Serbia – Albania: una triste serata di calcio

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Il match tra Serbia  e Albania, culminato con gli scontri tra campo e tunnel che porta agli spogliatoi, ha segnato una triste serata per il calcio europeo.

Tanto se ne è parlato, un po’ su tutti i media. E nonostante solitamente prediliga occuparmi di situazioni prettamente calcistiche in questo caso non potevo esimermi dal parlarne anche io. Con un po’ di ritardo, ma il tempo è quello che è per tutti.

Perché dico per tutti?

Perché per affrontare questo discorso così spinoso mi sono rivolto ad un grande conoscitore di calcio albanese, il blogger Enxhi Fero.

Con lui ho provato, nella chiacchierata che segue, ad esplorare i perché ed i riverberi dell’invasione da parte del drone con tanto di drappo, e di tutto quello che ne è conseguito e potrebbe conseguirne nei prossimi mesi.

Ma prima, per poter contestualizzare il conflitto e l’odio latente che vive ancora oggi tra serbi ed albanesi vi invito a fare un giro su Wikipedia, più precisamente a leggere questa pagina.

Enxhi, veniamo al match. Perché il volo di quel drone sullo stadio, con i fatti che ne sono seguiti a stretto giro di posta, ha scatenato il pandemonio, violento, che si è poi visto in campo?

Teoricamente perché rappresenta la “Grande Albania”: ovvero l’immaginaria Albania che comprenderebbe tutti i territori di etnia albanese. Come per esempio la parte Nord-Ovest della Macedonia, quella Nord della Grecia e gran parte del Kosovo. Dico teoricamente perché secondo me il drone con la bandiera è stato soltanto una scusante per scatenare tutto quello che il mondo ha visto. Per due semplici motivi: prima di tutto sono sicurissimo che in mezzo al campo nessun giocatore “abbia fatto” caso se la bandiera raffigurasse la grande, la media o la piccola Albania. Io penso che quello che abbia fatto surriscaldare la tifoseria di casa, come anche i giocatori albanesi, sia stata la bandiera. Per i serbi, perché volevano reagire a questa sorta di “affronto”. Quale affronto? La UEFA aveva proibito a qualsiasi tifoso albanese di arrivare a Belgrado, e inoltre aveva proibito qualsiasi manifestazione (bandiere, striscioni e così via) pro-Albania da parte dei quarantacinque albanesi presenti. Questo è l’unico motivo. I tifosi serbi non sono scesi in campo perché hanno visto raffigurata “la Grande Albania”, quello è apparso dopo attraverso tv, giornali, media. Proprio seguendo questa linea, infatti, si spiega il perché della reazione dei giocatori albanesi come Xhaka, Lila e Balaj. Nessun atto politico, soltanto il voler portare “la propria bandiera in salvo”, e di fatti fino a quando la questione è rimasta tra i giocatori in campo, brutte scene non si sono viste. Il secondo motivo invece che mi induce a non pensare che il caos si sia scatenato da una “provocazione politica” sono le immagini e i video dei quarantadue minuti di gioco. Se proprio vogliamo metterla sul piano politico, lo stadio era pieno di striscioni come “il Kosovo è Serbia”, oppure di bandiere come quella della Grecia, nazione storicamente “avversaria” dell’Albania. Per non parlare poi dei cori “uccidi l’albanese” e così via. Ripeto, a mio parere il drone con la bandiera è stato soltanto una scusante. Chi ha visto la partita sa che poteva succedere qualcosa da un momento all’altro.

Si è scritto molto della vicenda, imputando anche persone che con ogni probabilità non c’entravano nulla con il volo del drone. Cosa si sa, ad oggi, degli organizzatori di questo volo?

Il primo che è stato indicato come colpevole è stato il fratello del primo ministro albanese, Orfi Rama. Notizia assolutamente falsa, pubblicata dai media serbi proprio per alimentare questo clima di tensione e per mettere la questione su un piano politico. Nonostante ripetute smentite, molti media serbi hanno pubblicato che comunque Orfi Rama è stato arrestato. Vorrei smentire una volta per tutte: come dichiarato dallo stesso fratello del primo ministro, lui stava riprendendo i fatti con il suo tablet e questo ha indotto a pensare che fosse lui a pilotare il drone. Dopo esser stato controllato dalla polizia per un paio di minuti, tutto è tornato alla normalità. Quindi, nessun arresto! Per quanto riguarda chi sia stato veramente, l’ipotesi ora più plausibile sembra essere un ultras della storica tifoseria organizzata “Ballistet”. Piccola presentazione. I Ballistet sono gli ultras dello Shkendija Tetove, squadra del campionato macedone ma fondata da albanesi, e proprio la città di Tetove appartiene a quella zona del territorio macedone di etnia albanese. Dicevamo, le “colpe” sembrano ricadere su di lui perché in un commento di un mese fa su Facebook, aveva annunciato già che “stava concentrando tutte le sue forze per Belgrado”. Con annessa bandiera che poi si è vista nello stadio del Partizan. Vero o no questo non lo so, anche perché io penso che il vero “colpevole” non si saprà mai. Personalmente non escludo nemmeno l’ipotesi che il drone sia partito dalla tifoseria di casa. In queste situazioni tutto può essere, mai dire mai.

La gara è stata troncata proprio per le violenze che si sono susseguite al volo del drone. Cosa ti aspetti ora dalla UEFA? Si rigiocherà o verrà assegnata la vittoria a tavolino all’Albania?

Se fossi la UEFA penso che non ci dovrebbero essere dubbi. I fatti sono chiarissimi, e se per loro non lo sono ci sono le immagini e i video che lo testimoniano. Io assegnerei la vittoria per zero a tre a tavolino per l’Albania, con conseguente squalifica del campo per qualche anno per la Serbia. Tutto questo, non perché sono albanese ma perché penso davvero che i fatti parlino chiaro. Ci sono troppi elementi che vanno contro la squadra di casa, mentre per l’Albania c’è soltanto “la provocazione politica”, che secondo me è non è stata tale ma va bene lo stesso. Questo è il mio pensiero, ma se dovessi pensare a cosa realmente deciderà la UEFA tutto cambierebbe: ascoltando le dichiarazioni di Platini (“e se ci fosse stata una bomba?”) e Blatter, penso che i provvedimenti verranno divisi in ugual maniera. A quanto pare, per loro il drone con la bandiera è più da punire rispetto a quel tifoso che con un seggiolino di plastica ha colpito Bekim Balaj. Per questo, non so in che modo però, dal verdetto della UEFA non ne uscirà un “vincitore”.

Gli appassionati, nelle giornate susseguenti al match, hanno discusso molto sull’accaduto, anche sui miei account social. Le posizione sono le più disparate. Due vanno per la maggiore: da una parte c’è chi pensa che l’UEFA avrebbe dovuto impedire che Serbia ed Albania finissero nello stesso girone. Dall’altra chi dice che quantomeno il match andasse giocato a porte chiuse / in campo neutro. Secondo te come avrebbe dovuto gestire la cosa la UEFA?

Inutile fare i moralisti, Serbia-Albania è una partita che non si doveva giocare. Io prima del sorteggio, scherzavo con i miei amici proprio su questo fatto: “Vi immaginate Serbia e Albania in uno stesso girone?” con la certezza però che tutto ciò non sarebbe potuto accadere. Platini a mio parere si dovrebbe dimettere, perché è lui il principale (se non unico) responsabile di tutto quello che è successo martedì. Non puoi decidere di non inserire Spagna e Gibilterra nello stesso girone, e poi fare il contrario con Serbia e Albania che sono in conflitto tra loro da secoli e secoli. Niente campo neutro e porte chiuse: Serbia in un girone e Albania in un altro. Fare i moralisti non serve a nulla, perché poi ci ritroviamo a commentare situazioni del genere.

A prescindere da come finirà questa vicenda, in teoria l’8 ottobre dell’anno prossimo si dovrà giocare il ritorno del match, questa volta in Albania. Posto che le tensioni tra i due popoli sono molto radicate, è difficile pensare che la questione possa sopirsi per allora. Come agire?

Riguardo a questo, penso che la partita di ritorno si disputerà sicuramente a porte chiuse, se non in campo neutro. Dispiace molto per i tifosi albanesi, perché il primo ministro aveva promesso che la partita contro la Serbia si sarebbe disputata nel nuovo “Loro Boriçi” di Scutari che arriverà ad ospitare all’incirca 20.000 persone. Lo sport dovrebbe servire ad unire i popoli, ma quando si ha a che fare con “bestie selvatiche” fare pensieri o ragionare non serve proprio a nulla…

Ovviamente, sono dispostissimo ad ospitare su questo blog anche l’opinione di chi vede le cose dall’altra parte della barricata, ovvero sia da quella dei serbi.

Quindi, ci fosse qualche serbo intenzionato a portare il proprio punto di vista riguardo a quanto accaduto settimana scorsa non deve far altro che contattarmi via mail: [email protected]

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