Bosnia vs. Portogallo – Playoff di qualificazione ad Euro 2012 – 11/11/11

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La Bosnia gioca in casa, ma è il Portogallo a fare la partita.

E così Dzeko, il giocatore più atteso del match assieme a Cristiano Ronaldo, si trova a gironzolare senza meta dalle parti della difesa lusitana, senza però ricevere palloni giocabili.

Dall’altra parte, invece, Portogallo che prende in mano il pallino del gioco pur senza strafare. Mostrando però, di contro, l’assenza – ormai atavica – di una punta “di peso” là davanti.

Postiga ci mette infatti ben diciannove minuti a farsi anche solo vedere. E la cosa capita quando Moutinho gli appoggia una palla di testa che va solo spinta in rete.
Peccato che lui la pensa diversamente e la calcia alle stelle.

Postiga che subito dopo ne combina anche una peggiore: Nani sfonda sulla destra e crossa sul secondo palo verso l’accorrente Moutinho, che potrebbe calciare al volo fronte alla porta.
Postiga, però, vuole dimostrare di poter essere l’uomo-goal che serve a questo Portogallo ed anticipa il compagno con un’improbabile rovesciata. Palla sbucciata e levata dal piede del centrocampista del Porto, occasione sprecata malamente.

O, ancora, al cinquantottesimo Moutinho mette palla in mezzo su punizione, panico, sfera che ballonzola in area e viene calciata di forza da Postiga, da non una decina di metri dalla linea di porta. Fuori, ovviamente.

Non è quindi un caso se poco dopo l’ora di gioco Helder lascia il posto ad Hugo Almeida.

Abbastanza particolare, insomma, trovarsi in una situazione in cui una squadra – la Bosnia – ha un giocatore di livello internazionale che non riesce però a mettere in condizione di giocare. Ed in cui l’altra formazione ha invece proprio nella prima punta la propria mancanza principale.

Chissà cosa sarebbe il Portogallo con Dzeko prima punta, assistito da Nani e Ronaldo…

Portogallo che, comunque, non è solo tanto palleggio e basta.

I lusitani mettono infatti in campo una grandissima aggressività, con cui riescono a mettere in grossa difficoltà ogni singola ripartenza avversaria.

A centrocampo, infatti, i portoghesi tendono a creare una grandissima densità con cui cercano di non far respirare i portatori di palla bosniaci.

Ecco spiegata la solitudine del malcapitato Dzeko: impossibilità spiccata di portare una ripartenza, l’unica punta si trova estraniata dal gioco potendoci fare ben poco.

A dominare il match è comunque l’atletismo di Pepe, che si sdoppia diventando a suo modo devastante.

Da una parte, infatti, annulla Dzeko – le poche volte che può toccare la palla – e chiunque transiti dalle sue parti, le poche volte che la Bosnia riesce a superare la metà campo.

Dall’altra si stacca spesso, in fase di non possesso, dalla linea difensiva, per allinearsi a Veloso e creare quella densità a centrocampo che, come detto, è fondamentale per dominare il match.

Pepe che proprio al di sopra della linea di centrocampo fa le cose migliori, anticipando diverse volte gli avversari per annullare sul nascere le loro ripartenze e andando a dare ulteriore nerbo al reparto nevralgico del campo.

Pepe che comunque non è l’unico a mettersi in mostra.

Bene anche Cristiano Ronaldo, che pur senza incidere come saprebbe mette in difficoltà la retroguardia avversaria ogni qualvolta tocca la palla.

Non male anche il genoano Veloso, presenza importante in mediana che stasera mi ricorda un po’ il miglior Palombo a livello di sapienza tattica: non si vede tantissimo ma si muove bene, sempre a dovere.

Tra i protagonisti del match c’è comunque anche quel campo che tante polemiche aveva creato nei giorni precedenti alla partita.
Fa abbastanza specie, in questo senso, vedere Ronaldo che entra in area da sinistra lanciato da uno splendido tacco di Nani e che calcia di sinistro per cercare il primo palo, non inquadrando però minimamente la porta. Con un bel pezzo di zolla che si solleva e vola via, a sottolineare che, tutto sommato, probabilmente la Federazione portoghese non mentiva quando diceva che il campo era in pessime condizioni…

Le polemiche arbitrali, anche se in realtà solo supposte dato che in campo nessuno dice nulla, possono invece scaturire dal presunto tocco di mano di Coentrao che, ad un quarto d’ora dalla fine, buca l’anticipo su Ibisevic sfiorando però la sfera, pare, con la mano.

Lo 0 a 0 finale può quindi un po’ trarre in inganno.

Il match che viene disputato da una Bosnia abbottonatissima ed un Portogallo che cerca il massimo risultato col minimo sforzo è comunque tutt’altro che disprezzabile. E anzi, si fa guardare piuttosto bene, con diverse situazioni interessanti da notare.

Bosniaci che continuano quindi a mantenere una minima speranza di passare il turno. Ma se i lusitani non si suicideranno in casa saranno sicuramente loro a staccare il biglietto per Polonia e Ucraina.

Una cosa in questo senso va comunque detta: non è certo un caso se i bosniaci si fanno più pericolosi con l’ingresso di Ibisevic, che va ad affiancare Dzeko.

Giocando in casa avrebbero dovuto partire direttamente così e giocarsela. 0 a 0 in casa significa, sulla carta, poter anche pareggiare con goal al ritorno. Ma andare in Portogallo e non farsi schiacciare sarà veramente dura…