Danimarca-Armenia: i convocati di Prandelli per le due “semi-amichevoli”

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Dopo aver staccato il pass per il Brasile con la vittoria di Torino contro la Repubblica Ceca, l’Italia si appresta ad affrontare le ultime due giornate di qualificazione con la tranquillità di chi non è costretto a fare risultato a tutti i costi.

Così la trasferta del Parken Stadium di Copenhaghen e la gara di Napoli diventano quasi due amichevoli per Prandelli e i suoi ragazzi, che potranno iniziare a scendere in campo con l’intento di studiare quale possa essere la soluzione migliore da adottare al Mondiale.

Così il Commissario Tecnico Azzurro si è lasciato aperto un ampio ventaglio di scelte, con ben 29 giocatori convocati.

Andiamo a vedere chi è stato scelto, uno per uno.

Gianluigi Buffon – JuventusGianluigi Buffon

Sebbene molti tifosi, juventini in primis, gli imputino di essere ormai un ex portiere Buffon resta saldamente in testa alle preferenze del nostro C.T.

Arrivato ormai a quota 136 presenze (quindi in procinto di staccare Fabio Cannavaro, fermo proprio a questa cifra), l’estremo difensore juventino non garantisce più la sicurezza degli anni belli, quelli in cui era indubbiamente il miglior interprete del ruolo, ma resta un punto di riferimento importante dentro e fuori dal campo per questa nazionale.

Difficile, del resto, panchinare un giocatore con il suo palmares ed il suo carisma. Anche perché l’Italia è pur sempre la patria che diede i natali ad un certo Dino Zoff, campione del mondo a quarant’anni suonati!

Federico Marchetti – LazioFederico Marchetti

Difficile essere portiere, in Italia, nello stesso periodo storico in cui gioca Gianluigi Buffon.

In questo senso Marchetti ha sicuramente pagato dazio, e pure in maniera molto salata.

Vero è che nel nostro paese non sono nati, dopo lo stesso Gianluigi, i cosiddetti “nuovi Buffon”, ma difficile sarebbe il contrario.

Altrettanto vero è che dei buoni interpreti ci sono e ci sono stati, ma in un calcio sempre più globalizzato spesso non si ha il coraggio e la pazienza di puntare sui nostri ragazzi.

Marchetti non è un super interprete del ruolo, nonostante abbia in carriera fatto vedere anche ottime cose. Resta però un ottimo secondo. Che, per qualcuno, dovrebbe anche scalzare Gigi dal ruolo di titolare.

Salvatore Sirigu – Paris Saint GermainSalvatore Sirigu

Anche il portiere nativo di Nuoro, in carriera, ha alternato ottime cose a prestazioni più opache.

Trasferirsi in Francia gli ha poi sì garantito una certa vetrina Europea, che in quel di Palermo non avrebbe forse mai trovato, ma allontanato anche un po’ dai nostri radar.

Non da quelli di Prandelli, però, che continua a puntare sul sardo sia a completamento della rosa attuale che, soprattutto, in vista di un futuro ricambio generazionale.

Del resto se Buffon decidesse di abbandonare la maglia Azzurra al termine del prossimo Mondiale si aprirebbe un problema non da poco, riguardante la sua successione. Nessun altro interprete del ruolo ha infatti una esperienza internazionale anche solo vagamente accettabile.

Proprio questa potrebbe quindi essere la carta in più di Sirigu, che in quel di Parigi sta accumulando minuti importanti anche in Champions League.

Ad oggi, comunque, è poco più che uno spettatore non pagante.

Ignazio Abate – MilanIgnazio Abate

La situazione sugli esterni bassi è molto preoccupante, e da anni.

Logico quindi che Abate venga puntalmente preso in considerazione, da anni, da Prandelli.

Aspettando la definitiva consacrazione di De Sciglio (e magari un ritorno ad alto livello di Santon, o in alternativa un altro giovane che sappia imporsi) bisogna quindi arrangiarsi con ciò che passa il convento.

Il terzino milanista ha in realtà da sempre messo in mostra grossissimi limiti.

Ma effettivamente non ci sono alternative di altissimo livello.

Di certo anche un Milan sempre più imbarazzante non aiuta gli Azzurri vestiti di Rossonero a credere in sé e rendere anche oltre le proprie aspettative.

Lorenzo De Silvestri – SampdoriaLorenzo De Silvestri

Quando esordì in Serie A, a soli 17 anni, sembrava un predestinato.

Io, ed assieme a me la maggior parte degli addetti ai lavori, ero sicuro che avrebbe avuto un posto nelle convocazioni al Mondiale 2014.

Da allora sono passati ben otto anni e l’ex Biancoceleste è riuscito solo ad esordire in Azzurro, pur dopo una trafila interessante compiuta nelle nazionali giovanili del nostro paese.

Inutile dire che De Silvestri abbia tradito le attese. Giocatore dal grande potenziale atletico, ha messo in mostra gravi pecche sotto il profilo tecnico-tattico, non riuscendo nemmeno a crescere e limare i propri difetti come ci si sarebbe aspettato.

Nella condizione che sta vivendo il nostro calcio, in cui i grandi campioni sembrano essere sempre più un ricordo, è però bene provare a dare una chance a tutti.

Certo, per qualcuno questo atteggiamento può somigliare molto ad un “raschiare il fondo del barile”…

Leonardo Bonucci – JuventusLeonardo Bonucci

Il centrale juventino non vive un momento particolarmente felice, ma resta uno dei centrali più affidabili tra quelli convocabili da mister Prandelli.

All’ultimo Europeo, per altro, dimostrò di sapersi disimpegnare anche ad alto livello, erigendo una diga di notevole spessore con Barzagli, che diede bella mostra di sé in particolare contro la Germania.

Sono certamente lontani i tempi dei Cannavaro e dei Nesta, ma se guardiamo ciò che passa il convento in molte altre nazioni, tutto sommato, non ci va così male.

Certo, non abbiamo più il pacchetto arretrato più forte del mondo. Né probabilmente lo avremo nei prossimi anni (basti pensare ai talenti francesi come Varane, Zouma e Digne, per dirne tre). Però con i giusti meccanismi ed un equilibrio di squadra costruito come si deve, possiamo comunque ancora cavarcela, là dietro.

Giorgio Chiellini – JuventusGiorgio Chiellini

Nel 2008 fu, per rendimento, nettamente uno dei migliori centrali al mondo, fondamentalmente guadagnandosi all’epoca un posto da titolare in nazionale, che non ha praticamente più lasciato (è arrivato a quota 67 presenze in Azzurro).

Poi la Juve andò incontro ad un paio di annate assolutamente negative ed anche lui fu inghiottito in questo vortice “oscuro”, che sicuramente ha influito negativamente tanto sulle sue prestazioni quanto sul suo sviluppo.

Giocatore di buon livello, per quanto non un Campione per come lo intendo io, è comunque indispensabile a questa nazionale. Anche, perché no, vista la sua duttilità.

E’ infatti, tra tutti i difensori convocati, quello che meglio può disimpegnarsi nel duplice ruolo di centrale e terzino (sinistro).
Per quanto sulla carta, in quest’occasione, non ci sarebbe bisogno di questa caratteristica, posto che Prandelli ha chiamato due esterni bassi mancini di ruolo.

Andrea Ranocchia – InterAndrea Ranocchia

In gioventù era considerato LA speranza assoluta della difesa Azzurra.

Crescendo ha però messo in mostra limiti – in primis caratteriali, a mio avviso – molto palesi, non raggiungendo di certo quella dimensione cui molti lo vedevano destinato.

In questo senso, come per Chiellini, aver giocato nell’Inter di questi ultimi anni, che dopo Mourinho non ha ancora più trovato una propria dimensione, non l’ha aiutato a sviluppare appieno le proprie qualità calcistiche, comunque probabilmente più limitate di quanto preventivato.

In tutto ciò, va comunque detto che rispetto al – triste – scenario attuale, Ranocchia è comunque giocatore assolutamente convocabile e da convocare.

Anche perché Barzagli e Chiellini non sono eterni. Dall’under 21 non sembra essere uscito materiale di altissimo livello, in questo ruolo. A questo punto chissà che a breve la coppia titolare degli Azzurri non sia quella che si impose in Serie A nel Bari di Ventura…

Davide Astori – CagliariDavide Astori

Da anni è considerato uno dei migliori interpreti nel ruolo del nostro campionato.

Da allora, però, non ha fatto grandi passi in avanti, a livello di carriera.

Gioca ancora – con tutto il rispetto parlando, intendiamoci – nel Cagliari; ed è sì un punto fermo delle convocazioni di Prandelli, ma nonostante i quasi 27 anni ha comunque totalizzato solo poco più di dieci presenze in nazionali.

Insomma, il rischio di trovarsi di fronte ad un “eterno incompiuto” è forte.

Constatazione che per altro è, purtroppo per noi, applicabile alla maggior parte dei giocatori della sua età.

Dopo la nidiata d’oro dei campioni che hanno animato gli anni ’90 e ’00 del nostro calcio, infatti, il meccanismo di produzione di talenti sembra essersi inceppato, diventando capace di produrre solo buoni calciatori incapaci però di affermarsi ad altissimo livello.

Federico Balzaretti – RomaFederico Balzaretti

Fosse sempre quello visto nel corso dell’ultimo campionato Europeo, in cui fu in assoluto uno dei migliori della spedizione Azzurra, la fascia sinistra della nostra nazionale avrebbe il suo Re, senza se e senza ma.

Purtroppo l’ex terzino Bianconero ha sempre dimostrato di essere giocatore dalle prestazioni piuttosto altalenanti.

A riprova di ciò la brutta prestazione di sabato contro l’Inter, culminata con un’espulsione piuttosto sciocca.

Non è Maldini, purtroppo.

Ma questa non è certo colpa sua.

Manuel Pasqual – FiorentinaManuel Pasqual

Ai tempi in cui Toni faceva incetta di goal in quel di Firenze, andandosi poi a laureare campione del mondo proprio in Azzurro, sembrava essere un terzino in rampa di lancio, con una carriera rosea davanti a sé.

Poi, si è un po’ perso. Riuscendosi a ritrovare probabilmente anche grazia a Montella ed al suo approccio al calcio.

Qualche limite in fase difensiva l’ha sempre mostrato. Ma in appoggio alla manovra offensiva, e soprattutto quando si trova a crossare, dà il meglio di sé.

Giocatore sicuramente dignitoso. Ma anche per lui, a mio avviso, vale il discorso fatto in precedenza sui buoni talenti incapaci di imporsi ad altissimo livello.

Alessandro Florenzi – RomaAlessandro Florenzi

Chi lo vide a Crotone capì subito che avrebbe avuto una carriera di alto livello.

Giocatore che unisce un po’ tutto: qualità e abnegazione come pochi, senza picchi in nessun senso ma come over all ed utilità è secondo a pochi (per ora in Italia, domani chissà).

Duttile (può giocare tanto esterno quanto interno, oltre che come mezz’ala), buon timing negli inserimenti, intelligenza tattica e buon atletismo.

E’ uno dei pochi giovani italiani su cui puntare senza indugio. Il tutto prima che diventi, come per tanti altri ragazzi prima di lui, troppo tardi.

Giusto per evitare che tra qualche anno, commentando le convocazioni in vista del Mondiale 2022, non lo si etichetti come uno dei tanti “incompiuti” d’Italia!

Antonio Candreva – LazioAntonio Candreva

Ai tempi della Juventus giocò ad intermittenza.

Sembrava essere uno dei tanti giocatori destinato a cadere un po’ nel dimenticatoio.

Poi, la deflagrazione sulla sponda Biancoceleste di Roma.

Grande annata la scorsa, culminata con le ottime prestazioni della Confederations Cup.

In questo momento doveroso considerarlo. Da qui al Mondiale dovrà darsi da fare per guadagnarsi un biglietto per il Brasile.

Andrea Pirlo – JuventusAndrea Pirlo

Credo ci sia una parola che riassuma bene ciò che è questo giocatore: fenomeno.

Poi, per l’amor di Dio, il tempo passa per tutti ed anche il campionissimo bresciano ha dato chiari segni di cedimento.

Però è l’unico che può, con un tocco di palla, cambiare una partita.

Gli ultimi Mondiali hanno ben dimostrato cos’è l’Italia senza Pirlo: una squadra vuota.

Giocatore da cui non si può prescindere.

Possiamo sperare una cosa sola: che arrivi con le ultime cartucce in canna in Brasile. E se le spari tutti.
Così fosse, faremmo molto probabilmente un Mondiale quantomeno dignitoso.

Marco Verratti – Paris Saint GermainMarco Verratti

Un tempo c’era un pochino di ritrosia a convocare giocatori impegnati all’estero.

Poi è arrivata Calciopoli, alcuni super Campioni (del Mondo, tra l’altro), come Cannavaro e Zambrotta, emigrarono e la cultura cambiò, in questo senso.

Così Verratti, che pure avrebbe l’età per giocare ancora in under 21, è ormai uno dei punti fermi della nazionale di Prandelli, che giustamente lavora anche per porre le basi per il futuro.

L’ex pescarese, del resto, è l’erede designato di Andrea Pirlo. E nonostante abbia palesato alcuni limiti che lo pongono – oggi, almeno – ben al di sotto dello juventino, ha comunque i mezzi per compiere una carriera di alto livello.

Difficile dire se sia stata azzeccata la scelta di andare a Parigi, quando in quel di Torino poteva esserci un po’ di apprendistato all’ombra del mentore Pirlo prima della titolarità assoluta.

Fattostà che dopo il Brasile Pirlo smetterà. Verratti ha un anno per apprendere quanto più possibile. Poi, a meno di sbruciacchiamenti vari, sarà lui il nuovo faro della nazionale italiana.

Daniele De Rossi – RomaDaniele De Rossi

Senza nulla togliere a Roma ed alla sua piazza, si fosse trasferito in un “top club” dopo il Mondiale del 2006 sarebbe sicuramente considerato uno dei migliori interpreti al mondo del ruolo.

Centrocampista tuttofare in grado di abbinare bene qualità e, soprattutto, tanta qualità (oltre che sagacia tattica), sembra fare (quasi) sempre grandi prestazioni quando veste d’Azzurro.

Predilige giocare centrale in un centrocampo a tre. In Nazionale, però, è chiuso da un certo Andrea Pirlo, e da ragazzo intelligente quale è non può che chinare la testa e mettersi a disposizione del proprio compagno di squadra.

Anche da mezz’ala, comunque, si disimpegna alla grande.

Uno dei pochi punti fermissimi del mio 11 Azzurro.

Thiago Motta – Paris Saint GermainThiago Motta

Con l’arrivo di Leonardo nella dirigenza parigina, è risaputo, la colonia italiana all’ombra della Tour Eiffel è andata via via espandendosi.

Personalmente, però, trovo che Thiago Motta sarebbe un giocatore da non convocare più.

Sia per una questione anagrafica (che nel suo caso, visti anche i tanti infortuni patiti in carriera, inizia a contare), sia per una questione di valore (attuale) assoluto.

Giocatore per altro fragile, è sempre stato uno dei pallini di Prandelli.

Convocarlo in Brasile vorrebbe dire riportarlo a casa, essendo nato nella terra del calcio per eccellenza.

Io, però, inizierei a guardare oltre.

Riccardo Montolivo – MilanRiccardo Montolivo

Una volta essere titolari nel Milan significava già, di per sé, essere riconosciuto come giocatore di alto livello.

Nel Milan di oggi, però, le cose sono cambiate. Il livello si è abbassato notevolmente, e Montolivo è un buon giocatore ma nulla di più.

L’ennesimo, a mio avviso, che rientra nella categoria dei calciatori che non si sono affermati per come ci si aspettava.

Del resto in gioventù, ai tempi di Bergamo, veniva considerato come un futuro top player. Cosa che, mi pare palese, non è diventato.

Ovvio, doveroso convocarlo in un periodo in cui, come detto, non brilliamo per talento.

Però il definitivo salto di qualità temo non possiamo più aspettarcelo nemmeno da lui…

Claudio Marchisio – JuventusClaudio Marchisio

Fino ad un paio d’anni fa nessuno si sarebbe sognato di mettere in dubbio il suo valore.

Poi a Torino è sbarcato Vidal, ed ha preso il suo posto nel cuore dei tifosi bianconeri.

Cuore che sembra aver praticamente abbandonato del tutto con l’esplosione di Pogba.

Però, anche e soprattutto in ottica nazionale, Marchisio è una mezz’ala di valore, bravo a difendere quanto offendere, con ottimi tempi d’inserimento.

Due problemi, per lui. Da una parte di natura tattica, ma dovuta più al suo impiego. Non è un trequartista. E la sua capacità di inserimento si esalta quando può partire da dietro.
Schierarlo alle spalle di una o più punte significa mortificarne le qualità.

La seconda, di impatto sui match.
Chi lo critica imputandogli di sparire nelle partite importanti forse esagera, ma non ha nemmeno tutti tutti i torti…

Alberto Aquilani – FiorentinaAlberto Aquilani

Altro caso di giocatore destinato a spaccare il mondo, con risultati piuttosto scarsi.

Per l’amor di Dio, non metto in dubbio la qualità del ragazzo. Che però tra limiti caratteriali e infortuni non ha mai raggiunto il livello cui ci si aspettava potesse assurgere.

Lo scorso anno il futbol bailado cui ha aspirato Montella lo ha sicuramente aiutato, anche se i veri perni del centrocampo Viola erano Pizarro e Valero.

Giocatore che in una rosa così ampia ci sta sicuramente. Ma che spesso finisce con il non essere né carne né pesce.

Peccato, anche perché con la sua potenziale duttilità poteva venirci comodo: da una parte come mezz’ala destra, dall’altra come trequartista.

Emanuele Giaccherini – SunderlandEmanuele Giaccherini

Soldatino molto utile per cercare di mantenere una squadra in equilibrio.

In valore assoluto, secondo il mio parere, non varrebbe la maglia Azzurra. Ma in quanto ad utilità ha già dimostrato, non ultimo in Confederations, di starci alla grande.

Scommessa vinta da Prandelli proprio nel corso dell’ultima estate, si è trasferito in Inghilterra per provare a guadagnare un po’ di considerazione anche al di fuori dei patri confini.

Le cose per il Sunderland non sono iniziate benissimo, ma lui, sono convinto, non si scoraggerà per questo. E combatterà fino all’ultimo per provare a guadagnarsi una nuova chiamata brasiliana…

Alessandro Diamanti – BolognaAlessandro Diamanti

Su questo ragazzo mi sono scontrato spesso, con appassionati tanto quanto con colleghi.

Dal mio punto di vista è un giocatore normale. Dotato però di colpi da fuoriclasse.

Che riesce però a mettere in mostra solo a sprazzi.

Fosse continuo, sarebbe il giocatore giusto al posto giusto. Perfetto nel 4-3-1-2 con cui tenderei ad impostare la nazionale io.

Se però, anche qui con tutto il rispetto, all’età che ha si trova ancora a giocare a Bologna, è perché ha sì i numeri per cambiare le partite, ma è ben lontano da una dimensione internazionale cui dovrebbe assurgere un titolare della nazionale italiana.

Buona riserva. Per fare il salto di qualità, però, gli manca ancora qualcosa (se non molto).

Alessio Cerci – TorinoAlessio Cerci

Giocatore dalle potenzialità devastanti, ma con un carattere che lo ha evidentemente frenato nello sviluppo.

Che questo possa essere l’anno buono?

Sicuramente ha iniziato alla grande, forse galvanizzato proprio dalla prospettiva del Mondiale.

Di certo sarebbe ora che iniziasse a spaccare le partite con un po’ di continuità.

Per quanto, come detto, vorrei poter impostare la Nazionale col 4-3-1-2, per un Cerci in formissima varrebbe sicuramente la pena modificare l’impostazione tattica mettendosi a giocare con le ali.

L’ex romanista, però, deve decidersi. Vuole diventare un giocatore di alto livello oppure no?

Inizi a trascinare il Torino. Poi ne riparleremo.

Lorenzo Insigne – NapoliLorenzo Insigne

Uno dei pochi giovani italiani con i numeri per diventare giocatore di livello internazionale.

Innanzitutto, deve diventare il Re di Napoli. Brillare in Champions. E poi pensare alla Nazionale.

Di sicuro ha dimostrato in under 21 come in Italia, ad oggi, ci siano pochi suoi coetanei di qualità assoluta.

Ha dei colpi importanti. Ha la possibilità di metterli in mostra con discreta continuità. E sembra anche avere carattere.

Speriamo non si bruci anche lui.

Pablo Osvaldo – SouthamptonPablo Osvaldo

Anche lui, come Giaccherini, è volato oltremanica per provare ad imporsi.

Anche lui, come Cerci, ha una testa che ne ha limitato lo sviluppo.

Personalmente non lo vedrei come possibile titolare della nostra nazionale. Ma di certo rappresenta un’alternativa valida.

Se poi decidesse di maturare e di trovare continuità di rendimento, sarebbe una riserva di tutto rispetto per la nostra Nazionale.

Alberto Gilardino – GenoaAlberto Gilardino

Uno dei pochi Campioni del Mondo rimasti in attività, Alberto Gilardino non ha – nemmeno lui – mantenuto certe promesse. E dopo il buon campionato di Bologna si trova ora a giocare in quel di Genova, sponda Rossoblù. Non esattamente due “top team”, con tutto il rispetto.

In Brasile, nel corso della Confederations, ha comunque dimostrato di essere un giocatore che ancora può starci, pur senza spostare gli equilibri, a certi livelli.

Certo, con anche Balotelli ed Osvaldo come punte “fisicate” non mancano le alternative. Dovrà provare a convincere Prandelli a suon di goal e prestazioni.

Giuseppe Rossi – FiorentinaGiuseppe Rossi

Ritorno doveroso.

Anni fa parlavo benissimo di lui, e tanti mi davano contro. Ora sento dire che il vero acquisto della Viola è lui. Boh.

Di certo, esattamente come pensavo anni fa, il duo titolare della nostra nazionale potrebbe e dovrebbe essere composto da lui e Balotelli.

Purtroppo, anche in questo caso, tanti sono stati i problemi che si sono messi di traverso all’esplosione definitiva dei due.

Nel caso di Pepito, atleta serio per antonomasia, si tratta di problemi di natura fisica, che ne hanno minato la crescita.

Mario Balotelli – MilanMario Balotelli

Gioia e dolori dei tifosi Rossoneri ed Azzurri.

Ragazzo con potenziale non infinito ma certamente notevolissimo, potrebbe e dovrebbe essere il trascinatore della nostra nazionale. Ma, a conti fatti, ad oggi è solo ad 11 realizzazioni in Nazionale.

Non poco in una nazione in cui il capocannoniere storico è Riva a quota 35, ma nemmeno al livello di quanto potrebbe fare un ragazzo come lui.

Che quest’anno, mi tocca ribadirlo, ha sino ad ora collezionato più ammonizioni che non segnature.

Mario, è tempo di sbocciare. Sbocciare davvero.

(A margine: la questione del codice etico sta diventando stucchevole.)

Questi tutti i 29 convocati da Prandelli.

Un piccolo spazio, però, vorrei riservarlo anche a Francesco Totti. Che contro l’Inter è stato assolutamente decisivo (due goal ed un numero d’alta classe a lanciare l’azione del tre a zero) e che il C.T. Azzurro ha detto terrà in considerazione in vista del Mondiale.Francesco Totti

Il suo rapporto con la maglia della Nazionale, lo ricorderete anche voi, è sempre stato abbastanza conflittuale ed in certe occasioni ha quasi sfiorato il ridicolo con certe dichiarazioni fuori luogo.

Ma del resto, anche visto il carattere, non poteva che essere così, dato che a Roma era considerato un Dio ed è stato capace di farsi odiare, sportivamente, in molti campi d’Italia, con alcuni atteggiamenti sopra le righe.

Più che questo, però, il problema resta nell’aver abbandonato la Nazionale. Capibile, ad una certa età. Ma scelta certo non obbligata (Del Piero, ad esempio, non ha mai preso questa decisione).

Quanto sarebbe giusto richiamarlo dopo anni in cui si è tirato fuori dalla lotta?

Probabilmente poco-nulla.

Ma da un punto di vista puramente tecnico, nulla da dire. Visti anche i limiti ad oggi palesati da Balotelli, sarebbe il giocatore più dotato tra quelli a disposizione di mister Prandelli.

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