Da Drogba ad Emre, il calcio nell’ex Impero Ottomano

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Il nostro girovagare alla scoperta del calcio nei vari angoli del mondo ci porta oggi in Turchia. Ho infatti contattato Bruno Bottaro, fondatore di CalcioTurco.com, per fare il punto della situazione di quanto sta accadendo oggi nell’ex Impero Ottomano. Dove come da tradizione Galatasaray e Fenerbache duellano per la vittoria…

Galatasaray – Fenerbahçe. Il calcio turco si può forse riassumere un po’ tutto in questa sfida. Le due squadre più titolate del paese, le due squadre che si sono divise otto degli ultimi dieci titoli, le due squadre che si sono appena scontrate al vertice. Partiamo da qui: che partita è stata?
Una partita aspra, dura, piena di cartellini (14 gialli e 2 rossi): insomma, più una battaglia che un match qualsiasi. Due vecchie conoscenze del campionato italiano al centro del ring: parliamo di Felipe Melo (ex Juve e Fiorentina) ed Emre Belozoglu (ex Inter), che in una partita del genere non si sono tirati indietro. Come prevedibile, sono stati proprio loro i due espulsi. In ogni caso quasi sempre è così, in Turchia. Il calcio è vissuto con enorme passione dai tifosi, che purtroppo molte volte superano il limite. Lo scontro più acceso è senz’altro quello tra Galatasaray e Fenerbahçe: la parte europea di Istanbul contro quella asiatica, una sfida di stili di vita, culture e modi di essere. Va anche detto che nel match di ieri ad aver superato il limite sono stati i giocatori, più caldi nelle risse che con il pallone tra i piedi; sugli spalti invece i tifosi del Galatasaray sono stati essenzialmente corretti. L’unico episodio vergognoso a proposito è avvenuto fuori dallo stadio, con il pullman ospite assaltato da un gruppo di ultrà. Fatti che purtroppo sono all’ordine del giorno anche qui in Italia…
Venendo al campionato, il Fenerbahçe mantiene un buon vantaggio sui propri acerrimi rivali. Chi pensi la spunterà, alla fine?
Il titolo è saldamente nelle mani del Fenerbahçe, che nonostante la sconfitta nel derby resta a +7 sul Galatasaray. Il vantaggio dei Canarini potrebbe aumentare ulteriormente, dato che la Turkish Football Federation ha lasciato in sospeso una decisione importante: si tratta di Trabzonspor-Fenerbahçe, match sospeso per lancio di oggetti in campo da parte dei tifosi di casa. Con tutta probabilità il risultato sarà assegnato 0-3 a tavolino. Così il Fenerbahçe salirà a +10, un vantaggio quasi impossibile da demolire in 6 giornate. Il Galatasaray si concentrerà piuttosto sulla lotta per il secondo posto contro il Besiktas: in gioco c’è l’accesso diretto alla Champions League, dato che il Fenerbahçe pagherà ancora un anno di squalifica per il caso calcioscommesse del 2011.
19 titoli il Galatasaray, che ha vinto gli ultimi due, 18 il Fenerbahçe, che quest’anno potrebbe pareggiare i conti. Fermo a 13 il Besiktas, che negli ultimi vent’anni è riuscito ad imporsi solo in due occasioni. Nei prossimi anni le Aquile Nere pensi potranno colmare il gap tecnico con le due squadre che le precedono nell’albo d’oro?
Assolutamente. Sulla riva europea del Bosforo in una location suggestiva come poche è in costruzione la nuova Vodafone Arena, stadio di proprietà da 40mila posti che darà nuova energia ai bianconeri di Istanbul. La tifoseria locale – i çarsi, gruppo ultrà d’ispirazione anarchica – è l’anima delle Aquile Nere e può dare un grande impulso per far rinascere un ambiente in una fase delicata. Il Besiktas è il club del popolo, che tenta da anni di contrastare l’egemonia delle altre due superpotenze di Istanbul. Club virtuoso anche dal punto di vista societario, è stato ingiustamente coinvolto nel calderone del calcioscommesse 2010-2011, da cui è poi uscito pulito in seguito alle sentenze della giustizia ordinaria. L’UEFA ha penalizzato il Besiktas senza aspettare l’esito del terzo grado di giudizio, una scelta davvero al limite di qualsiasi logica di regolamento. In ogni caso, le Aquile Nere hanno faticato in questa tribolata stagione senza stadio: tutti aspettano quella Vodafone Arena che rimescolerà le carte. Da lì ripartirà il Besiktas, cercando di crescere di anno in anno per ritagliarsi uno spazio importante, sia in Turchia che nelle competizioni europee.
Quattro anni fa salì alla ribalta il fenomeno Bursaspor, oggi undicesimo in classifica. A cosa è stata dovuta questa rapidissima ascensione con successivo immediato declino dei Coccodrilli?
La storia del Bursaspor e del titolo 2009-2010 è una delle più belle dell’intero panorama calcistico turco e merita di essere raccontata. Club relativamente recente, fondato nel 1963, ha iniziato a pensare al titolo soltanto nei primi anni 2000. Una fortunata serie di circostanze ha permesso ai Coccodrilli Verdi di arrivare nell’aprile di quella stagione nelle vicinanze del Fenerbahçe capolista. In quelle ultime partite, l’ambiente casalingo del Bursa Ataturk Stadium ha fatto la differenza: giocarci era impossibile, la squadra era compatta e faceva impazzire il pubblico. Il fantasista argentino Pablo Batalla fu il trascinatore; quest’anno purtroppo ha lasciato la Super Lig per cercare fortuna in Cina. 
Quello del 2009-2010, in ogni caso, non fu un trionfo qualunque. Avvenne all’ultima giornata di campionato e resta tuttora il primo ed unico titolo nazionale del Bursaspor, che negli anni seguenti ha pagato una sorta di appagamento dell’ambiente. La dirigenza non ha saputo dare continuità al progetto, che però non finisce in quel 2010. Anche il Bursaspor infatti punta a rilanciarsi grazie al nuovo stadio di proprietà, la Timsah Arena, impianto da 40mila posti a forma di Coccodrillo verde. L’arena verrà inaugurata all’inizio della prossima stagione e sicuramente, anche grazie al suo aspetto particolare, lascerà il segno nel panorama calcistico europeo.
La lotta è appassionante anche in zona retrocessione, dove nessuna squadra sembra spacciata ed in totale sono almeno sei le squadre tutt’altro che tranquille. Chi pensi subirà l’onta della discesa in TFF 1 Lig?
Impossibile fare pronostici in zona-retrocessione quest’anno: l’esempio lampante è il Kayserispor, formazione costruita per puntare all’Europa, ora all’ultimo posto in classifica. I giallorossi di Kayseri sono reduci da una serie positiva e potrebbero farcela (anche se è durissima); interessante il duello-salvezza contro l’altra compagine di Kayseri, l’Erciyesspor trascinato dall’attaccante portoghese Edinho (9 gol in 9 partite!). 
La squadra meno in forma, al momento, è l’Elazigspor di Buruk, ex-centrocampista dell’Inter. Ora Okan Buruk allena; nonostante l’attuale posizione in classifica ha fatto un buon lavoro, portando quella che è potenzialmente la peggiore compagine di Super Lig verso una dignitosa lotta-salvezza. Credo che sia proprio l’Elazigspor a rischiare di più, insieme all’Antalyaspor. Anche questa è una sorpresa, trattandosi di una formazione costruita per ben altri obiettivi; ma il disastroso lavoro dell’allenatore Samet Aybaba prima, e di Fuat Capa adesso, sta portando gli “Scorpioni” di Antalya verso la 1 Lig.
La classifica dei cannonieri è attualmente guidata da Chahechouhe, Stancu e Yilmaz (vincitore delle ultime due classifiche cannonieri), tutti appaiati a quota 13 realizzazioni. Sono però una quindicina, vista la classifica molto corta, i giocatori che possono giocarsi questo titolo fino alla fine. Guarda dentro la palla di cristallo: chi la spunterà?
Anche in questo caso esprimere un pronostico è estremamente difficile, ma ci proverò. I giocatori coinvolti sono tantissimi; ad oggi punto su Aatif Chahechouhe, ala sinistra del Sivasspor di Roberto Carlos. Senza dubbio è lui la sorpresa della stagione, esaltato dal super-offensivo 4-2-3-1 del tecnico brasiliano. Chahechouhe sta dimostrando di avere un eccezionale fiuto del gol. Chissà che non venga premiato, a fine stagione, da un trasferimento in un club più blasonato. Sempre che non voglia restare: il Sivasspor è in zona-Europa League…
Ultimamente il calcio turco ha dato dimostrazione, con gli acquisti di Sneijder e Drogba ma non solo, di essere capace di effettuare acquisti economicamente molto importanti. Pensi che il calcio turco possa accrescere ulteriormente il proprio livello nei prossimi anni?
Certamente. La tassazione favorevole aiuta i club ad ingaggiare giocatori dagli stipendi più alti, anche se purtroppo il limite imposto al tesseramento di stranieri (massimo 10 per rosa e 6 in campo) rischia di azzoppare una lega che ha bisogno di campioni. Probabilmente la Turkish Football Federation dovrà rivedere questa tanto criticata “Foreigner Rule”, altrimenti il campionato turco non riuscirà mai a crescere quanto merita.
Ho avuto la fortuna di andare in Turchia l’anno scorso e di respirare personalmente l’aria di un paese in crescita. Il calcio locale è sempre più attraente, gli ambienti infuocati come Galatasaray e Fenerbahçe hanno grande appeal – lo stesso arrivo di Mancini lo dimostra. Le società turche stanno guadagnando visibilità, grazie alle recenti buone prove in Champions ed Europa League. La situazione degli stadi di proprietà, inoltre, è avanti anni-luce rispetto all’Italia: ambienti come quelli in costruzione a Bursa, Konya, Antalya, Trebisonda e Besiktas ce li sogniamo. Peccato per il caso calcio-scommesse, che rimarrà come un’ombra indelebile sul calcio turco per i prossimi anni.
Capitolo giovani, inevitabile quando si parla con me. Chi sono i prospetti più interessanti del calcio turco?
La stagione attuale di Super Lig ci sta offrendo grandi spunti, a proposito di giovani talenti. Per quanto riguarda gli stranieri presenti in Turchia, il Mondiale Under-20 giocato proprio tra l’Anatolia e Istanbul ha dato grande impulso. Il primo nome che viene in mente è senza dubbio Ali Adnan Kadhim Al-Tameemi, terzino iracheno classe ’93 del Rizespor: i suoi video su Youtube stanno facendo il giro del mondo, il suo spettacolare sinistro ricorda quello di Roberto Carlos. Un altro protagonista della rassegna mondiale sbarcato in Turchia è Bruma, portoghese classe ’94 del Galatasaray che purtroppo ha appena patito la rottura del crociato. Ma avrà tempo per dimostrare la sua forza…
Capitolo Turchia: i talenti sono tantissimi e attirano sempre più osservatori da tutt’Europa. Salih Uçan (Fenerbahçe – ’94) e Oguzhan Ozyakup (Besiktas – ’92) sono due centrocampisti già completi e in grado di poter dare spettacolo nei prossimi anni. Il difensore che sta offrendo più garanzie è del Galatasaray, si tratta di Semih Kaya (classe ’91), definito da Mancini come “miglior giocatore turco”. Ma è il Bursaspor a battere ogni record di precocità, lanciando il classe ’97 Enes Unal (lui ed Uçan li trovate recensiti nel mio libro: La carica dei 201, ndr), già in gol in Super Lig a 17 anni ed autore di ottime giocate.
Infine un piccolo spazio lo meritano i turchi che hanno cercato fortuna altrove, frutto in parte dell’emigrazione in Germania degli anni ’70; il calcio turco è in crescita anche grazie a loro. L’esempio da seguire è Arda Turan dell’Atletico Madrid; spera di percorrerne le orme Hakan Calhanoglu, trequartista dell’Amburgo. Tutta la Turchia punta già su di lui, per il futuro…

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