Ranking UEFA: facciamo un po’ di chiarezza

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Quello del “ranking UEFA” è diventato ormai uno spauracchio che colpisce tutti gli sportivi calciofili italiani.

Se una volta nei baretti di paese si sentiva parlare di goal e torti arbitrali, in questi ultimi anni, sempre più, sta imponendosi anche questo argomento.

Peccato che, come al solito, l’ignoranza – in senso letterale, senza voler insultare nessuno – sia tanta. Anche, e questa è la cosa più triste, tra i giornalisti.

Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza, proprio parlando di quel tanto dibattuto “ranking per nazioni” che decide, di fatto, il numero di squadre che ogni paese qualificherà alle competizioni europee.

Iniziamo, innanzitutto, con lo spiegare COME i punteggi vengano attribuiti. Perché è da qui che parte tutto.

– Una vittoria vale 2 punti.
– Un pareggio vale 1 punto.
– L’accesso alla fase a gironi della Champions League vale 4 punti.
– La qualificazione agli ottavi di Champions vale 5 punti.
– Il raggiungimento di quarti, semifinali e finale di entrambe le coppe vale 1 punto per turno.

Per determinare il punteggio finale, però, non si sommano semplicemente tutti i punti raccolti dai vari club. Il punteggio totale, infatti, va diviso per il numero di club della singola nazione che partecipano alle competizioni quell’anno (esempio pratico: per l’Italia il punteggio totale va diviso per 6).

Altro fattore da sottolineare, in quest’ottica di semplice regolamento, riguarda il fatto che a fare fede, quindi a decidere le squadre qualificate, è il ranking delineato a fine stagione, posto che nel corso della stessa questo è soggetto a vari cambiamenti e non dà giudizi definitivi.

Proprio quest’ultima considerazione mi porta a sfatare il “mito” che si è creato in questi giorni: NO, il Portogallo NON ci ha superati.

Chi non ci credesse può semplicemente collegarsi sul sito ufficiale dell’UEFA, alla pagina inerente il ranking, e guardare da sé:

La cosa è semplice: tra Italia e Portogallo ci sono ancora quasi cinque punti di differenza, che il Benfica, pur vincendo eventualmente la finale di Europa League (e quindi guadagnando altri due punti, che però come detto andrebbero poi divisi per sei) non potrebbe colmare.

Allora perché in molti, anche giornali e giornalisti blasonati, hanno scritto titoloni a nove colonne dicendo che il calcio italiano sta cadendo sempre più in basso, tanto da essere diventato il quinto in Europa?

Semplice: questi, probabilmente per racimolare qualche click e qualche condivisione in più, hanno sovvertito uno dei punti fondamentali di cui parlavamo prima, ovvero sia il fatto che a fare fede e a contare siano i ranking di fine anno, non quelli, monchi, di inizio stagione.

Mi spiego meglio.

Il ranking qua sopra definirà il numero di squadre qualificate a Champions ed Europa League. Con lo scattare del primo luglio, diciamo giornata in cui inizia più o meno ufficialmente la nuova stagione, lo stesso verrà però modificato profondamente.

Costruito su base quinquennale, va da sé che ad ogni inizio stagione vengano tolti i punteggi di cinque anni prima (ovvero sia, nel nostro caso, della stagione 2009/2010) per far spazio a quelli dell’anno che va a cominciare.

Logico che il primo luglio, a bocce assolutamente fermi, i punteggi della stagione siano a 0, producendo un ranking di fatto monco, appunto, che verte su quattro sole stagioni.

Ecco, come mostra questa grafica:

il ranking aggiornato al primo luglio, ovvero senza la stagione in cui l’Inter di Mourinho completò il Triplete portando sicuramente punti importanti alla causa italiana, vedrà quindi il Portogallo davanti all’Italia.

Sorpasso, quindi!

No. Non si può parlare di sorpasso per un semplice motivo: il sorpasso sarà solo virtuale e diverrà concreto solamente nel momento in cui – se accadrà – il Portogallo ci sarà davanti anche alla fine della prossima stagione.

Se si confermasse il trend delle ultime due stagioni, per altro, ecco che il sorpasso non arriverebbe: come potete notare proprio da questa grafica, infatti, nell’ultimo paio di anni i portoghesi hanno sempre raccolto meno punti di noi. Quasi tre nel 2013, più di quattro e mezzo oggi.

Presto detto, quindi, che se i risultati delle due nazioni (e badate bene, il Portogallo ha raccolto meno di noi nonostante il Benfica sia arrivato in finale di Europa League, per altro eliminando una italiana) si confermeranno su questo livello la classifica finale dell’anno prossimo ci vedrà avanti di almeno due, se non tre punti netti.

E poi?

Beh, sempre osservando questa grafica è chiaro quanto accadrà ai portoghesi: senza nuovi exploit tra due stagioni andranno a perdere i punti guadagnati nel 2011, quella delle tre lusitane in semifinale di Europa League, con il Porto vincitore sul Braga all’Aviva Stadium, nella finalissima.

Quell’anno, infatti, i portoghesi fecero segnare la miglior performance europea in assoluto, non battendo – sulla singola stagione – solo noi, ma anche i mostri sacri spagnoli e inglesi (pur di decimali) oltre che i tedeschi.

Insomma, sfatiamo questo mito del sorpasso portoghese: è una possibile eventualità, per altro oggi abbastanza improbabile. Nulla di più.

Poi certo, se l’anno prossimo tutte le nostre rappresentanti dovessero fallire il discorso sarà diverso. Chiaro che se il Napoli dovesse fallire nei playoff di accesso alla Champions e, di lì in poi, un po’ tutte le squadre dovessero raccogliere risultati negativi, ecco che il sorpasso potrebbe concretizzarsi.

Però, dati alla mano, il grande baccano fatto intorno alla cosa fino ad oggi significa poco.

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