Sampdoria vs. Varese – Ventesima giornata Serie B 2011/2012 – 06/01/12

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Aria di crisi, aria di contestazione.

Al triplice fischio finale della gara col Varese si taglia con un dito la tensione sulla sponda Blucerchiata di Genova.

Perché la squadra, partita per contendersi la vittoria finale col Torino, stenta. I risultati non arrivano come si pensava e il gioco non incoraggia per nulla.

Così al termine di novanta tristissimi minuti di gioco partono cori e insulti, che si protraggono anche fuori dallo stadio.

Situazione triste e spiacevole che non vorrei vedere mai in nessuna piazza italiana, tantomeno se passionale come quella di Genova.

E’ però pur vero che vanno capiti anche i tifosi: la scorsa ultima parte di stagione fu una vera e propria tragedia. La prima metà di questa non molto più positiva. La misura è evidentemente colma.

Certo, personalmente vorrei vedere il pubblico incitare sempre la propria squadra. Anche, e forse soprattutto, in momenti difficili come quelli che sta attraversando in questo momento la squadra Blucerchiata.

Perché poi la pressione che una piazza come quella doriana comporta si trasforma in una zavorra psicologica che si amplifica notevolmente in un clima come quello attuale.

E così non stupisce vedere una Sampdoria remissiva, confusa e confusionaria venire – a tratti – letteralmente annichilita da un Varese, di contro, assolutamente sgombro mentalmente, sceso in Liguria per giocare senza niente da perdere con un seguito di tifosi che per la Città Giardino è un piccolo esodo.

Perché in campo, specialmente nel primo tempo, c’è praticamente una squadra sola: quella guidata dalla sapiente mano di mister Rolando Maran.

Che prepara benissimo la partita: classico 4-4-2 ordinato e costruito per arginare le avanzate altrui ripartendo poi con scambi rapidi e precisi fino a cercare la conclusione sul fronte opposto.

La Sampdoria però, proprio per via di quella zavorra di cui parlavo, si mette fondamentalmente in difficoltà da sola.

Iachini schiera i suoi con un 3-5-2 che risulta da subito essere un 5-3-2 mascherato.

Juan Antonio, appena arrivato da Brescia, parte bene e si dimostra propositivo. Ma la sua verve dura poco, e sparisce presto nel marasma della sua squadra.

La difesa è un po’ in bambola e fatica a contenere a dovere gli avanti Biancorossi. In particolar modo, come ho avuto modo di dire in telecronaca, Volta è parso da subito molto in difficoltà.
Non a caso, commentando, usai un gioco di parole per far capire che la chiave di volta della partita sarebbe potuto essere proprio una situazione di uno contro uno col difensore doriano. Situazione, questa, che andava cercata quanto più possibile, in particolare con gli uomini più rapidi e dotati della squadra (come Neto e Carrozza, appunto).

Il centrocampo, poi, davvero male. Bentivoglio disputa una partitaccia, Palombo irriconiscibile rispetto a quello che vidi a Varese in un’amichevole di un paio d’anni fa.
A tirare la carretta, quindi, il solo Padalino, vero e proprio motorino della squadra. Il centrocampista svizzero dà tutto, ma è comunque ben contenuto da Grillo.

Infine male Bertani, lasciato però davvero troppo solo da tutti i suoi compagni. Qualcosina di meglio la fa vedere infatti nel secondo tempo. Non a caso quando mister Iachini gli affianca un’altra punta di ruolo, Pozzi.

Bene, invece, praticamente tutto il Varese.

Tra gli undici iniziali, infatti, non c’è nessuno che sfigura. Se non un pochino Nadarevic, sicuramente non in giornata di grazia.

La difesa regge invece benissimo, in particolare nel primo tempo, quando rischia zero.

Il centrocampo è guidato da un Kurtic in grande spolvero, ha in Corti il solito piccolo gigante e in Zecchin l’uomo di qualità che può dialogare col sempre ottimo Neto, le cui fiammate fanno tremare non poco i tifosi accorsi – in massa, come sempre – a Marassi.

E proprio l’attacco riserva una delle note per me più liete della giornata: quel Martinetti che si batte, è utilissimo alla costruzione della manovra e ci prova anche.
Certo, un po’ di incisività in più sottoporta non guasterebbe.

In particolar modo pensando al fatto che ci riferiamo ad una squadra che spesso riesce a mettere in campo un gioco interessante (basti pensare all’ultima prima della sosta, quando un Verona capace di vincere nove delle ultime dieci partite strappò un pareggio immeritatissimo al Franco Ossola, dove solo la poca lucidità dei Biancorossi sotto porta salvò gli Scaligeri) fino agli ultimi quindici metri.

In questo senso è ancora lontano dalla piena maturazione anche Beppe De Luca. Il gioiellino della cantera varesina, infatti, mette in mostra qualità realmente interessanti. Ma il feeling col goal è ancora tutto da costruire.

Nel primo tempo si vede comunque un grande Varese, che si disimpegna sempre alla grandissima, non rischia nulla e si rende pure pericoloso a folate.

La ripresa è invece un pochino più equilibrata ma la vittoria, arrivata allo scadere con goal di Damonte (su assist di Carrozza, in situazione – guarda caso – di uno contro uno con Volta), va giustamente alla squadra di Maran.

Più decisa, compatta e incisiva.