l’apice e la miglior fotografia di questo momento milanista: poche idee e ben confuse, incapacità di produrre gioco.

E non è un gioco al massacro che vede come vittima sacrificale Allegri in quanto il sottoscritto è un critico della prima ora dell’ex mister del Cagliari.

Che, da quando è a Milano, non ha mai saputo dare un Gioco degno di questo nome alla sua squadra.

E le magagne degli ultimi due anni, che venivano ben coperte da Ibrahimovic (capace di segnare 25 goal a campionato, facendone segnare altrettanti alla coppia Boateng-Nocerino, esaltati dalla sua presenza), ora stanno uscendo tutte.

Quindi c’è un duplice problema che si interseca relativamente alla guida tecnica Rossonera: da una parte c’è l’incapacità – ormai comprovata – del tecnico attuale di dare un Gioco al Milan, dall’altra un ambiente (tutto) che ha bisogno di una scossa.

Cambiare allenatore sembra quasi essere un evento ormai irrinunciabile, insomma.

Ma quali le prospettive?

Fondamentalmente due. E non si tratta di due nomi, quanto di due “filosofie”.

Iniziamo dalla prima: andare a trovare un tecnico esperto, con statura internazionale, cui affidare la conclusione di questa annata quasi sicuramente travagliata per poi impostare, iniziando subito, un progetto che possa riportare il Milan ai livelli che gli competono, almeno in Italia. Perché ridimensionare è anche legittimo, soprattutto in un momento congiunturale così complicato. Farlo senza un minimo progetto, però, no.

In questo senso l’opzione buona potrebbe essere una vecchia conoscenza della Milano calcistica, Rafa Benitez.

Che il Milan conosce bene in quanto ci duellò spesso in Champions nell’era ancelottiana, che è tecnico esperto e capace e che avrebbe sicuramente quella voglia di rivincita che potrebbe rappresentare un quid importante dopo il fallimento interista.

La seconda è invece quella in questo momento più probabile e vedrebbe l’approdo alla guida della prima squadra di una vecchia gloria Rossonera. Opzione, questa, sempre molto apprezzata dalla dirigenza.

Mossa che potrebbe rivelarsi più che interessante in un momento in cui, come detto, l’ambiente è ormai fuori controllo.

Pensiamo ad un Inzaghi in panchina: i tifosi si riavvicinerebbero alla squadra (basti vedere in quanti sono accorsi a guardare il suo esordio con gli Allievi), la squadra ritroverebbe un minimo di serenità e la presenza di una leggenda come lui, per altro “fresca” di trofei, sarebbe un parafulmine incredibile per tutto il gruppo. Perché prima di criticare SuperPippo i tifosi non potrebbero che pensarci su a lungo.

Certo, quest’ultima potrebbe sembrare più un’opzione a “corto raggio”, dato che Inzaghi (ma anche un Costacurta di turno) non ha certo l’esperienza giusta per poter aprire un ciclo, a maggior ragione in una situazione complicata come questa. Ma certo, non si sa mai…

Quest’ultima opzione ha però un – possibile – risvolto non da poco. Una “seconda faccia” della medaglia che non va assolutamente ignorata.

Proprio il duplice fattore “situazione complicata + inesperienza” potrebbe portare l’Inzaghi di turno a fallire miseramente nel proprio tentativo di recupero della complicata situazione attuale.

Fallimento che, in apertura di carriera, potrebbe suonare anche come “bruciatura”…

________________________________________________________________

Profilo Twitter personale: http://twitter.com/Mahor17
Profilo Twitter blog: http://twitter.com/sciabolatablog
Pagina Facebook blog: http://www.facebook.com/sciabolatamorbida