Addio Ronaldo: autopsia di un matrimonio fallito

Trattare un argomento come l’addio di Ronaldo dalla Juventus non è sicuramente cosa facile, ma del resto è impossibile astenersi per chiunque sia anche solo minimamente interessato al mondo del pallone.

Perché l’ingaggio del fenomeno lusitano da parte del club torinese è considerabile come uno dei colpi di mercato più importanti nella storia del nostro calcio, per una serie di motivi, e questo nonostante Ronaldo stesso non fosse più, inevitabilmente, nel proprio prime.

Ciò premesso, tratteggio subito contorni ben definiti al mio pensiero.

Ronaldo era un acquisto che doveva essere fatto nella situazione in cui maturò la possibilità di prenderlo, nonché una cessione altrettanto doverosa oggi.

Semmai, in questo senso, discuterei più che altro modalità e tempistiche, certamente non delle migliori pur per un club che, da fuori, sembra essere un po’ andato in confusione gestionale negli ultimi anni.

Addio Ronaldo

Addio Ronaldo: l’acquisto

Ma partiamo dal principio: perché dico che Ronaldo non potesse non essere acquistato, quando nell’estate del 2018 si presentò l’occasione di prelevarlo dal Real Madrid?

Perché si trattava di uno dei due giocatori più forti dei precedenti quindici anni, un fenomeno tra i più scintillanti nella storia del calcio, un bomber implacabile, nonché un collettore di interessi mediatici senza pari in questo sport.

Se da un punto di vista calcistico, infatti, può essere sempre verde la discussione su chi sia stato superiore tra lui e Messi, dal punto di vista dell’immagine invece i dati certificano che sia lui il riferimento assoluto.

Dobbiamo qui ricordare come la Juventus arrivava da anni di crescita economica, strutturale, societaria e sportiva con pochi pari nella storia recente del nostro calcio.

Una crescita che però in qualche modo sembrava essere andata “a saturazione”.

Avete presente quando da piccoli provavate a mettere il sale nell’acqua e ne buttavate finché questo smetteva di sciogliersi? Ecco, la situazione Bianconera sembrava essere un po’ questa.

Che fare, quindi?

Giusta o sbagliata che fosse, ed a mio avviso poteva essere una soluzione assolutamente corretta, l’idea del management juventino, o almeno una parte di esso (pare infatti che Beppe Marotta non fosse d’accordo con questa soluzione, e non a caso di lì a breve lasciò Torino), fu quella di cercare un game changer, un punto di rottura che permettesse al club di superare i limiti raggiunti sino a quel momento.

Tra le premesse di questo discorso bisogna anche sottolineare come il fatto di operare in un sistema disfunzionale come quello del calcio italiano di certo non aiutava la Juventus a superare “naturalmente” questo limite.

Avesse fatto parte del “sistema Premier League”, ad esempio, il punto di saturazione sarebbe stato molto più in alto, e la Juventus avrebbe potuto continuare a far progredire la propria crescita senza andare all in su un’operazione di questo genere.

Ecco quindi che Agnelli e soci decisero per un investimento che ha avuto queste dimensioni: 116 milioni (inclusi oneri accessori) per il prezzo di acquisto, più 58 milioni di stipendio lordo per un contratto di 4 anni.

Il tutto per un peso annuo a bilancio da 87 milioni, tra ammortamento e retribuzione.

Un investimento enorme, parzialmente giustificato però dal fatto che proprio quel 30 giugno 2017 si era chiuso il fatturato più ricco nella storia del club: 411,56 milioni di ricavi caratteristici, cui si aggiungevano 151 e rotti milioni relativi ai proventi dalle varie cessioni per un totale di 562.711.054 milioni di fatturato complessivo.

L’impatto di Ronaldo alla Juve

Ovviamente l’idea che Ronaldo potesse ripagarsi da sé con la vendita delle sue magliette, refrain che piacque molto ripetere a qualcuno nel corso di quelle settimane, era piuttosto fallace, ma l’impatto dell’ex Real si fece comunque sentire un po’ in tutti i settori.

Vediamoli con calma.

  • Alla sua prima stagione segnò subito 28 gol in 43 gare, per arrivare a 101 in 134 nel complesso della sua esperienza in Bianconero, cui vanno aggiunti altri 22 assist per un totale complessivo di 123 contribuzioni in 11.508 minuti, ovvero una ogni 93,56.
  • I ricavi da stadio, grazie all’aumento dei prezzi che conseguì all’acquisto di Ronaldo, passarono da 60 a 74 milioni, con un aumento del 23,3%.
  • Il segmento commerciale passò da 126 a 170 milioni, con un aumento del 34,9%.
  • Riguardo al commerciale, da sottolineare l’aumento da 19 a 44 milioni degli incassi da merchandising, trainati proprio dalla vendita delle famose magliette, raddoppiate da un anno all’altro (da mezzo milione ad un milione di esemplari); in questo senso l’aumento è stato addirittura del 151,6%.
  • Altro effetto importante, quello del “valore commerciale” della maglia: il valore del contratto con lo sponsor tecnico Adidas è passato da 23 a 51 milioni, il main sponsor Jeep da 17 a 42 milioni (poi 45) e con l’accordo con Cygames si è arrivati a circa 100 milioni di sponsorizzazioni.
  • I ricavi da sponsor e pubblicità tra la stagione 2017/18, ovvero quella precedente all’arrivo di Ronaldo, e la 2019/20, ovvero quella che venne parzialmente colpita dall’arrivo della pandemia, ha visto un incremento da 87 a 130 milioni, per un più 49,4%.
  • I social del club sono poi letteralmente esplosi, passando da un totale di 50,4 milioni di follower tra Facebook, Twitter, Instagram e Youtube a ben 113,2 milioni attuali, con un incremento del 124,2%.
  • Inevitabile anche la crescita di tifosi nel mondo, che se nel maggio 2018 erano stati stimati da Nielsen in 385 milioni di persone, nel maggio del 2020 erano diventate 545 milioni, con un incremento del 41,6%.

Insomma, fino all’arrivo della scure pandemica l’acquisto di Ronaldo aveva portato effetti positivi (ovviamente non è semplice stimare quanto di questi incrementi sia direttamente ascrivibile a lui e quanto fosse invece fisiologico, ma del resto abbiamo detto che la crescita della Juve sembrava vicina alla saturazione e quindi inevitabilmente Ronnie non può che aver fatto da importante detonatore per ottenere questi numeri) sotto un po’ tutti gli aspetti.

Certo, resta la macchia di una Champions League che non è stata nemmeno più sfiorata, ma in questo senso è pure chiaro che non può essere un singolo giocatore, magari inserito in un contesto non così all’altezza, a portarti un alloro di quel tipo.

Addio Ronaldo: perché sì

E proprio da questa considerazione discende quindi il mio perché riguardante il fatto che oggi lo cederei “assolutamente”: Ronaldo ha segnato un punto di rottura nella gestione del club Bianconero, tanto che se nel 2017/2018 (ovvero l’ultima stagione pre-Cristiano) la spesa per stipendi era stata di 259 milioni, nel 2019/20 sarebbe stata di ben 374, al netto del risparmio di 90 milioni dovuto agli accordi stretti coi giocatori in seguito al Covid.

E proprio la pandemia sembra essere stata un’importante sliding door per la Juventus, che con l’arrivo di Ronaldo aveva appunto deciso di far crescere in maniera importante i propri costi scommettendo sul fatto che un po’ la presenza del fenomeno lusitano ed un po’ i risultati sportivi avrebbero garantito sostenibilità a questa sostanziosa espansione.

Noi non possiamo sapere come sarebbe andata senza Covid, se effettivamente questo incremento dei costi, in primis derivante proprio dall’arrivo di Ronaldo, sarebbe stato più gestibile o meno.

Di certo sappiamo che oggi il fatturato non solo non ha continuato quella crescita che sembrava aver preso il via dopo quell’ingaggio, ma ha subito danni importanti dalla chiusura degli stadi, dalla “digitalizzazione” che per mesi ha dovuto subire l’intero comparto merchandising, ecc.

Se già in questi anni la Juventus ha fatto fatica, un po’ per limiti economici ed un po’ per valutazioni tecniche discutibili, a costruire a Ronaldo un supporting cast adeguato, di certo non era pensabile che le cose potessero cambiare questa estate, con la Juve “impiccata” da altissimi livelli di spesa a fronte di introiti che, appunto, si erano contratti anziché espandersi per quanto auspicato.

Ecco perché ho ripetuto per mesi che se fossi stato nella Juventus avrei dato l’addio a Ronaldo.

Non perché reputo sbagliato il suo acquisto, che in quel momento e con quelle premesse fu doveroso, ma perché oggi, nonostante siano passati solo tre anni, la situazione si è completamente stravolta, in primis a causa della pandemia, e le considerazioni non possono che mutare con lo stravolgimento della situazione stessa.

Come dicevo in apertura di questa mia considerazione, però, discuterei le tempistiche ed i modi.

In attesa di capire quali saranno le condizioni dell’addio a Ronaldo (ovvero, sarà importante capire se verrà fatta o meno una minusvalenza), di certo ridursi a quattro giorni dal termine del mercato non è positivo, per tanti motivi, tecnici e non.

Ed il discorso non è tanto e non è solo che con una cessione avvenuta due mesi fa avresti avuto più tempo per cercare un sostituto, perché non mi aspetto l’arrivo di un “top player” assoluto in luogo del lusitano.

Ma proprio perché avresti avuto tutta l’estate per metabolizzare questo addio a Ronaldo, lavorare sul e con il sostituto, presentarti – per quanto possibile – con più serenità all’avvio di questa nuova stagione.

Invece Ronaldo è sceso in campo domenica, per altro segnando (un gol poi annullato per fuorigioco), tu ci hai fatto conto fino ad ora… e di punto in bianco ti troverai senza un giocatore che nelle prime tre stagioni ti aveva garantito 33,6 gol annui.

Non una roba da poco…!

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