Mondiale under 20 Egitto 2009 – Sorteggi e preview

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Lurna di Luxor (fifa.com)
L'urna di Luxor (fifa.com)

Sono stati sorteggiati a Luxor i sei gironi del prossimo mondiale under 20 che si svolgerà dal 24 settembre al 16 ottobre in Egitto e le cui partite saranno disputate negli stadi Cairo International Stadium e Cairo Military Academy Stadium del Cairo, Borg El Arab Stadium e Harras El-Hedoud Stadium di Alessandria, Port Said Stadium di Port Said e Ismailia Stadium di Ismailia.

Vediamo quindi come l’urna ha diviso le 24 squadre qualificatesi a questa fase finale, nella quale tutte queste compagini proveranno ad aggiudicarsi il torneo, succedendo quindi all’Argentina (che, lo ricordo, non si è qualificata alla fase finale di questo torneo, avendo fallito miseramente all’ultimo sudamericano under 20).

Gruppo A
Egitto
Trinidad & Tobago
Paraguay
Italia

E’ questo il girone che vedrà impegnato l’Egitto padrone di casa. I ragazzi egiziani vorranno sicuramente fare di tutto per sfruttare il fattore campo, andando ad imporsi in un torneo che nessuna squadra africana ha mai vinto prima d’ora.

Giocheranno inoltre anche per sfatare una questione che tormenta l’Egitto da sempre e che in questi ultimi anni è risultata molto netta: l’Egitto è la regina incontrastata del continente nero sia a livello di nazionale (hanno riportato più titoli africani tra tutti) sia a livello di club (l’Al Ahly, campione d’Africa in carica, è una vera superpotenza continentale). Fuori dal proprio continente, però, non hanno mai combinato molto. Insomma, finché si tratta di giocare per il predominio continentale gli egiziani risultano spesso tra i migliori, quando però la posta in gioco si alza paiono sciogliersi come neve al sole.

Vedremo quindi se i giovani Faraoni riusciranno a sfatare un po’ questa cosa, magari sollevando il trofeo davanti ai propri tifosi.

Trinidad si è invece qualificata alla fase finale di questo torneo giungendo quarto all’ultimo campionato under 20 della zona CONCACAF, disputatosi proprio in Trinidad & Tobago. Qui, infatti, i giovani Soca Warriors erano riusciti ad arrivare quarti nel proprio girone dietro al Costa Rica garantendosi così l’approdo ai mondiali.

Un variopinto tifoso dei Soca Warriors (fifa.com)
Un variopinto tifoso dei Soca Warriors (fifa.com)

Risultato che fa piuttosto effetto soprattutto se si pensa che a farne le spese è stato il Messico, oltre al Canada, nazione che ha storicamente un peso molto maggiore rispetto a T&T. La vittoria firmata da De Silva sul Canada, il pareggio a reti inviolate con Costa Rica ed infine il pareggio 2 a 2 in rimonta sul Messico (arrivato grazie ai goal di Clarence e Bentick) hanno quindi dato il lasciapassare per i prossimi mondiali a questa rappresentativa giovanile che sembra comunque poter essere la squadra meno competitiva del gruppo (e che finì il CONCACAF under 20 al quarto posto dopo la sconfitta ai rigori contro gli States e quella arrivata solo all’89’ contro Honduras nella finalina), ma chissà mai che la vigoria atletica classica di chi nasce in quelle zone non possa rappresentare l’arma in più per questa nazionale, che dovrà comunque vedersela con avversari storicamente più temibili e tecnicamente più preparati.

E proprio questa è la caratteristica migliore di uno dei giocatori più interessanti della squadra, quel Sean de Silva che, come detto, realizzò la rete grazie alla quale i Soca Warriors batterono il Canada. Allenatore della squadra è Zoran Vranes, artefice della qualificazione a questo mondiale e che ha in passato allenato anche la nazionale maggiore trinidadense oltre che quella di St. Vincents & the Grenadines.

La nazionale paraguayana torna ad un mondiale under 20 dopo aver mancato la partecipazione alle ultime due edizioni. La qualificazione è arrivata grazie al secondo posto fatto registrare all’ultimo sudamericano di categoria, dove non poterono nulla contro un grande Brasile, autore di un ultimo girone che non ha dato assolutamente scampo alle avversarie.

Nel contempo, però, l’ottimo – ed almeno in parte inaspettato – secondo posto fatto registrare alla fine del torneo ha sì dato modo alla squadra di partecipare al mondiale, ma soprattutto ha fatto parlare molto dei campioncini in erba che questa covata sembra avere in serbo per il calcio paraguayano: già detto di Hernan Perez e Robin Ramirez, due dei migliori all’ultimo Sudamericano, c’è sicuramente da citare anche Ronald Huth, difensore formatosi nel Tacuary approdato poi al Liverpool, dove è tenuto in grossa considerazione dai tecnici Reds.

L’allenatore della selezione sarà Adrian Alberto Coria, allenatore argentino di Buenos Aires che dal 2007 è assistente di Martino, allenatore della nazionale maggiore, e dallo scorso anno ha preso in carica l’under 20.

L’Italia arriva invece a questo mondiale grazie alla grande prestazione all’ultimo europeo under 19, dove i ragazzi di Rocca arrivarono sino in finale, per venire poi sconfitti dalla Germania. Già allenatore dell’under 18 e, appunto, dell’under 19 spetterà ora a lui guidare questi ragazzi al mondiale egiziano, cercando di eguagliare quanto la nazionale maggiore fece solo tre anni fa in quel di Berlino: salire sul tetto del mondo.

Paloschi sarà una delle stelle dellItalia al prossimo mondiale under 20 (calcio-on-line.com)
Paloschi sarà una delle stelle dell'Italia al prossimo mondiale under 20 (calcio-on-line.com)

Rocca potrà contare su numerosi giocatori di talento e sicuro affidamento, tanto che la nazionale azzurra è sicuramente da annoverare tra le possibili vincitrici finali: Okaka, Fiorillo, e Poli sono solo alcuni dei tanti talenti che Rocca sicuramente porterà con sè in Egitto, pronto a spuntarla. Chissà mai, poi, che se Macheda dovesse confermare quanto di buono fatto vedere proprio oggi alla fine non esca un posto anche per lui, già nel giro dell’attuale under 19 nostrana.

Azzurrini che andranno in Egitto col compito di migliorare l’ultimo piazzamento italiano in questa competizione: quattro anni fa, infatti, l’under 20 italiana non andò oltre i quarti di finale di quella competizione, fermati dal Marocco. Quest’anno avranno sicuramente la possibilità di fare meglio, anche se secondo Rocca la cosa più importante per questi ragazzi è l’esperienza che si matura affrontando tornei come questi.

Gruppo B
Nigeria
Venezuela
Spagna
Tahiti

I nigeriani dovrebbero essere considerati, a rigor di logica, i favoriti per la vittoria finale: questo gruppo, infatti, è più o meno lo stesso che vinse l’ultimo mondiale under 17, quello giocatosi in Corea. Da quel momento in avanti, però, la squadra ha fatto qualche passo indietro, tanto che all’ultimo under 20 del continente nero – organizzato in Ruanda – questa squadra si è piazzata solo al terzo posto, dietro Ghana e Camerun.

Grande “assente” di quest’ultima competizione è stato sicuramente Macauley Chrisantus, che di quel mondiale fu il capocannoniere: la punta delle Flying Eagles, che proprio con quelle sue performance si guadagnò un ingaggio all’Amburgo, ha infatti deluso non poco, mettendo a segno una sola rete. Sarà comunque di certo una delle potenziali stelle del prossimo mondiale, assieme a Kingsley Udoh (difensore dell’Akwa United recentemente seguito da Lione ed Olympiakos), Lukman Haruna (centrocampista aggregatosi il dicembre scorso al Monaco ma già seguito da Real, Atletico, ed altri TOP club europei, nonché già nel giro della nazionale maggiore), Rabiu Ibrahim (capocannoniere dei suoi all’ultimo under 20 africano con 2 reti, è un centrocampista che in patria hanno eletto a “nuovo Okocha” e che dopo essere cresciuto nel Gateway F.C. è passato allo Sporting Lisbona, dove milita tutt’ora), Frank Temile (attaccante della Dinamo Kiev che nel suo unico campionato maltese giocato con il Valletta F.C. mise a segno 10 reti in 20 match, vincendo, oltre al campionato, i premi come miglior punta, miglior giovane promettente e miglior giocatore straniero del campionato) e Ganyu Oseni (acquistato a titolo definitivo dal CSKA il gennaio scorso, segnò una rete ai mondiali under 17).

Christantus festeggia il 2 a 0 allArgentina allultimo mondiale under 17: resta lui una delle stelle di questa Nigeria
Christantus festeggia il 2 a 0 all'Argentina all'ultimo mondiale under 17: resta lui una delle stelle di questa Nigeria

Insomma, una rosa composta da diversi talenti interessanti, posti nelle mani di Sansone Siaisa, coach capace di vincere l’argento a Pechino 2008 e ai mondiali under 20 olandesi del 2005, subentrato dopo l’ultimo campionato africano under 20 a Laden Bosso.

Vedremo quindi se dopo essere saliti sul tetto del mondo come under 17 questi ragazzi sapranno ripetersi il prossimo autunno.

Il Venezuela è invece una sorpresa: nessuno si sarebbe aspettato all’inizio dell’ultimo sudamericano under 20 di vedere i giovani Vinotinto qualificati a questo mondiale, ma grazie alla tenacia ed anche alle qualità messe in mostra, oltre che all’essere stati capaci di sfruttare al meglio il fattore campo, il Venezuela è qui, pur aggregato in un girone che per loro potrà risultare molto ostico.

Guidati dal 36enne Cesar Farias, capace nel 2004 di portare il Deportivo Tachira fino ai quarti della Libertadores (dove si dovettere piegare al San Paolo, capace di imporsi con un 7 a 1 globale), i giovani Vinotinto cercheranno l’impresa, la stessa che li ha portati qui: le vittorie con Colombia ed Uruguay oltre che il pareggio con l’Argentina sono stati infatti risultati molto importanti per una rappresentativa di questo piccolo paese. Vedremo ora se Rafael Acosta (giocatore di proprietà del Cagliari, molto positivo all’ultimo Sudamericano, dove segnò il terzo dei goal della vittoria venezuelana sull’Uruguay), José Salomòn Rondòn (passato in estate al Las Palmas, Segunda Division Espanola, e capocannoniere della squadra all’ultimo sudamericano con 3 realizzazioni), Jonathan Del Valle (centrocampista, tra le stelle di questa formazione) e Rafael Romo (portiere eroe dell’ultimo under 20) riusciranno a confermare l’ottima impressione fatta pochi mesi fa.

Certo il loro compito sarà tutt’altro che facile. Se non altro, comunque, non avranno la pressione di dover migliorare un risultato: l’hanno già fatto. Il Venezuela, infatti, non si era mai qualificato ad un mondiale under 20 in precedenza.

La Spagna resta sempre una delle formazioni più interessanti a livello giovanile su scala mondiale.

Parejo, una delle stelle spagnole (fifa.com)
Parejo, una delle stelle spagnole (fifa.com)

L’urna di Luxor ha posto subito, tra l’altro, un incontro interessante: si sfideranno infatti le due finaliste dell’ultimo mondiale under 17. Se la Nigeria, come detto, fu la vincitrice di quel mondiale la Spagna fu la squadra che cedette loro in finale, riportando solo una medaglia d’argento. E quella Spagna era più o meno formata dagli stessi giocatori che formano ora questa under 20: Fran Merida, Daniel Parejo, Iago (acquistato dalla Juventus la scorsa estate e tra i giocatori più interessanti del panorama primaveristico italiano, come mostrato anche nel corso dell’ultimo Torneo di Viareggio) sono solo alcuni dei giovani fenomeno spagnoli che proveranno l’assalto al tetto del mondo. Senza contare che Luis Milla, ex assistente di Laudrup al Getafe, non potrà molto probabilmente contare su quello che è ad oggi probabilmente il migliore tra tutti i campioncini spagnoli: quel Bojan Krkic che pare essere un predestinato e che è già nel giro dell’under 21 (ma che Aragones avrebbe voluto portare già agli ultimi Europei con la nazionale maggiore).

Se la rivalità dovuta al ricordo della finale dell’ultimo mondiale under 17 non bastasse, poi, ci sarà un ulteriore elemento ad infiammare la sfida: l’unico titolo mondiale di categoria vinto dalla Spagna nella sua storia, infatti, venne vinto proprio in Nigeria nel 1999 (era quella la Spagna dei vari Xavi, Gabri e Pablo Counago, che finì col laurearsi scarpa d’oro del torneo segnando anche una doppietta in finale), dove batterono in finale il Giappone per 4 a 0: siamo convinti che le Flying Eagles vorranno lavare anche quell’onta, cercando di estromettere da subito le Furie Rosse dalla competizione.

Tahiti, infine, è una squadra che non dovrebbe arrecare disturbo ad alcuno, ma restano comunque pur sempre una bella favola: grazie all’impresa di questi ragazzi, allenati dall’ex nazionale francese Lionel Charbonnier, infatti, vedremo per la prima volta nella storia una nazione così piccola di questo continente partecipare ad una fase finale di un torneo FIFA (escludendo futsal e beach soccer).

I ragazzi tahitiani, quindi, hanno già compiuto un’impresa ed il loro popolo sicuramente non potrà chiedere loro di più: resterà comunque questa una vetrina importante grazie alla quale potranno, perché no, strappare un contratto in qualche squadra più o meno importante del Vecchio Continente. I ragazzi più interessanti dovrebbero essere Teheipuarii Hauata, il portiere della squadra, ed i fratelli Alvin e Lorenzo Tehau.

Gruppo C
USA
Germania
Camerun
Corea del Sud

USA festeggiano vittoria su T&T (fifa.com)
USA festeggiano vittoria su T&T (fifa.com)

Gli Stati Uniti d’America giungono a questo appuntamento senza le stelle capaci di guidare questa squadra a ben figurare negli ultimi tre mondiali di categoria (terminati ai quarti, agli ottavi ed ancora ai quarti rispettivamente): Altidore, Adu e Bradley, solo per citare qualche nome, non faranno infatti parte della spedizione americana in Egitto, che dovrà quindi contare sul talento ancora da verificare ad alti livelli di Brian Perk, Bryan Arguez ed Anthony Wallace.

A fare la differenza potrebbe quindi essere la presenza in panchina di Thomas Rongen, vero artefice di tutte queste buone prestazioni della rappresentativa giovanile statunitense. Il coach nativo di Amsterdam, infatti, ha già dimostrato la sua capacità nell’approcciarsi ai giovani, così come dimostrando proprio anche nell’ultimo mondiale, quello canadese, dove gli Stati Uniti hanno seriamente sfiorato l’impresa perdendo solo 2 a 1, e nemmeno troppo meritatamente, contro l’Austria una partita che poteva garantire agli americani, guidati in campo da Altidore, Adu e Szetela, l’approdo in semifinale.

Questi ragazzi dovranno quindi cercare di continuare lungo la strada tracciata dai loro predecessori più prossimi, magari cercando di migliorarli, arrivando così ad eguagliare, come minimo, il miglior risultato americano ad un mondiale under 20. Nel 1989, infatti, gli Stati Uniti di Snow, Henderson e Dayak finirono addirittura quarti, sfiorando anche l’impresa di centrare una medaglia: in semifinale, infatti, la sconfitta contro la Nigeria (battuta poi in finale dal Portogallo di Joao Pinto e Couto) arrivò solo ai supplementari, firmata da una doppietta di Adepoju. Nella finale di consolazione, poi, gli States dovettero piegarsi al Brasile di Leonardo, Franca, Sonny Anderson e Bismarck, che di quell’edizione fu eletto miglior giocatore (salvo poi finire, dopo aver partecipato ai mondiali di Italia 90, con lo spendere la propria carriera per lo più in Giappone indossando le maglie dei Verdy Kawasaki, Kashima Antlers e Vissel Kobe, squadra con la quale ha dato il suo addio al calcio sei anni fa).

La Germania si presenta ai blocchi di partenza come una delle favorite: campioni d’Europa in carica i tedeschi vorranno sicuramente prendersi anche il tetto del mondo, dopo quello d’Europa.

Trascinati dai goal di Sukuta-Paso e dalle giocate di Savio Nsereko (ex Brescia, attualmente in forza al West Ham di Gianfranco Zola) i giovani tedeschi sono riusciti a riportare in alto i propri colori, cosa che a livello giovanile non avveniva da diverso tempo.

Ora Horst Hrubesch, mister tedesco che da giocatore fece parte della favola di quell’Amburgo capace di vincere UEFA e Champions League nei primi anni 80, dovrà quindi cercare di portare questa squadra sul gradino più alto del podio anche a livello mondiale, per completare un cammino iniziato lo scorso anno durante gli Europei under 19. I giovani tedeschi, infatti, saranno chiamati a bissare il successo ottenuto dalla Germania Ovest al mondiale under 20 del 1981, quello che quella squadra, trascinata dalle reti di Loose e Wolfharth (4 e 3 rispettivamente realizzate nel corso del torneo), riuscì ad aggiudicarsi battendo in finale il Qatar per 4 a 0 dopo Romania ed Uruguay in precedenza, oltre a Spagna e Messico nel girone.

Kroos sarà una delle stelle tedesche al prossimo mondiale under 20 (oleole.com)
Kroos sarà una delle stelle tedesche al prossimo mondiale under 20 (oleole.com)

Il Camerun manca invece a questo appuntamento da 10 anni e ci arriva forte del secondo posto conquistato agli ultimi giochi africani di categoria, dove i giovani Leoni Indomabili si sono piegati solo in finale al Ghana, dopo aver eliminato la già citata Nigeria in semifinale oltre che i padroni di casa del Rwanda ed il Mali nel girone.

Allenati da Wabo, autodidatta soprannominato il “Capello camerunense”, questi giovani, tra cui spiccano Beyokol, portiere e capitano della squadra, e Fomen, che all’Olympique Marsiglia avrebbero individuato come potenziale sostituto di Taiwo, oltre che Parfait (in forza alla primavera del Genoa) dovranno quindi battersi allo strenuo delle forze per poter passare il turno, essendo loro inseriti in un gruppo che, a livello di competitività, sembra essere secondo solo al gruppo D.

Fare meglio di quanto fecero i loro connazionali nel 1995, quando arrivarono sino ai quarti contro l’Argentina (poi campione del mondo), non sarà quindi facile per questi ragazzi, ma conoscendo la voglia di emergere che sicuramente avranno ci potremo aspettare di tutto.

La Corea del Sud, infine, saranno guidati da Hong Myung Bo, ex assistente di Advocaat a Germania 2006, verso un posto nella storia: i giovani Taeguk Warriors, infatti, proveranno a centrale almeno un piazzamento sul podio, per migliorare quello che è ancora attualmente il miglior piazzamento nella loro storia: nel 1983, infatti, i sudcoreani riuscirono a piazzarsi addirittura al quarto posto, cullando sino in semifinale (dove vennero battuti dal Brasile – campione di quell’edizione – di Dunga e Bebeto, futuri campioni del mondo undici anni più tardi negli States) il sogno di potersi laureare campioni del mondo in uno dei mondiali giovanili con più contenuto tecnico della storia: oltre ai già citati brasialiani, infatti, fu quello il mondiale degli uruguaiani Carlos Aguilera e Ruben Sosa, del russo Protasov, del Ceko Kula, dell’Argentino Gabrich oltre che dell’immenso olandese Marco Van Basten (fermatosi ai quarti con i suoi orange estromessi dall’Argentina poi finalista).

Cho Young-Cheol
Cho Young-Cheol

La stella della squadra sarà senza ombra di dubbio Cho Young-Cheol, 19enne attaccante sudcoreano in forza all’Albirex Niigata (squadra della J-League giapponese) già presente alle scorse Olimpiadi con l’under 23 del suo paese. Cheol, inoltre, detiene un singolare primato: il 6 novembre del 2007, infatti, mise a segno ben 10 reti contro i pari età di Guam in una gara valida per le qualificazioni all’ultimo torneo giovanile asiatico, quello che vide poi i sudcoreani arrivare sino in semifinale (dove vennero battuti dall’Uzbekistan) qualificandosi quindi per questo mondiale.

Vedremo quindi se questi ragazzi sapranno giungere almeno in semifinale.

Gruppo D
Ghana
Uzbekistan
Inghilterra
Uruguay

La nazionale ghanese si presente ai blocchi di partenza come campionessa in carica del proprio continente, risultando quindi tra le favorite alla vittoria finale.

I Satelliti Neri sono riusciti ad imporsi nel loro continente dimostrando di essere la squadra meglio amalgamata tra tutte, cosa che abbinanata alle buone individualità presenti in rosa ha composto il mix giusto per imporsi. Ora bisogna solo vedere se la stessa “magia” si potrà compiere ancora, con il Ghana che potrebbe quindi diventare la prima formazione africana a laurearsi campionessa del mondo under 20.

Coach Sallas Tetteh è un coach d’esperienza, già allenatore della nazionale maggiore, e saprà certamente agire al meglio, puntando alla vittoria.

Star della squadra è invece Ransford Osei, capocannoniere dell’ultimo campionato under 20 africano con 7 reti (quattro più di Daogari e Bhengu, giunti secondi). Nato ad Accra il 5 dicembre del 1990 è cresciuto calcisticamente nelle giovanili dell’S.C. Adelaide (squadra nigeriana, per quanto il nome possa far pensare si tratti di una compagine australiania) e del Kessben Academy, dove fece poi salto al professionismo nel 2005, esordendo nel Kessben F.C. Il 28 febbraio 2008 si registrò poi il suo passaggio al Legia Varsavia, squadra che lo ha poi girato in prestito agli israeliani del Maccabi Haifa, club che attualmente detiene la proprietà del suo cartellino (e cui Osei è legato da un contratto triennale). Capace di segnare 17 reti in 28 partite con l’under 17 e 7 in 6 partite con la rappresentativa under 20 Osei si candida ad essere una delle possibili star del prossimo mondiale di categoria.

Ayew, capitano del Ghana under 20 (theoffside.com)
Ayew, capitano del Ghana under 20 (theoffside.com)

Un ruolo importante nella squadra lo svolgerà comunque di sicuro Dede Ayew, figlio di una delle stelle del calcio africano del recente passato: Abedi Pelè. Ayew, che milita attualmente nel Lorient, squadra di Ligue 1 francese, è infatti capitano e faro di questo Ghana.

L’Uzbekistan giunge a questo mondiale come vicecampione asiatico in carica, avendo perso la finale dell’ultimo campionato asiatico di categoria per 2 a 1 contro gli Emirati Arabi Uniti dopo aver eliminato Corea del Sud e Cina negli scontri diretti oltre a Tailandia e Giordania nel girone.

Guidati da Akhmad Ubaydullaev i giovani uzbeki hanno coronato con le loro prestazioni un anno d’oro per il paese che ha visto oltre al loro argento anche la nazionale maggiore essere ben in corsa per qualificarsi ai prossimi mondiali e l’F.C. Bunyodkor (la squadra in cui milita Rivaldo e che offrì un contratto da 40 milioni l’anno ad Eto’o) arrivare in semifinale dell’AFC Champions League.

Il prossimo autunno, quindi, questi ragazzi saranno impegnati nel non facile compito di migliorare ulteriormente quanto fatto finora. Nonostante la presenza di giocatori interessanti come Karimov (centrocampista capitano della squadra il cui goal portò la squadra a battere la Corea del Sud in semifinale all’ultimo campionato asiatico è stato nominato miglior giovane asiatico del 2008) e Mirzaev (20enne attaccante in forza al Rubin Kazan) è difficile pensare che questo Uzbekistan possa superare il vero e proprio girone di ferro di questi mondiali, dove loro sembrano destinati ad essere la squadra materasso.

Gli inglesi, guidati in panchina da Brian Eastick, dovranno invece pulire un’onta tremenda per loro che si definiscono da sempre i maestri del calcio: debbono riuscire quindi ad aggiudicarsi per la prima volta nella loro storia un mondiale under 20, cosa mai riuscita fino ad ora.

In precedenza, infatti, i Leoni Indomabili erano riusciuti solo ad aggiudicarsi una medaglia di bronzo: era il 1993 e l’Inghilterra di Joachim (capocannoniere della squadra in quel torneo con due reti segnate) giunse in terza posizione grazie al 2 a 1 inflitto agli australiani padroni di casa (e dopo essere stati battuti in semifinale dal, guarda un po’ i corsi e ricorsi storici, Ghana dell’ex Udinese Gargo. Fino ad allora gli inglesi erano riusciti solo a centrare un quarto posto, sempre in Australia, nel 1981 quando trascinati da Small e Webb (bandiera del Nottingham Forest che vinse l’UEFA nel 1991) gli inglesi si piegarono prima al Qatar in semifinale e poi alla Romania in finale.

Ora Woods, Welbeck, Sturridge e compagni dovranno quindi darsi molto da fare per migliorare i loro predecessori: già solo superare il girone sarà tutt’altro che facile.

Chiude questo raggruppamento l’Uruguay, squadra giunta terza all’ultimo sudamericano under 20.

Abel Hernandez, stella della Celeste
Abel Hernandez, stella della Celeste

La Celeste dovrà contare ancora una volta sui goal del neo palermitano Abel Hernandez, capocannoniere nelle qualificazioni, oltre che sulle giocate del milanista Tabarè Viudez, Urretaviscaya e Lodeiro (tutti giocatori già citati a suo tempo su questo blog).

Allenati da Diego Aguirre, ex allenatore di Penarol, Wanderers ed Alianza Lima tra gli altri, i giovani uruguaiani tenteranno, per la decima volta nella storia di questo paese, l’assalto al trono mondiale di categoria, cosa mai riuscita prima d’ora. Nelle nove precedenti esperienze al mondiale under 20, infatti, gli urugagi non sono andati oltre ad un secondo posto (in Malesia nel 1997, dove, guidati da Zalayeta, Nicolas Olivera e Pablo Garcia cedettero in finale per 2 a 1 contro l’Argentina di Cambiasso, Riquelm ed Aimar dopo aver eliminato la Francia di Henry e Trezeguet, il Ghana di Ofori-Quaye e gli Stati Uniti e gli Stati Uniti), un terzo (Giappone 1979, dove cedettero in semifinale all’Argentina di Diego Armando Maradona e Ramon Diaz, futura campionessa di quella manifestazione) e due quarti posti (Tunisia 1977, la prima edizione del mondiale under 20, dove vennero sconfitti in semifinale dall’URSS di Bessonov – miglior giocatore di quella manifestazione e trascinatore dell’Unione Sovietica al titolo – e nella finalina dal Brasile di Guina, scarpa d’oro del torneo e Nigeria 1999, dove l’Uruguay di Chevanton e Forlan venne sconfitto in semifinale dal Giappone di Takahara e Ono, nella finalina dal Mali di Seydou Keita – miglior giocatore del torneo – e Mamadou Diarra).

Certo è che l’orgoglio di una nazione capace di vincere due titoli mondiali “senior” si farà sentire. Potrebbe essere proprio questa l’arma in più per gli uruguagi, che per quanto inseriti in un girone di ferro partiranno tutt’altro che sconfitti.

Gruppo E
Brasile
Costa Rica
Repubblica Ceca
Australia

Dentinho, nuova giovane star carioca
Dentinho, nuova giovane star carioca

Il Brasile, nonostante l’assenza di Pato, partirà probabilmente coi favori del pronostico: Walter (capocannoniere all’ultimo sudamericano), Douglas Costa, Wellinton e Dentinho sono solo alcuni tra i tanti giovani potenziali campioni che il Brasile, inesaurible fucina di talenti, potrà schierare.

Come al solito, quindi, i verdeoro si presenteranno ai nastri di partenza con la rosa più ricca di talento. Non essendo però il calcio una scienza esatta i giochi non sono assolutamente fatti ed il Brasile, pur dall’alto del suo indiscutibile dominio sotto l’aspetto della qualità tecnica, dovrà sicuramente sudarsi la vittoria finale, così come ha dovuto fare all’ultimo sudamericano.

In tutto questo svolgerà sicuramente un ruolo fondamentale Rogerio Lourenco, allenatore ben capace (in questo lo ha sicuramente aiutato la sua esperienza nel settore giovanile del Flamengo) di lavorare con i giovani. Amalgamare al meglio tutto quel talento non è facile, come dimostrato nelle fasi iniziali dell’ultimo sudamericano. Lourenco però ha sicuramente tutte le carte in regola per farlo.

I giovani brasiliani partono quindi con non poca pressione addosso: quando si è i favoriti alla vittoria finale ci vuole poco a tradire le attese, entrando in un loop negativo dal quale non è detto si riesca ad uscire al meglio. Oltre a questo, poi, i giovani verdeoro avranno sulle spalle la responsabilità che tutto il loro popolo gli affida: riportare in Brasile la vittoria di questo trofeo, che manca dal 2003.

Prima d’ora il Brasile è riuscito a vincere quattro volte un mondiale under 20: nel 1983 il Brasile di Geovani (scarpa d’oro e miglior giocatore di quel torneo, si perse poi giocando in Brasile dopo le non convincenti esperienze di Bologna e Karlsruhe), Dunga e Bebeto battè in finale l’Argentina, riportando la prima vittoria in questo torneo della propria storia.

Nel 1985 i verdeoro di Silas (miglior giocatore del torneo prima di fare il giramondo con esperienze in Brasile, Portogallo, Giappone ed Italia), Gerson (morto a soli 29 anni dopo una carriera sotto ai livelli che gli si prospettavano in gioventù) e Muller (24 reti nel campionato italiano con la maglia del Torino) bissarono subito la vittoria ottenuta due anni prima battendo 1 a 0 in finale la Spagna di Fernando, Losada e Goikoetxea.

Nel 1993 arrivò il terzo successo, dieci anni esatti dopo il primo. Era quello il Brasile di Adriano (miglior giocatore del torneo, una carriera spesa in Brasile con un paio di brevi esperienze in Svizzera al Neuchatel Xamax ed in Giappone agli Urawa Reds) e Marcelinho Paulista (bronzo tre anni più tardi ad Atlanta, anche lui carriera spesa in Brasile con brevi esperienze in Grecia al Panionios ed in Spagna all’Almeria).

Dudu, capocannoniere delledizione 2003 (goal.com)
Dudu, capocannoniere dell'edizione 2003 (goal.com)

Nel 2003, infine, quello che è fino ad ora l’ultimo dei trofei conquistati: era quello il Brasile di Dudu Cearense (tra i capocannonieri del torneo), Daniel Carvalho, Nilmar ed Adailton, capace di battere in finale la Spagna di Sergio Garcia ed Iniesta dopo aver eliminato l’Argentina di Cavenaghi (tra i capocannonieri del torneo), Leandro Fernandez ed Osmar Ferreyra, il Giappone di Sakata (tra i capocannonieri del torneo) ed Hirayama e la Slovacchia di Cech ed Holosko, oltre al Canada di Hume ed alla Repubblica Ceca di Limbersky (per onor di cronaca, dato che gli altri tre sono stati citati tutti, anche lo statunitense Eddie Johnson si laureò capocannoniere di quel torneo, realizzando 4 reti).

Il compito che si prospetta non sarà certo facile e le pressioni esterne, come visto, saranno molteplici. Insomma, su entrambi i piatti della bilancia (pro, come il talento e la capacità tecnica, e contro, come le pressioni) ci sono posati dei pesi notevoli; vedremo da quale parte finirà col pendere la bilancia stessa.

Il Costa Rica giunge a questo mondiale sotto la guida di Ronald Gonzalez, già capitano dell’under 20 che giusto vent’anni fa non andò oltre il primo girone al mondiale di categoria che si disputò in Arabia Saudita e dove i Ticos dopo essere partiti bene all’esordio (1 a 0 contro la Colombia con goal proprio di Gonzalez) si sciolsero, perdendo le due partite successive (contro l’URSS di Salenko e la Siria) e finendo quindi anzitempo la propria esperienza. Gonzalez che come calciatore partecipò anche ai mondiali “dei grandi” disputatisi in Italia l’anno successivo.

Tutta questa esperienza su di un palcoscenico mondiale, quindi, gli tornerà buona quest’autunno, quando dovrà guidare i suoi ragazzi al mondiale egiziano. Ragazzi tra cui spicca Josue Martinez, punta del Deportivo Saprissa che si candida ad essere la punta di diamante di questa formazione.

Vedremo quindi se i giovani costaricensi riusciranno quest’anno a migliorare il più buon risultato ottenuto dalla loro nazionale nella storia di questa competizione: nel 2001 i Ticos approdarono infatti ai sedicesimi di finale, dove vennero eliminati dalla Repubblica Ceca, squadra che ritroveranno proprio nel corso di questo mondiale essendo stata inserita nel loro stesso girone.

Ed a proposito di Repubblica Ceca: i fratellini di Nedved giungono a questo mondiale carichi di speranze ed aspettative.

La squadra, allenata da Dovalil (assistente di Soukup al mondiale 2007), è ricca di talento: Necid, ad esempio. Attaccante attualmente in forza al CSKA Mosca (dove ha esordito segnando il goal decisivo nella finale di Supercoppa di Russia) è un bomber di razza: prima di concretizzare il suo passaggio in Russia, infatti, era il capocannoniere del campionato ceko con ben 11 reti segnate in 16 partite. Libor Kozak, invece, era entrato nel giro della prima squadra dell’Opava, Seconda Divisione Ceca, già a 18 anni; qui in 41 presenze aveva messo a segno la bellezza di 19 reti. L’estate scorsa, poi, il suo passaggio alla Lazio, dove ora si trova ad essere uno dei punti di forza di quella primavera. Da non dimenticare anche Miroslav Stepanek, roccioso difensore cresciuto tra Sigma Olomuc ed Amburgo, ora in prestito al Kapfenberger.

Tomas Necid, bomber dellunder 20 Ceka (soccernews.ru)
Tomas Necid, bomber dell'under 20 Ceka (soccernews.ru)

Speranze ed aspettative, comunque, vanno di pari passo con le pretese dell’ambiente: migliorare il risultato ottenuto all’ultimo mondiale di categoria, infatti, potrebbe significare solo la vittoria. Due anni fa, infatti, la Repubblica Ceca di Kalouda e Fenin si piegò solo in finale allo strapotere dell’Argentina di Aguero (miglior giocatore e miglior realizzatore del torneo con 6 reti), Maximiliano Moralez (secondo miglior giocatore del torneo e terzo miglior realizzatore, assieme allo statunitesen Altidore, di quel mondiale), Angel Di Maria, Mauro Zarate, Claudio Yacob e tanti altri giovani talenti.

Difficile, guardando ad ora, che i Ceki possano ripetere quell’impresa. La speranza però, si sa, è l’ultima a morire.

L’Australia giunge invece a questo mondiale per essere arrivata tra le prime quattro all’ultimo asiatico under 19, dove si sono fermati solo davanti all’UAE poi campione continentale.

Guidati in panchina da Jan Versleijen ed in campo da James Holland, stella e capitano della squadra, i giovani Socceroos proveranno quantomeno a bissare il loro risultato migliore nella competizione: tanto nel 1991 (in quella squadra giocava un giovane Okon, poi alla Lazio, e di quella squadra il bomber era David Seal, attualmente ancora in attività: gioca nel Melksham Town F.C.) quanto nel 1993 (era l’Australia di Agostino e Milicic), i Canguri erano riusciti ad arrivare in semifinale, senza però riuscire mai a guadagnare una medaglia.

Oltre al già citato Holland i Canguri conteranno dell’apporto di Cvetanovski e Bozanic, anche se la maggior parte della rosa sarà composta da giocatori che militano tutt’ora nella A-League, cosa che potrebbe far pagare loro soprattutto uno scotto dal punto di vista dell’esperienza.

Kantarovski, stella dellunder 17 aussie (zimbio.com)
Kantarovski, stella dell'under 17 aussie (zimbio.com)

Pare inoltre che Ben Kantarovski, 17enne centrocampista centrale con origini macedoni in forza ai Newcastle Jets, e Kofi Danning, neo 18enne ghanese (nato a Kumasi ma di passaporto australiano) ala dei Sydney FC, attualmente in forza all’under 17 australiana, potrebbero essere aggregati all’under 20.

Insomma, se da una parte potranno sicuramente contare su freschezza ed entusiasmo dall’altra mancheranno di esperienza. Crescere nel settore giovanile di una squadra italiana, inglese o spagnola non è paragonadibile rispetto che crescere in quello di una società australiana. Ma, e di questo ne siamo certi, i nipotini di Mr. Crocodile Dundee venderanno cara la pelle!

 

Gruppo F
Emirati Arabi Uniti
Sud Africa
Hounduras
Ungheria

E’ probabilmente questo il gruppo meno interessante di tutto il lotto.

L’UAE si presenta come fresco vincitore dell’ultimo asiatico under 19, ma obiettivamente non ha le credenziali né tantomeno il blasone per poter far paura a qualcuno. Visto il non eccelso livello del girone, comunque, gli Emirati Arabi Uniti potrebbero quasi rischiare di finire con il passare il turno, se andasse loro tutto bene.

Guidati da Hassan Ali Mahdi i giovani arabi vedono in Ahmed Khalil (miglior giocatore e capocannoniere dell’asiatico under 19 che è valso da fase qualificatoria a questo mondiale, nonché miglior giovane asiatico del 2008), punta dell’Al-Ahli (squadra del Dubai, da non confondersi con la più famosa compagine egiziana) il loro giocatore di maggior talento. Ma non l’unico. Oltre a lui, infatti, l’UAE può contare su Ahmad Ali, Theyab Awanah, Mohamed Fawzi, Rashed Essa, Habib Fardan e Abdulaziz Hussain tra gli altri.

Difficile, se non impossibile, vedere comunque l’UAE poter compiere un lungo cammino in questa competizione.

Il Sud Africa si presenta a questo mondiale come quarta forza del suo continente: all’ultimo campionato giovanile africano, infatti, Serame Letsoaka (considerato in patria una sorta di guru del calcio giovanile) ed i suoi ragazzi arrivarono in quarta posizione, venendo battuti in semifinale dal Ghana poi campione ed nella finalina dalla Nigeria.

Difficile poter dire quanto questa rosa sia competitiva: essa dovrebbe infatti esser formata quasi esclusivamente da giocatori che attualmente militano nel campionato sudafricano, giocatori che sono cioè pressoché sconosciuti tanto al grande pubblico quando alla maggioranza degli osservatori. Nel contempo, però, conoscendo l’ormai tradizionale forza dei giocatori provenienti dal continente nero sarà questa una delle squadre da tenere più d’occhio, proprio perché si potrebbero trovare qui alcuni tra gli affari più interessanti che da questo mondiale under 20 potrebbero partire.

Ramahlwe Mphahlele, capitano del Sud Africa under 20
Ramahlwe Mphahlele, capitano del Sud Africa under 20

Provo quindi a fare qualche nome: Ramahlwe Mphahlele (capitano della squadra, giovane difensore in forza ai Moroka Swallows FC), Masibusane Zongo (neo diciannovenne centrocampista in forza ai Supersport United) e Kermit Erasmus, unico tra tutti a giocare in Europa (è un giovane attaccante in forza al Feyenoord). 

Per il Sud Africa sarà tra l’altro la prima partecipazione ad un mondiale under 20: da questo punto di vista, quindi, i giocatori non sentiranno particolare pressione, non avranno risultati di qualche generazione prima della loro da eguagliare o superare. Saranno anzi loro presi come metro di paragone.

Honduras arriva a questi mondiali grazie al terzo posto fatto registrare all’ultimo under 20 CONCACAF dove i ragazzi di Emilio Umanzor, altro allenatore ritenuto come una sorta di santone in patria, tanto che il futuro del calcio honduregno è tutto – o quasi – nelle sue mani: sotto la sua guida, infatti, sono state poste sia la nazionale under 17 che quella under 20; un bell’impegno e soprattutto una grossa responsabilità.

Honduras che, tra l’altro, si è piegato in semifinale ai campioni continentali del Costa Rica, ma non solo: l’ha fatto dopo una dura battaglia, e solo ai calci di rigore. Assolutamente niente male per l’under 20 di un paese che non ha mai ottenuto grandi risultati in ambito calcistico.

Sotto il punto di vista del talento bisogna dire che questa squadra non ne è del tutto sprovvista (almeno secondo gli standard cui gli honduregni sono abituati). Tra i giocatori più interessanti va sicuramente citato Roger Rojas, nato a Tegucigalpa il 9 giugno del 1990 si è laureato capocannoniere (assieme al canadese Edwini-Bonsu e al costaricense Josuè Martinez) dell’ultimo campionato under 20 CONCACAF, attualmente milita nel Club Deportivo Olimpia, tra i club più importanti del paese, ed ha uno score di 10 reti segnate in 8 partite disputate con l’under 20.

 

Rojas festeggia coi compagni (fifa.com)
Rojas festeggia coi compagni (fifa.com)

Non ci si può però scordare di Mario Roberto Martinez (centrocampista recentemente acquistato dal Valerenga, club norvegese che ha deciso di investire su di lui dopo averlo visto giocare in un torneo in quel di Trinidad & Tobago), Josè Valladares (diciannovenne punta in forza al Motagua) e Johnny Leveron (19enne difensore anche lui sotto contratto con il Motagua).

 

Quella egiziana sarà la quinta campagna mondiale (a livello di under 20) per Honduras: mai prima d’oggi la Bicolor è riuscita a passare il primo turno (cosa che, tra l’altro, non è riuscita loro nemmeno nell’unica apparizione mondiale a livello senior, quella del 1982). Questa volta, però, Rojas e compagni hanno la seria possibilità di poterlo fare, scrivendo quindi una pagina storica del calcio del loro paese.

Se non altro difficilmente faranno peggio dell’ultima loro apparizione mondiale: nel 2005, infatti, gli honduregni subirono tre sconfitte (da Cile, Marocco e Spagna) subendo 15 reti senza segnarne una.

Infine l’Ungheria: la nazionale magiara approda ad un mondiale under 20 per la quinta volta nella loro storia, l’ultima delle quali avvenuta all’edizione del 1997 quando i giovani ungheresi persero tutte e tre le loro partite (contro Argentina, Australia e Canada) riuscendo ad incassare 6 reti e segnandone una sola (con Attila Szil, attualmente in forza all’APEP Pitsilia di Cipro).

Attualmente l’under 20 ungherese sembra sicuramente superiore a quella: mister Wilco van Buuren ha a disposizione una rosa di discreto livello, con la quale, complice lo scarso livello medio del girone, potrebbe riuscire a centrare la qualificazione al turno successivo.

Tra i nomi forti di questa squadra spiccano sicuramente quelli di Koman, trequartista stella della primavera della Sampdoria dello scorso anno ed attualmente in prestito ad avellino, e Nemeth, stella della squadra riserve del Liverpool (con un futuro in prima squadra, pare).

Certo, non sarà la grande Ungheria di Puskas, ma resta per sempre una squadra in grado di difendersi bene anche su di un palcoscenico importante come questo.

Vedremo quindi tra pochi mesi quale squadra si laureerà campione del mondo a livello giovanile.

Di certo, purtroppo, non potrà essere il Giappone: proprio questa competizione, infatti, ha ispirato una saga della serie manga giapponese conosciuta in Italia come “Holly e Benji”, serie nella quale i due protagonisti si lanciano, spalleggiati dai loro compagni, alla vittoria del titolo mondiale.

 

Diego Armando Maradona, uno dei tanti campioni passati dal mondiale under 20
Diego Armando Maradona, uno dei tanti campioni passati dal mondiale under 20

Di certo, scherzi a parte, resta questo un’ottima vetrina per i giovani talenti che diventeranno poi i campioni del domani. Nel corso della storia di questa competizione numerosi sono stati, infatti, i giocatori che hanno cominciato a farsi conoscere specialmente agli osservatori, ma anche al grande pubblico: Ronaldinho, Kakà, Dani Alves, Bebeto, Dunga, Taffarel, Romario, Sonny Anderson, Pato, Paulo Sousa, Joao Pinto, Couto, Rui Costa, Figo, Morientes, Xavi, Iniesta, Casillas, Forlan, Francescoli, Van Basten, Polster, Higuita, Balakov, Prosinecki, Boban, Suker, Salenko, Nakata, Henry, Trezeguet, Anelka, Owen, Santa Cruz, Saviola, Aguero, Messi, Cambiasso, Aimar, Riquelme, Mascherano, Simeone, Burruchaga, Diaz, Maradona… non ci resta che aspettare qualche tempo, poi potremo allungare questa lista.

Certo rileggendola fa strano pensare che non la potremo allungare con i nomi di giovani campioni argentini, ma del resto così è il calcio: non sempre le cose vanno come devono. Argentina che non potrà quindi incrementare il bottino di 6 vittorie ottenute ad un mondiale under 20 (attualmente è il record di vittorie). Della cosa potrebbe quindi approfittarne il Brasile, secondo in questo palmares a quota 4, per riportarsi sotto ai rivali continentali di sempre. Non lo potrà fare invece il Portogallo (due vittorie sinora), che nel contempo potrebbe venire agganciato da Germania e Spagna, in passato protagoniste di una vittoria a testa (così come Urss e Jugoslavia).

Ancora pochi mesi, quindi, e le supposizioni su chi potrà o meno ben figurare svaniranno, lasciando posto alle certezze: chi sarà il nuovo campione del mondo under 20?

6 commenti

  1. speriamo che vicono i faraoni in casa………….

  2. Forza Azzurri.. Speriamo convocano Santon, Balotelli. Vinciamo noi.


  3. Forza vinotinto!!!!

  4. Brasile tutta la vita. I migliori in assoluto

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