Gabbiadini-Napoli: un matrimonio che s’ha da fare?

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Nel corso dell’ultima settimana radiomercato ha parlato con insistenza della possibilità che Manolo Gabbiadini lasci la sponda blucerchiata di Genova per trasferirsi a Napoli.

Secondo i soliti beninformati la trattativa dovrebbe chiudersi sui 13 milioni totali (di cui la metà finirebbe alla Juventus, proprietaria del 50% del cartellino). Una cifra che personalmente reputo congrua al valore di un giocatore che ha dimostrato di avere dei numeri, ma che ancora ha dimostrato pochino tra i professionisti per poter vantare valutazioni eccessive.

Per quanto riguarda lo stipendio, invece, ancora non si sa come si accorderanno le parti. Si parlava di 1,2 milioni più bonus, sul modello del contratto firmato da Insigne, ma pare che il giocatore voglia qualcosa in più, a salire nel corso delle stagioni. Ma questo si vedrà.

Interessante è più che altro andare a capire se l’eventuale – perché di ufficiale ancora non c’è nulla – sbarco di Gabbiadini in quel di Napoli sarebbe un acquisto sensato da parte della società europea ed una meta valida per il giocatore stesso.

Per quanto concerne il Napoli, sicuramente l’acquisto sarebbe interessante. Manolo Gabbiadini è un giovane calciatore di classe che pur senza far intravvedere le stimmate del Campione di certo ha i numeri per diventare attaccante di livello.

In particolare di lui mi colpisce una cosa: la tecnica di tiro.

Avete presente quando giocando a PES – sono anni che non lo faccio, ma mi ha segnato l’adolescenza! – si scorrevano i valori dei propri calciatori e quando si arrivava al calcio si potevano apprezzare tre differenti peculiarità: potenza, precisione e tecnica?

Ecco. Gabbiadini ha un tiro discretamente potente e sicuramente preciso. Impreziosito proprio da una tecnica sublime. Di certo in questo fondamentale è uno dei giocatori migliori del nostro calcio.

L’ex atalantino comunque non è un giocatore che inizia e finisce lì. Il bagaglio tecnico è importante anche al di là del tiro. In più è piuttosto intelligente ed educato anche da un punto di vista tattico.

Inoltre è duttile. In carriera ha infatti dimostrato di poter occupare un po’ tutti i ruoli dell’attacco: prima e seconda punta, così come esterno (ruolo in cui lo impiega prevalentemente Mihajlovic).

Per quanto concerne il suo adattamento all’eventuale nuova realtà di Napoli, però, resta una piccola zona d’ombra. Giocatore tutto mancino, predilige – quando viene fatto giocare largo – partire da destra per rientrare e poter liberare il tiro. I partenopei, però, teoricamente dovrebbero star cercando un giocatore in grado di agire sulla fascia opposta, là dove è venuto a mancare Insigne a seguito del suo brutto infortunio.
Riuscirà il buon Manolo, qualora l’intenzione di Benitez sia sfruttarlo davvero come “vice-Insigne” ad adattarsi a sinistra?

Venendo a lui, Napoli rappresenta sicuramente una piazza importante. Un’occasione cui è difficile rinunciare.

Ecco perché Gabbiadini “non può” rifiutare i partenopei. Certo, in molti dicono che sarebbe meglio terminare la stagione a Genova. E probabilmente non hanno tutti i torti. Ma treni come questi c’è il rischio non ripassino più. E allora come si può pensare di restare sulla banchina a vederli ripartire?

La discussione sulla collocazione tattica, comunque, resta zona d’ombra anche in relazione a lui. Non solo perché tra tutti i ruoli possibili quello eventuale di ala sinistra è forse quello sulla carta meno adatto ad un giocatore così, ma soprattutto perché – a parere di chi scrive, s’intende – l’ideale per lui sarebbe poter giocare più vicino alla porta, di modo da poter salire di tono in zona goal.

Sono infatti convinto che un giocatore con la sua qualità – tecnicamente è molto superiore a Ciro Immobile, capocannoniere dell’ultima Serie A – possa segnare comodamente 15 goal, se messo nelle giuste condizioni. Logico però che allargarlo significa in primis allontanarlo dalla zona calda, in secondo luogo chiedergli un lavoro in fase di non possesso sicuramente molto più logorante che a farlo giocare davanti.

Ecco perché personalmente preferirei vederlo giocare in una squadra che gli permetta di stare più vicino alla porta avversaria: c’è un feeling col goal che aspetta solo di essere consacrato anche tra i pro.

Nel complesso, comunque, quella di Gabbiadini è una presa sicuramente interessante per il Napoli, che si tutela con un giocatore di qualità capace di giocare in più zone del campo.
Perché attenzione, anche questa è una cosa da tenere in considerazione: nel calcio di oggi le cose cambiano rapidamente. Nulla vieta che a fine stagione, dopo sei mesi di adattamento, Gabbiadini si possa trovare a giocare in un ruolo a lui – secondo me – più congeniale.

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