Allegri a Sky Calcio Club: il ritorno sulle scene!

Ieri Massimiliano Allegri a Sky è tornato a parlare in tv dopo quasi due anni, ed è stata sicuramente una chiacchierata interessante.

Riprendo qualche passaggio, dicendo la mia al riguardo.

Allegri a Sky

Allegri a Sky: “Il calcio è una roba seria… mica…”

Inizio da qui anche se non era l’inizio.

Perché Allegri fu quello che, palesemente per trollare, disse che il calcio è “semplice”.

Ieri ha lasciato intendere l’opposto.

Il calcio non è semplice, perché non può essere considerato tale una cosa che ha tutti questi risvolti.

Poi uno può interpretarlo come vuole, ma resta un insieme complesso di cose, serve studio, servono competenze sempre più alte e specifiche…

Probabilmente all’epoca Allegri voleva intendere semplice in maniera diversa da come passò.

Perché purtroppo in molti l’hanno interpretata come “banale” e ora ripetono che il calcio sia semplice come un mantra.

Spesso non riuscendo poi nemmeno a comprendere concetti di gioco elementari, per tanto il calcio è semplice.

Avrei preferito che già all’epoca lasciasse intendere che il calcio è una roba seria, anziché dire semplice e far passare il concetto della banalità.

Allegri a Sky: “Quando alleno vedo poche partite, mi annoio, non mi diverto”

Posto che ogni allenatore fa ovviamente quello che crede, e che alla fine l’importante sono i risultati (non solo vincere, ma anche valorizzare la squadra che ti danno a disposizione) credo che rimanere costantemente aggiornato, soprattutto su ciò che accade all’estero, sia importante.

Vero che allenando in Champions qualche squadra la incontri, e magari trollava, però mi aspetterei che un allenatore di quel livello “studi” molto più di quello che lascia intendere Allegri.

Anche perché non siamo più negli anni 80, oggi davvero ogni squadra è un mondo.

Che, se fai quel lavoro, merita a mio avviso di essere conosciuto.

Allegri a Sky: “Nel calcio italiano bisogna rimboccarsi tutti le maniche”

Perfetto.

Non credo succederà, ma è perfetto.

Allegri a Sky: “Non è né tutto giusto quello che facevano gli allenatori vecchio stile, né tutto sbagliato. Idem oggi. Ci vuole equilibrio”

Perfetto anche qui.

Mi permetto però di dire che lui in primis, a livello di dichiarazioni in questo caso, anni fa vestì i panni del crociato in una discussione inutile e fine a sé stessa, che non ha senso di esistere, tra risultatisti e giochisti.

Il problema è che poi tanta gente che guarda la tv ci crede a ‘ste robe.

Ecco, forse chiudere sul nascere la discussione già all’epoca con una dichiarazione del genere avrebbe inquinato meno il dibattito calcistico italiano.

Perché ‘sta roba qui ridendo e scherzando la paghiamo ancora oggi.

Allegri a Sky: “Bisognerebbe mettere più al centro di nuovo il giocatore e lavorarci. La tattica serve, nessun allenatore non organizza la squadra, però poi ci lamentiamo quando in Europa giochiamo contro giocatori che giocano la palla a cento all’ora. Dobbiamo riniziare di nuovo a lavorare nei settori giovanili sulla tecnica individuale, tattica individuale, tecnica in velocità”

Anche qui davvero perfetto, del resto è quello che ho detto io stesso dopo le eliminazioni multiple in Europa e quindi ovviamente non posso non essere d’accordo.

Allegri in realtà sembra parlarne con fare sminuente verso la tattica, che per lui sembra evidentemente essere solo la ricerca dell’equilibrio, ed in questo senso non sarei d’accordo.

Ma per quello che riguarda il fatto che nel calcio italiano siamo arrivati (da anni, per altro) ad un punto in cui bisogna rimettere al centro la tecnica e la tattica individuale sono d’accordissimo.

L’ho già detto, se all’estero vanno a mille all’ora non è solo una questione atletica, è che riescono a tenere quei ritmi da un punto di vista tecnico, perché più sale il ritmo e più sei portato a sbagliare se non sei tecnicamente preparato.

E quindi se non lo sei, sei costretto a tenere il ritmo più basso per sbagliare meno.

Solo che finché i giocatori verranno scelti perché sono dei corazzieri o dei quattrocentisti piuttosto che perché sanno giocare al pallone, e parlo di criteri nel settore giovanile, non so la cosa quanto possa cambiare.

Allegri a Sky: “I giocatori sono diventati uno strumento per dimostrare che gli allenatori sono bravi. L’allenatore è bravo quando vince, quando crea valore”

Allegri ha usato migliaia di volte la parola equilibrio, stavolta la uso io.

Ci vuole equilibrio, perché è vero che i giocatori, soprattutto nel settore giovanile (!!!) non sono uno strumento che deve servire all’allenatore per farsi bello, però nel contempo non si può nemmeno pensare che il calcio siano 11 singoli che devono stare semplicemente in campo con equilibrio.

Per creare valore, e sperabilmente vincere, devi saper lavorare per migliorare il singolo, ma il miglioramento del singolo viene anche attraverso la capacità di calarlo in un contesto funzionale, che ne esalti le caratteristiche.

Allegri a Sky

Se tu allenatore sai migliorare il tuo ragazzo e costruisci un contesto in cui tutti ed 11 i tuoi giocatori riescano ad essere valorizzati, hai fatto bingo.

A prescindere dal fatto che tu possa vincere o meno, perché poi vince una sola, hai fatto quello per cui sei pagato, a mio avviso.

Quindi su questo sono tendenzialmente meno d’accordo: giocatori come strumento onanistico per l’allenatore no, ma non sottovalutiamo nemmeno la creazione del contesto di gioco, perché il calcio di strada è bello ma il calcio professionistico è un altro sport.

Tanto più il calcio professionistico moderno.

Allegri a Sky: “Io sono stato innamorato perso dei miei giocatori”

E che vuoi dirgli, chi ama il calcio non può non fare altrettanto.

Allegri a Sky

Allegri a Sky: “Il calcio è gesti tecnici all’interno di una organizzazione, ma non puoi partire da una organizzazione se mancano gli interpreti”

Anche qui, perfetto.

Però ripeto, bisogna intendersi con cosa significhi organizzazione.

Perché per Allegri sembra sempre essere banalmente la ricerca di un equilibrio, per me è la creazione di un contesto capace di valorizzare i giocatori anche oltre le singole possibilità di ognuno.

Un moltiplicatore di valore, insomma.

E mi sembra una differenza non banale, che mi ha sempre un po’ visto in contrapposizione filosofica con il tecnico toscano.

Perché per creare un contesto capace di valorizzare i singoli è implicito che ci debba essere un equilibrio.

Quindi chi mi parla di andare solo alla ricerca di un equilibrio di per sé è come se mi stesse dicendo che vuole limitarsi a fare solo un pezzo di lavoro, il primo, e poi il resto sia tutto in capo ai giocatori.

E allora se le parole prese letteralmente sono perfette, perché è chiaro che anche per me il contesto viene dopo i giocatori, (molto) meno perfetto è questo modo di intendere il calcio.

Allegri a Sky: “Bisogna ritornare all’ABC del calcio, fare un passo indietro a volte significa farne tre in avanti”

Allora non sarei molto d’accordo, ma dipende cosa si sottindenda.

Il problema è che questo detto-non-detto lascerà a molti l’impressione che Allegri voglia tornare ad un calcio pane e salame, con gli stopper ed i terzini rimpiazzati in campo da una mietitrebbia, palloni sparati lunghi in avanti, centravanti-boa coi gomiti appuntiti e via di mischia in mischia fino a guadagnare il punto.

Invece io credo che, per il passaggio che accenna sul fatto che non tutti i passaggi sono uguali, volesse ricollegarsi al discorso precedente della tecnica individuale.

E se la mia interpretazione, come credo, è corretta, in questo senso non posso non dargli ragione: fare un passo indietro ce ne farebbe fare tre in avanti.

In questo senso.

Allegri a Sky: “La costruzione del basso la fanno tutti. C’è da far capire quando si deve fare, quando si deve fare e quando non si deve fare”

Perfetto anche qui.

Ed allora siamo già comunque un passo avanti rispetto all’idea del dare “equilibrio” e basta.

Detto ciò come ho già avuto modo di dire, la costruzione dal basso è generalmente un plus ma è evidente che come qualsiasi cosa non deve essere estremizzata, o diventa dannosa.

Allegri a Sky: “Bisogna essere più insegnanti, soprattutto nei settori giovanili”

E che vuoi dirgli.

Poi bisogna farlo, ma che vuoi dirgli.

Allegri a Sky: “Ci vuole anche un gioco di squadra. Ma per farlo diventare un gioco di squadra serve che i giocatori si passino bene la palla”

Anche qui, si torna sull’importanza della formazione.

Poi non è che in Italia non si sappia passare la palla.

Ma ripeto, se vuoi tenere certi ritmi devi avere la capacità di farla circolare a quella velocità lì.

Che, per tornare alla questione del gioco semplice, non è una cosa banale.

Altrimenti lo farebbero tutti.

Allegri a Sky: “Con la Juventus ci siamo divisi in modo naturale. C’è stata una diversità di vedute. Non sul tipo di gioco, la Juventus deve vincere, non è che c’è da fare tanto. Non mi disse avrebbe scelto Sarri. Eravamo d’accordo quasi su tutto, la scelta è stata del Presidente, con cui sono rimasto in ottimi rapporti. Quei cinque anni sono irripetibili, è stata un’alchimia dove si sono incastrate delle cose e ci siamo divertiti. L’ultimo anno abbiamo vinto il campionato in 30 partite, poi usciti dalla coppa la stagione è andata a scemare, quel finale di stagione è stata la logica fine del mio rapporto con la Juventus”

Io penso, come ebbi modo di dire all’epoca, che il suo ciclo juventino fosse palesemente finito.

A prescindere da ogni altra considerazione, sembrava proprio non potesse continuare su quella panchina.

Per me quel rapporto non poteva che interrompersi lì.

Allegri a Sky: “Fare l’allenatore è un mestiere molto difficile”

Ma come?

Se il calcio fosse semplice, come potrebbe l’allenatore essere un mestiere difficile!?

E si torna a quanto dicevo in apertura: estremizzò un concetto per reazione ad un discorso che non gli piaceva, facendo però passare un messaggio sbagliato che è stato assorbito da persone che ora pensano il calcio sia una cosa banale.

Purtroppo, anche involontariamente, ha inquinato il dibattito calcistico in Italia, con questa banalizzazione.

Allegri a Sky: “La gestione delle risorse umane è fondamentale”

Concordo anche su questo.

Non che poi fare l’allenatore significhi solo gestire le risorse umane (torniamo anche al suo stesso discorso precedente: devi dare equilibrio, devi a mio avviso costruire un contesto che valorizzi i giocatori, devi migliorare i singoli, ecc.), però è chiaro che se non sai gestire i tuoi ragazzi, i rapporti con la dirigenza ed il tuo staff diventa difficile lavorare bene ed ottenere risultati.

Allegri a Sky: “L’allenatore vive di sensazioni. Se devi sostituire quello non è che c’è scritto da qualche parte”

Ecco, a mio avviso questo è chiaramente vero e vale per qualsiasi cosa, anche lo scout anche di sensazioni.

Però penso che l’evoluzione del calcio e dell’applicazione della tecnologia potrà arrivare in aiuto anche degli allenatori.

Ad esempio per testare l’efficienza fisica e l’efficacia dei giocatori in campo, dando così anche eventuali indicazioni su cosa o chi cambiare.

Ovvio però che a queste novità uno debba essere mentalmente aperto!


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