La Juventus cambia: via Ranieri, ecco Ferrara. E per il futuro?

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Ranieri non è più lallenatore della Juventus (wsoccer.com)
Ranieri non è più l'allenatore della Juventus (wsoccer.com)

E alla fine arrivò.

Dopo 40 anni, infatti, la Juventus torna ad esonerare un allenatore. L’ultimo proprio quarant’anni fa: era il 21 ottobre del 1969 e l’allora mister Bianconero, l’argentino Luis Carniglia, venne allontanato dopo sole sei partite (che avevano visto la Juventus portare a casa il bottino pieno una sola volta). Quella volta il cambio in corsa fu comunque proficuo: dalle zone basse della classifica la Juventus di Anastasi (appena arrivato da Varese, terminò la stagione come vicecapocannoniere con 15 reti) risalì sino alla quinta piazza, un punto dietro l’Inter e a dieci lunghezze dalla Fiorentina Campione d’Italia.

Ieri, quindi, la decisione da parte della dirigenza juventina, condivisa col Cda ed accettata dalla proprietà, di rimuovere Claudio Ranieri dalla guida tecnica della squadra.

A sostituire il tecnico romano per le ultime due giornate che restano da giocare sarà quindi Ciro Ferrara, sino a ieri responsabile del settore giovanile Bianconero e facente parte dello staff tecnico Azzurro.

Queste le parole dell’Amministratore Delegato Blanc a suggello della cacciata di Ranieri: “So che non è in stile Juventus non portare un allenatore a fine stagione, ma stile Juve è anche chiudere bene una stagione e giocare in Champions senza preliminare. Abbiamo deciso anche contro uno stile nostro di prendere questa decisione. C’è la volontà assoluta di giocare in Europa tutti gli anni e fare un campionato di alto livello. Una Champions senza preliminare  consente di gestire la squadra in maniera migliore. Questa maglia comporta anche dei doveri, e ce li aspettiamo da domattina sul campo”.

A queste parole, però, mi verrebbe da replicare facendo notare come, forse, l’esonero sia anche arrivato troppo tardi. Sono infatti convinto che non si possa, in nome dello stile, non cacciare mai un allenatore, nemmeno quando questa sembri l’unica soluzione possibile ai problemi che paiono esserci in un certo ambiente. Giusto quindi allontanare Ranieri, che sembrava ormai chiaro avesse perso di mano la situazione, ma ancor più giusto sarebbe stato farlo qualche settimana fa: dopo il 3 a 3 contro il Chievo Verona, infatti, si era assistito ad un naufragio totale, le cui fondamenta erano state forse poste il giorno dell’eliminazione dalla Champions. Da lì in poi, quindi, una serie di risultati del tutto inappropriati ma, soprattutto, i segni evidenti di come la situazione fosse ormai fuori controllo.

Oggi, con due sole partite ed un punto più della quarta in classifica, potrebbe quindi essere troppo tardi. Ferrara non avrà il tempo di lavorare tatticamente con la squadra, dovrà quindi affidarsi al lavoro portato avanti fino ad oggi da Ranieri cercando però di dare una scossa alla squadra quantomeno a livello psicologico. Non è detto, però, che la cosa possa bastare.

La dirigenza juventina ha le sue responsabilità nella stagione sottotono attraversata dai Bianconeri (gazzetta.it)
La dirigenza juventina ha le sue responsabilità nella stagione sottotono attraversata dai Bianconeri (gazzetta.it)

Ranieri che ad oggi risulta essere l’unico capro espiatorio di tutti gli errori commessi in questi ultimi due anni, i primi dopo la risalita dalla B. A dirla tutta, però, non si può certo buttare la croce addosso solo a lui.

Buona parte di questi errori, infatti, sono stati commessi da una dirigenza che si è sinora dimostrata inadeguata a gestire, da un punto di vista sportivo, una società con il blasone ed un numero di tifosi cospicuo come la Juventus. Tutta una serie di acquisti sbagliati (come Almiron, Tiago ed Andrade) o inappropriati (come Poulsen invece di un regista classico quale poteva essere Xabi Alonso, abbandonato per una differenza di una manciata di milioni tra offerta e richiesta) hanno portato la Juventus a giocarsi questo campionato con una rosa sicuramente inferiore alle concorrenti per la vittoria finale, quantomeno di certo a quella interista.

A Ranieri si può però imputare, a questo riguardo, il fatto di aver avallato le scelte tecniche in sede di mercato e, soprattutto, essersi lasciato andare a dichiarazioni fuori luogo (lui che ha dimostrato di essere un gran Signore prima ancora che un allenatore di livello): iniziare la stagione dicendo che una rosa come quella a sua disposizione, in realtà piuttosto modesta rispetto a quelle dell big europee, non potesse non centrare i propri obiettivi e che con una squadra del genere non si potesse non vincere… beh, è sicuramente voler illudere i propri tifosi, cosa che non andrebbe mai fatta.

Inoltre ci sono, a mio avviso, una serie di errori compiuti da Ranieri: dalla cattiva gestione dello spogliatoio (che per essere arrivato a sfasciarsi come ha fatto, con i litigi aperti con Camoranesi e Trezeguet o un Buffon che col Lecce rientra in campo subito e non passa l’intervallo nello spogliatoio) al non voler praticamente mai abbandonare il 4-4-2 classico, passando per una cattiva gestione tecnica di un talento come Giovinco, uno dei più fulgidi della rosa juventina.

Insomma, si potrebbe scrivere un libro per spiegare le varie motivazioni che possono portare ad appoggiare la scelta della dirigenza Bianconera, dirigenza che però, da parte sua, non deve pensare di poter lavare le proprie colpe così, scaricando tutti i demeriti sull’allenatore. Nessuno si dimentica, infatti, gli errori – già ricordati – in fase di mercato: di questo è giusto che Cobolli Gigli, Blanc e Secco ne siano ben coscienti.

Detto dei vari problemi che hanno portato alla rimozione di Ranieri andiamo a ripercorrere un po’ la carriera sportiva di Ferrara, neo allenatore: nato l’11 febbraio 1967 a Napoli passa un bruttissimo momento durante la sua adolescenza quando, a quattordici anni, viene colpito dalla Sindrome di Osgood-Schlatter, processo degenerativo a carico della tuberosità tibiale, ed è costretto per un periodo ad utilizzare una carrozzella per spostarsi.

Ferrara allenerà la Juventus nelle ultime due partite di questa stagione (corrieredellosport.it)
Ferrara allenerà la Juventus nelle ultime due partite di questa stagione (corrieredellosport.it)

Il carattere di Ciro, però, è forte almeno tanto quanto la sua voglia di giocare a calcio: Ferrara non demorde e quattro soli anni più tardi, risolti i suoi problemi di salute, esordisce in Serie A, proprio contro la Juventus.

Dopo dieci stagioni (in cui vinse due campionati, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana ed una Coppa UEFA) giocate nella squadra della sua città, con cui visse in pieno tutta l’era-Maradona, passò alla Juventus, dove seguì Marcello Lippi, che anch’egli si trasferì da Napoli a Torino in quell’estate.

In Bianconero giocò undici stagioni collezionando 253 presenze in campionato (sei in più rispetto alla sua avventura napoletana) e vincendo tutto: 5 scudetti (di cui uno revocato), 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe Italiane, 1 Champions League, 1 Supercoppa UEFA, 1 Coppa Intercontinentale ed 1 Coppa Intertoto, finendo anche trentatreesimo nella classifica del Pallone d’Oro nel 1997 (vinto da Ronaldo davanti a Mijatovic e Zidane) quando raccolse, al pari di Blanc, Rivaldo e Skammelsrud, un punto.

Positiva anche la sua esperienza in Azzurro: dopo aver giocato nell’under 21 e nell’Olimpica, per un totale di 12 partite, colleziona, tra l’87 ed il 2000, 49 presenze in nazionale maggiore, vincendo la medaglia di bronzo ai Mondiali italiani e quella d’argento agli Europei del 2000 (in entrambi i casi giocò una sola partita: quella agli Europei rimarrà anche come la sua ultima presenza in nazionale).

Una volta appese le scarpe al chiodo, nell’estate 2005, entra quindi a far parte dello staff tecnico della nazionale Azzurra al seguito di un suo grande maestro, Marcello Lippi. Dopo aver partecipato alla vittoriosa spedizione del mondiale tedesco abbandona, al pari del C.T., la nazionale e viene quindi assunto dalla Juventus come responsabile del settore giovanile (ricarico che dallo scorso anno ricopre affiancato a quello di collaboratore tecnico di Lippi in nazionale, dove ritorna quando il tecnico viareggino viene richiamato per sostituire Donadoni), ruolo che ha ricoperto fino a ieri.

Ferrara ha accompagnato Lippi come collaboratore tecnico nella fortunata spedizione di Germania 2006 (alenapoli.com)
Ferrara ha accompagnato Lippi come collaboratore tecnico nella fortunata spedizione di Germania 2006 (alenapoli.com)

Da oggi, quindi, Ferrara è a tutti gli effetti il nuovo allenatore juventino: ora c’è da capire se questa è, come sembra, solo una soluzione “temporanea” oppure se ci siano possibilità che la dirigenza lo confermi anche per la prossima stagione. A questo proposito, comunque, Ciro ha le idee piuttosto chiare: “Mi hanno chiamato traghettatore ed è vero, ma il traghetto ci arriva lentamente. Io sono un amante del mare e voglio andare con una nave veloce”, un gioco di parole, insomma, per far capire che ad oggi ciò che conta non è se lui sarà o meno seduto sulla panchina juventina anche la prossima stagione; oggi, secondo Ferrara, conta solo vincere: “L’unica cosa che chiederò ai giocatori è che in queste due partite si facciano sette punti. Se se ne faranno sei va bene lo stesso. Era una battuta, non vi è piaciuta?”. Scherza anche, il buon Ciro. Che però sa bene quanto sarebbe importante per la Juventus terminare la stagione con una qualificazione diretta alla Champions League.

E il futuro?

Proprio oggi è stato ufficializzato il ritorno di Fabio Cannavaro, ex centrale della Juventus di Lippi e Capello che abbandonò Torino all’indomani dello scoppio di Calciopoli, quando decise di andare a Madrid per provare a vincere quella Champions League che ancora gli manca.

Sarà quindi il capitano della nazionale, che ha firmato un contratto sino al prossimo giugno, la prima pedina su cui costruire la Juventus della prossima stagione. Juventus che dovrebbe essere rinforzata anche dall’arrivo di Diego. A tal proposito riporto quindi le parole di Blanc, che fanno chiarezza sull’argomento: “Andiamo avanti, lavoriamo su Diego e cercheremo di chiudere nei prossimi giorni. Poi in difesa Cannavaro è un acquisto importante per noi. I tifosi hanno ancora l’emozione di quando è andato via tre anni fa. Anche in questo caso abbiamo analizzato la situazione con molta concretezza. Ci sono molti ‘plus’. In queste ore porteremo le carte firmate da Cannavaro in federazione. Due acquisti, quindi, uno chiuso oggi e uno che Alessio Secco porta avanti con tutta la sua determinazione e speriamo di poter annunciarlo nei prossimi giorni. Poi abbiamo idee chiare che abbiamo sempre voluto condividere con il mister, magari con due alternative tra cui scegliere. Ora chiudiamo queste due operazioni, poi un attimo di riflessione, ma ripeto: abbiamo le idee chiare su come muoverci”.

Diego dovrebbe essere ufficializzato a breve dalla dirigenza Bianconera (arenabola.com)
Diego dovrebbe essere ufficializzato a breve dalla dirigenza Bianconera (arenabola.com)

Idee chiare, quindi. Che sembra un po’ un controsenso, a pensarci bene. Perché la squadra la si costruisce assieme ad un allenatore, perseguendo un certo progetto tattico. Mentre ad oggi, almeno ufficialmente, un allenatore per la prossima stagione non c’è. Ma, forse, in Corso Galileo Ferraris hanno davvero le idee chiare ed un allenatore per la prossima stagione è già stato bloccato.

Di certo dovrà essere un allenatore che sappia valorizzare al massimo un giocatore come Diego, che sarà la punta di diamante della prossima campagna acquisti (a meno che il suo ingaggio non sfumi all’ultimo momento).

In tal senso, quindi, sembrerebbero un po’ inadatti sia Conte che Gasperini, due “uomini Juve” che giocano un calcio diverso da quello che potrebbe esaltare il fantasista brasiliano: il primo, infatti, gioca un 4-4-2 con ali molto offensive, tanto da diventare una sorta di 4-2-4 in fase d’attacco. Il secondo gioca invece un 3-4-3 capace di diventare una sorta di 5-4-1 in fase difensiva, con giocatori dediti alla fase difensiva schierati come tornanti a centrocampo (i vari Mesto, Criscito, Vanden Borre, ecc) e due ali capaci anche di dare una mano in fase di non possesso (come Sculli, non il giocatore più rappresentativo della squadra ma di sicuro l’emblema del Genoa gasperiniano). Nessuno dei due moduli, quindi, prevederebbe un trequartista. In nessuno dei due moduli, quindi, Diego troverebbe la sua giusta collocazione in campo. Entrambi gli allenatori per schierarlo dovrebbero infatti snaturarne le caratteristiche: che lo si metta a fare la seconda punta, il centrale di centrocampo o l’ala di certo non lo si sfrutterebbe al 100%. E’ anche vero, però, che nel calcio non si deve vivere per dogmi, e che entrambi, qualora arrivassero in una Juve con Diego, potrebbero decidere di cambiare il proprio stile di gioco.

Di certo, però, più probabile sarebbe, da un punto di vista tattico, l’arrivo di Spalletti: il tecnico toscano fece infatti divertire tutta Italia col suo 4-2-3-1 e potrebbe riproporlo a Torino (dove, per altro, il bel gioco non si vede da anni). In una linea con tre trequartisti, poi, un giocatore dalle caratteristiche di Diego sarebbe l’ideale se schierato al centro, con due compagni al suo fianco (uno potrebbe essere Camoranesi l’altro, perché no, Giovinco).

Spalletti potrebbe sedere sulla panchina della Juventus a partire dalla prossima stagione
Spalletti potrebbe sedere sulla panchina della Juventus a partire dalla prossima stagione

Alla fine, però, la dirigenza potrebbe decidere di confermare proprio Ferrara, che però non si fa illusioni ne ha fatto pressioni in tal senso: “Sono stato molto chiaro con Blanc e Secco quando ci siamo visti. Voglio ringraziare chi ha creduto che Ferrara possa essere utile in questo momento. Per me è un orgoglio, anche per il mio passato recente e l’ho molto apprezzato. Non ho fatto domande o richieste, ma mi sono messo a disposizione della società, nella quale sono dal 1994. Nel momento in cui la società mi ha dato questa possibilità l’ho presa senza tentennamenti. Ovviamente c’è una forte emozione”.

La Juventus, quindi, è un cantiere più aperto che mai. Vincere contro Siena e Lazio per la qualificazione diretta alla Champions, assumere un allenatore adatto a guidare questa squadra e costruire una rosa competitiva: la strada non è esattamente in discesa, ma per tornare grandi si devono superare le prove più dure.

1 commento

  1. Ora non ci resta che incrociare le dita e sperare che Ferrara prima e Dirigenza poi, facciano il loro dovere.
    In tutto questo ovviamente anche il collettivo dei giocatori in questo deve comportarsi professionalmente e portare a termine al meglio questa stagione.

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