NAC Breda: una passione che ha contagiato anche l’Italia

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Continua il nostro giro del mondo, tra paesi e squadre di club, accompagnati di volta in volta da esperti della rete.

Così dopo aver fatto tappa in Serbia la scorsa settimana, quest’oggi voliamo in Olanda, per scoprire una realtà che ha contagiato anche alcuni tifosi italiani: il NAC Breda.

Per farlo ho contattato Luca ed Edoardo, amministratori di Yellow Army Italia. Punto di riferimento per i simpatizzanti di questa – va detto insolita, per le nostre latitudini, squadra.

Ne è uscita una chiacchierata simpatica ed interessante sul mondo dei gialloneri quanto sul calcio olandese un po’ più in generale. Godetevela…

Tifosi del NAC Breda in Italia. Dove e come nasce questa insolita passione?

L: Per quanto mi riguarda nasce da una amicizia quasi trentennale con un ragazzo di Breda, che mi ha avvicinato al NAC e per me è stato impossibile poi non seguire i Rats.

E: Mio padre è nato a Breda. Mi reco in Olanda annualmente, il NAC Breda è l’estensione del mio amore che provo per i Paesi Bassi. Sono cresciuto con l’arancione nel sangue e l’Olanda nel cuore. Adoro il NAC perché è una società di carattere, è molto seguita e ricorda le squadre medio-piccole che oscillano fra la Premier League e la Championship. Ho visto una serie di partite dei Rats, il Rat Velregh Stadion ha un’atmosfera fuori dal comune, ogni volta che metto piede in quello stadio è come essere tornati a casa dopo una lunga assenza.

Quanto è seguito il calcio olandese, in Italia?

L: Sicuramente non tanto come quanto quello Inglese, ma ha comunque il suo “zoccolo duro” di appassionati che lo seguono costantemente. Forse la differenza principale tra calcio Inglese ed Olandese è che dell’Inglese si tende a seguire più le singole squadre, mentre a livello di nazionale gli Oranje godono di forte simpatia presso gli Italiani.

E: Non è sicuramente il campionato straniero più seguito, ma c’è una discreta cerchia di persone, soprattutto coloro che ricordano l’Olanda degli anni 70’ o gli accaniti sostenitori rossoneri che si sono innamorati del trio arancione (Rijkaard, Van Basten, Gullit) negli anni 90’. L’Eredivisie è un po’ bistrattata, è sinonimo di difese ballerine e partite con risultati tennistici, ma un occhio attento rivela che il calcio olandese è molto tattico oltre ad essere estremamente votato allo spettacolo. L’attaccamento alla maglia arancione è maggiore rispetto alle singole società, su questo non c’è alcun dubbio.

Venendo al NAC, la squadra galleggia attualmente a quattro punti di vantaggio sui playout e a cinque di distanza dai playoff. Che giudizio date alla stagione, fino a questo momento? Quali le prospettive?

L: Se mi avessi fatto questa domanda la settimana scorsa ti avrei detto che ci credevo, che il NAC si sarebbe giocato i play-off, ma dopo i passi falsi con Utrecht e Go Ahead Eagles, e soprattutto dopo la sconfitta contro il Twente , non nascondo un po’ di timore. Soprattutto per quanto ho visto in campo Sabato sera. Ora è fondamentale la prossima sfida con l’RKC, se vinciamo siamo salvi, se perdiamo rischiamo seriamente la Erste Divisie. Francamente, visti tutti i problemi affrontati in questa stagione anche a livello societario, non mi sorprende il fatto che la squadra ne abbia risentito e sia in difficoltà. Ma con l’arrivo di Rutjes credo che si possa solo migliorare. Vedo un buon futuro per il NAC Breda.

E: Il NAC non è una squadra da playoff, ha qualcosa in meno rispetto alle altre. Mi dispiace affermare che sotto il profilo della rosa è inferiore anche all’ADO Den Haag o all’Utrecht ad esempio. Siamo una squadra in ricostruzione e per un colpo assoluto di fortuna a dicembre non siamo falliti. Abbiamo un direttore tecnico competente che ama il club, quale Rutjes, a differenza del precedente Van As che ha generato una serie di disastri a cui la società ha dovuto porre rimedio. Le prospettive sono una salvezza sofferta, la stagione non è stato un disastro, ma visto questo finale al cardiopalma sono un po’ deluso rispetto alle premesse.

Passando ai singoli, nel NAC gioca – in prestito dal Chelsea – l’interessantissimo Stipe Perica, punta croata classe 94. Come sta andando il suo campionato? Ha margini di miglioramento tali da poter giocare in un futuro ad un livello superiore?

L: Stipe è un grande! L’ho visto dal vivo e mi ha impressionato. Non tanto per la tecnica, sicuramente deve ancora migliorare molto, quanto per la grinta. Non a caso l’ho soprannominato “il Gladiatore”. Sicuramente è da tenere d’occhio, credo che in futuro, se migliorerà sotto l’aspetto tecnico, lo potremo vedere in un grande club.

E: Stipe Perica è un buon prospetto. Mi ricorda Luca Toni, non è assolutamente un mostro di tecnica, ma si fa il proverbiale mazzo in ogni match. L’ho studiato a fondo, nonostante la sua statura da giocatore di pallacanestro, non è affatto lento. Il suo punto di forza sono le palle alte e di testa, in un campionato come la Eredivisie, è implacabile. Stipe deve lavorare duramente sulla tecnica individuale, perché ad ora non ha un gran dribbling, confido nel ragazzo perché è un professionista serio che ci mette cuore ed anima nel suo lavoro. Il suo futuro? È difficile dirlo. Io lo vedrei bene in Championship o in una piccola squadra della Ligue 1, ma gli auguro di giocare in un top club e spero vivamente mi smentisca.

Chi sono i cardini di questo NAC?

L: A parte capitan Jelle (Ten Rouwelaar, il portiere), che è il vero motivo per cui il NAC Breda in questi anni è rimasto in Eredivisie, due nomi su tutti: Jordy Buijs ed Uros Matic. Sono due certezze. Mentre Buijs già lo conoscevamo e sappiamo che si può contare su di lui, Matic è stata una scommessa, ma ci ha messo veramente poco ad entrare nei cuori dei tifosi, anche Sabato una partita spettacolare del nostro numero 10. Ora si parli di rinnovi. Jelle è legato a Breda, non ha nemmeno il contratto in scadenza, ma se fosse non avremmo dubbi sul fatto che voglia restare. Diverso il discorso per Buijs e Matic. Il primo ha già fatto intendere di voler rimanere solo nel caso il NAC abbia intenzione di costruire una rosa con qualche buon innesto (francamente non riesco a dargli torto), mentre Matic ha un accordo verbale con la società per i prossimi tre anni, ma non c’è ancora nulla di scritto e potrebbe venire ingolosito da qualche club al vertice della classifica.

E: Il cardine nello spogliatoio è uno: Jelle ten Rouwelaar. È il nostro capitano ed ha un cuore enorme, nonostante sia un estremo difensore, la manovra parte sempre dai suoi piedi. Jordy Buijs è il nostro jolly, non è molto agile, ma ha un destro educato e potente. Questa stagione è ritornato a fare il difensore centrale, come ai tempi del De Graafschap, con ottimi risultati. Henrico Drost e Rydell Poepon sono stati due buoni innesti, ma bisogna dire che il NAC Breda ha vinto una scommessa acquistando a parametro zero Uros Matic, fratello del giocatore dei blues Nemanja Matic. Il “nostro” Matic sta giocando alla grande e si sta rivelando uno dei migliori centrocampisti di tutta l’Eredivisie, infatti si vocifera già un interessamento del Twente.

Ampliando il discorso al campionato, come valutate la stagione in corso? La vittoria sembra poter essere più che alla portata, per l’Ajax.

L: Direi che l’Ajax non ha nulla di cui preoccuparsi in questo senso. Questa stagione è stata veramente pazzesca, ogni giornata si potevano stravolgere gli equilibri sia al top che in zona retrocessione. E mentre ora il discorso scudetto credo sia chiuso, nelle zone basse può ancora succedere di tutto. E purtroppo questo è un discorso che ci tocca molto da vicino…

E: L’Ajax ha vinto il titolo già da diverse giornate, manca solo la matematica certezza. Il campionato è stato davvero divertente, fino a un mese fa 4-5 squadre potevano ambire al titolo. Analogo discorso per la zona retrocessione, ad oggi le posizioni sono più consolidate.

In ultimo… voi seguite molto il calcio olandese. Che prospettive pensate possa avere la Nazionale in vista del Mondiale?

L: Realisticamente … questa nazionale non mi sembra paragonabile, per qualità e sostanza, a quella del Sud Africa. Ci sono molti giovani interessanti e sicuramente potrà fare molto bene in futuro, ma in questi Mondiali non credo arriverà in finale. Credo anzi che dovrà già sudare non poco per passare il girone, le partite contro Spagna e Cile le vedo molto difficili. Abbiamo anche perso Strootman, una delle uniche tre certezze di questa nazionale. Per i Mondiali in Sudafrica avevo scommesso sull’Olanda campione e ci ero andato molto vicino … in Brasile non me la sento proprio di ripetere questa scommessa!

E: Non si può fare previsioni con una squadra così giovane. Van Gaal ha dato un colpo di spugna ai disastri tecnici e tattici di Van Maarwijk. La nazionale olandese nella sua gestione ricordava la consueta Italia contropiedista a cui siamo tristemente abituati. Il gioco non c’era, ma con la forza dei nervi è arrivata una finale mondiale. Questo risultato è stato sorprendente, ma è crollato con il disastroso Campionato Europeo del 2012. La nazionale ad ora gioca una calcio fantastico che poche nazionali possono permettersi di esprimere, anche se l’infortunio di Kevin Strootman ci ha portato via uno dei centrocampisti più completi dei prossimi mondiali in Brasile. Le incognite sono sull’out di sinistra perché c’è la possibilità che Blind si sposti in mezzo al campo. In attacco facciamo paura, perché oltre a V. Persie e Robben abbiamo Depay che pochi conoscono, ma è uno dei giovani più promettenti che il panorama calcistico al momento offre.
Fra i pali c’è grande indecisione, ma se sarà uno fra Cillessen o Krul siamo in ottime mani. Io credo che aldilà dei risultati la nazionale Oranje sorprenderà tutti, perché al momento è scarsamente considerata. Abbiamo passeggiato nelle qualificazioni vincendo tutte le partite a parte una, nelle amichevoli Italia e Portogallo ci hanno raggiunto con un po’ di fortuna allo scadere. L’unica nota dolente è la sconfitta contro la Francia, ma io personalmente non metto in dubbio il lavoro di un maestro come Van Gaal. 

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