Kingsley Coman: la Juve prova un altro colpo “alla Pogba”

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

E’ notizia di queste ore: la Juventus avrebbe praticamente formalizzato l’acquisizione di Kingsley Coman, giovane trequartista (parliamo di un classe 96) del PSG.

Che tipo di giocare sia, questo colored tutto scatti e tecnica, l’ho raccontato già l’anno scorso nel mio primo libro, La carica dei 201 (cui spero di far seguire presto un secondo, sempre di medesima fattura).

Ciò su cui voglio concentrarmi ora, invece, sono altri aspetti. Quelli che andranno cioè ad influenzare il suo futuro prossimo al di là delle sue stesse caratteristiche tecnico-tattiche e fisico-atletiche.

Partiamo dal principio, trasferimento e contratto.

In questo senso Marotta & Company hanno sicuramente chiuso un’ottima operazione. Almeno, se modalità e cifre saranno confermate i dirigenti bianconeri avranno di che leccarsi i baffi.

Le voci più insistenti parlano infatti di un trasferimento a costo zero ed un contratto al ragazzo da 400mila euro l’anno, con scadenza a giugno 2018.

Ma come è possibile che la Juventus sia riuscita a mettere le mani su uno dei più promettenti talenti francesi – se non europei – a costo zero? Semplice: il PSG non era ancora riuscita a trovare un accordo col giocatore, che non aveva quindi ancora mai firmato un contratto da professionista. Da qui, l’opportunità di liberarsi a zero (che non dovrebbe essere esattamente zero: con ogni probabilità i bianconeri verseranno un risarcimento di circa 300mila euro al club che ha cresciuto il ragazzo).

Da un punto di vista societario, quindi, manovra da 10+: costo del cartellino nullo (o comunque contenutissimo, sicuramente molto al di sotto del reale valore di mercato del ragazzo), fronte temporale sufficiente a valutare il ragazzo, stipendio assolutamente sostenibile.

Però… ci sono un paio di però, su cui è bene riflettere.

In primis, che fine farà il ragazzo una volta sbarcato a Torino. Proviamo a semplificare. Le opzioni sono fondamentalmente quattro:

  • resta a Torino ed entra in rotazione;
  • resta a Torino ma marcisce in panca non riuscendo ad adattarsi al nuovo contesto;
  • parte in prestito (le comproprietà, del resto, non esistono più);
  • gioca un anno in Primavera (che l’anno prossimo vedrà impegnati i classe 96 e 97).

Partiamo dal fondo: abbastanza impensabile che un giocatore del genere, già aggregato più volte alla prima squadra in quel di Parigi, non abbia chiesto certezze almeno in questo senso. Pensare possa essere aggregato davvero alle giovanili è folle (inserisco la possibilità solo perché esistente e perché… beh, siamo in Italia…).

Il prestito a qualche squadra, sicuramente di Serie A, potrebbe essere un’opzione. Bisognerebbe trovare però una squadra disposta a farlo giocare, magari anche approntando l’operazione facendo leva su una qualche formula che possa prevedere una ricompensa economica qualora il giocatore venisse valorizzato.

Infine, la sua permanenza a Torino, aggregato alla prima squadra. Dove potrebbe ritagliarsi uno spazio – un po’ come fatto dal francesino che l’ha preceduto, Pogba – come finire panchinato per tutta la stagione (prospettiva che credo lo porterebbe a chiedere la cessione, quantomeno in prestito, da subito o se non altro da gennaio).

Riguardo ad un suo utilizzo più o meno costante, però, c’è una grande incognita: Antonio Conte, lo ha dimostrato negli ultimi tre anni, è un allenatore non molto incline a lanciare i giovani.

C’è stato Pogba, certo. Obiezione comoda, direi. Ma la mia risposta è altrettanto ovvia: Paul Labile Pogba si è dimostrato giocatore già troppo pronto – e forte – per poter essere trattato come un ragazzino qualunque.

No, la verità è che Antonio Conte preferisce giocatori già formati, affidabili, al rischio che comporta il lancio di un giovane.

Esempi in questo senso? Ce ne sono a decine. Basti pensare a tutti i buoni giovani che la Juventus ha in giro per l’Italia e che non si decide a valorizzare in casa. Da Luca Marrone, tenuto e panchinato senza scampo, fino ai vari Gabbiadini e Berardi, che ancora non vengono ritenuti pronti per rientrare a casa. Per non parlare di Immobile, rimpallato da una piazza all’altra per tre anni, in cui è stato capace di vincere due titoli di capocannoniere, conquistarsi la Nazionale e finire nelle mire del Borussia Dortmund.

Quindi, una sola chance. O Kingsley Coman riesce a ripercorrere le tracce lasciate da Pogba ed imporsi da subito, o il rischio concreto è che butti via – o quasi – un anno.
In realtà le chance sarebbero due. Ma non so, non mi pare che Conte, di punto in bianco, si stia decidendo a lanciare giovani a profusione…

Detto dei dubbi rispetto alla fine che il ragazzo potrebbe fare una volta sbarcato a Torino veniamo alla seconda questione, che riguarda un aspetto prettamente tattico.

Kingsley Coman, come ho avuto modo di dire nel mio libro (e non per farmi pubblicità, ma vi invito a comprare il prossimo… senza doti divinatorie, si leggono comunque schede interessanti su giocatori che di qui a breve finiranno per forza di cose a movimentare il mercato), nasce trequartista ed evolve come esterno. Abbastanza naturale vista la congiuntura storica, che vede i ragazzi con caratteristiche come le sue finire spesso larghi, per sfruttare rapidità e dribbling provando ad avere più campo rispetto che se si facessero imbottigliare centralmente, sulla trequarti.

Le posizioni preferite di Kingsley Coman

La Juventus però, ad oggi, gioca in una maniera molto particolare, il tanto decantato – e criticato – 3-5-2, che non prevede né l’uso del trequartista classico, né dell’esterno prettamente offensivo.

Mai, infatti, Coman potrebbe – ad oggi, ma temo anche in futuro – andare a ricoprire il ruolo di fluidificante. Semplicemente, quelle non sono le sue caratteristiche.

Quindi?

Anche qui, due possibilità: o Conte, le volte in cui dovesse decidere di provarlo, lo testerà come seconda punta, oppure dovrà studiare un cambiamento di modulo.

Nella prima ipotesi il ragazzo – basandoci sull’organico attuale – potrebbe tranquillamente agire in coppia sia con Llorente, di cui potrebbe sfruttare le sponde ma che potrebbe anche valorizzare con sgroppate e cross dal fondo, sia con Tevez, per dialoghi nello stretto ed in rapidità.

Nella seconda, invece, Coman potrebbe trovarsi a giocare in un ruolo più adatto a lui. Sono almeno un paio d’anni, infatti, che si dice la Juventus dovrebbe o potrebbe passare al 4-3-3. Un’eventualità che sicuramente potrebbe aiutare Kingsley ad inserirsi nella nuova realtà.
Ma siamo proprio così sicuri che Antonio Conte abbia intenzione di abbandonare il modulo che lo ha reso tre volte Campione d’Italia…?

________________________________________________________________

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram