Gabbiadini-Napoli: Samp e Juve, siete sicure?

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Ieri ho scritto un pezzo per spiegare come la penso sull’affare Gabbiadini-Napoli visto dal punto di vista di questi due soggetti. Oggi invece ne parlerò dal punto di vista delle società che, se l’affare si chiuderà, si troveranno a cedere il ragazzo.

Partiamo dalla Juventus, squadra che ne acquistò il 50% del cartellino il 24 agosto 2012 per girarlo poi subito al Bologna in prestito. Gabbiadini che in realtà non ha – ancora, almeno – mai vestito la maglia della Juventus. Al termine di quella stagione, infatti, venne riscattato dalla Vecchia Signora, che ne girò però subito una metà proprio alla Sampdoria.

Juventus che in questi anni ci sta abituando a questo tipo di politica: molti sono i giovani italiani di cui ha detenuto almeno parte del cartellino ma che ha mandato in giro per l’Italia a fare un po’ di esperienza (da Berardi a Zaza passando per Immobile, Rugani e lo stesso Gabbiadini).

Questo tipo di politica, sicuramente interssante, sta però ad oggi fruttando solo qualche plusvalenza (in attesa che Rugani possa sbarcare in Bianconero già a gennaio, come sembra). Forse un peccato, dato che il capitale umano potrebbe forse valere un po’ di spazio in squadra.

In particolare, a mio avviso, in questo caso. Lo sostengo da quando lo vidi giocare per la prima volta (stava ancora nella Primavera atalantina): Gabbiadini ha qualità importanti. E la Juve, che ci ha visto bene due anni e mezzo fa allungando le mani sul suo cartellino, avrebbe dovuto trovare un po’ più di coraggio e provare a lanciarlo.

Ma la Juventus, si sa, viaggia ad un livello in cui lanciare i giovani è sempre difficile. Se l’obbligo è quello di vincere, infatti, le possibilità di errori sono ridotte a zero. E puntare su un giovane non ancora affermato alza sicuramente le chance di sbagliare.

Diverso invece, e probabilmente ancora peggiore, il discorso che possiamo fare in relazione alla Sampdoria. Che oggi gioca – solitamente – con tre punte: Eder, Okaka e lo stesso Gabbiadini.

Addirittura radiomercato dà buone possibilità che a partire già a gennaio siano i due italiani. Che così lascerebbero non poco sguarnito l’attacco doriano, che ha trovato una sua ottima dimensione (come per altro confermato dal match di ieri, vinto con il Verona ed in cui sono andati a segno tutti e tre).

Un giocattolo, quello dell’attacco del Doria, che sta funzionando. Perché romperlo a metà stagione?

Il precedente, per altro, è poco edificante e dovrebbe far riflettere a fondo Ferrero ed i suoi dirigenti. Vi ricordate come finì quella stagione in cui la Samp cedette a gennaio i suoi due attaccanti sin lì fondamentali nel buon andamento della squadra?

Retrocedette.

Ora, io certo non voglio dire che succederebbe la stessa cosa in questo caso. Ma certo è che se ora la Sampdoria è quarta e può addirittura giocarsi la Champions – a patto però che il Napoli continui a stentare – difficilmente il rendimento potrà restare lo stesso se venissero ceduti sia Okaka che Gabbiadini.

In particolare, poi, quest’ultimo è il miglior marcatore della squadra. E non solo. Come dimostrato ieri sera sa fare grandi cose anche in fase di rifinitura. Insomma, è il giocatore più di qualità della squadra.

A margine: per sostituire i due, qualora davvero partissero, si parla di un ritorno proprio di Pazzini e Cassano. Eventualità sicuramente affascinante, ma che tecnicamente parlando risulterà – con ogni probabilità – deficitaria.

Quindi Ferrero, se mai dovessi passare di qua, ascolta il mio consiglio: tieni Okaka e Gabbiadini – o almeno quest’ultimo – sino a fine campionato!

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