Sessantaduesima edizione Torneo di Viareggio: la Top 11

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Per chiudere definitivamente il discorso riguardante la sessantaduesima edizione del Torneo di Viareggio ho stilato – per il portale goal.com – la mia personale Top 11 della competizione, redatta sulla base delle tante partite viste (e commentate). 

La riporto quindi anche qui, di modo da completare l’analisi su questo grande Torneo, seguito molto approfonditamente su questo blog (il pezzo originale lo trovate qui). 

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Il Torneo di Viareggio è terminato con la vittoria della Juventus di Luciano Bruni, vera e propria dominatrice del Torneo. Oltre ad essersi imposti in tutte e sette le partite giocate grazie ad un attacco stratosferico (21 goal realizzati) e ad una difesa granitica (3 reti subite) , infatti, i giovani Bianconeri hanno fatto man bassa anche dei premi, con Immobile vincitore del titolo di Capocannoniere e di Golden Boy del torneo e Pinsoglio vincitore del premio di miglior portiere della competizione. 

I giocatori juventini non sono però stati gli unici ragazzi ad avere ben impressionato nel corso dei quindici giorni in cui si è disputato il Torneo. Andiamo quindi a stilare quella che è una virtuale top 11 del Viareggio per vedere, ruolo per ruolo, chi si è messo in particolare luce quest’anno. 

La scelta del modulo da schierare è semplice: un 4-2-3-1 che può diventare 4-3-3, ovvero sia il modulo della squadra vincitrice. E non solo.

 PORTIERE

Paride Addario (Empoli) – La Giuria ha premiato Pinsoglio, io premio Addario. Intendiamoci, il portiere juventino fa, per il secondo anno consecutivo, un grande Viareggio ma il suo omologo empolese gioca su livelli straordinari questo torneo, trascinando letteralmente la sua squadra sino all’ultimo atto e parando, tra l’altro, cinque penalty: tre con la Roma e due con la Rappresentativa di Serie D. Se volete un pararigori, insomma, sapete dove trovarlo. Peccato solo per la prestazione profusa in finale, sicuramente non all’altezza di quelle precedenti. 

  

DIFENSORI

  

Abdoulaye Bamba (Juventus) – Il terzino destro nativo di Abidjan risulta essere uno dei punti di forza della squadra di Bruni: pur senza strafare, infatti, il giovane ivoriano mette in campo tutto il suo atletismo, che gli permette di fare ininterrottamente tutta la fascia dalla prima all’ultima partita, mantenendo sempre e comunque la giusta lucidità che gli permette di non commettere grosse sbavature, portandolo anzi in più occasioni a rendersi pericoloso nella trequarti avversaria. 

  

Raffaele Alcibiade

Raffaele Alcibiade (Juventus) – L’erede di Ariaudo dimostra di essere all’altezza del suo predecessore: Alcibiade guida infatti la retroguardia Bianconera con grande tranquillità ed efficacia nel corso di tutto il torneo, dimostrandosi una vera e propria colonna della Primavera campione del Viareggio. 

  

Lorenzo Tonelli (Empoli) – La solida difesa Azzurra oltre che sui miracoli di Addario si poggia anche sulle qualità di questo ventenne centrale che oltre a blindare la propria area di rigore sa vestire anche i panni del goleador: due sono infatti le sue reti segnate nel corso del torneo, una delle quali in finale. 

  

Diego Fabian Polenta (Genoa) – Il capitano dell’under 17 uruguayana viene schierato terzino sinistro da Luca Chiappino e lui, centrale nato, dimostra di avere una grandissima capacità di adattamento: nonostante non agisca nel suo ruolo naturale, infatti, Polenta gioca ad alto livello dimostrando di non avere il passo tipico del terzino ma di essere solidissimo in fase difensiva e comunque propositivo in fase di appoggio della manovra. Gasperini potrebbe già puntarci. 

  

CENTROCAMPISTI

  

Sergiu Suciu (Torino) – Dopo essere rientrato a gennaio dal prestito al Legnano la stellina dell’under 19 romena viene aggregata alla Primavera. E lui si ricala nella realtà giovanile con grande voglia ed umiltà tornando subito ad essere una delle colonne della squadra. Titolare in tutti e cinque i match giocati dai Granata Suciu disputa un grande Viareggio risultando determinante tanto nella gara con il Bologna (risolta da una sua doppietta) quanto nell’ottavo contro il Milan (dove fornisce a Taraschi l’assist del goal decisivo). 

  

Roberto Guitto (Empoli) – Il motorino del centrocampo che ha sfiorato l’impresa è lui, Roberto Guitto. Gli osservatori più attenti del calcio giovanile non si stupiranno certo nel vederlo in questa top 11: già nel maggio del 2007 fece bella mostra di sé nel Torneo Europa Unita, riservato alle nazionali under 16. Inserito in una squadra che poteva contare anche su Macheda e Santon Guitto fu uno dei trascinatori della nostra rappresentativa e segnando tre reti in cinque match si guadagnò anche il titolo di miglior giocatore della competizione. Usato alternativamente come mezz’ala sinistra o trequartista centrale Guitto è un giocatore dal fisico non irresistibile ma che fonda tutto il suo talento su controllo di palla, inventiva e visione di gioco. Per non parlare del suo piede mancino, vera e propria arma in più di questo trottolino insostituibile nelle alchimie del gioco di mister Donati. 

  

TREQUARTISTI

  

Stefano Pettinari

Stefano Pettinari (Roma) – Anche lui, come Guitto, si mise in grande evidenza al Torneo Europa Unita, in questo caso del 2008. Con quattro reti nel corso della competizione (una delle quali in finale) Pettinari fu infatti il trascinatore di una nazionale che poteva contare anche sull’apporto di giocatori come Sini, Scialpi, Libertazzi, Dell’Agnello ed El Sharaawy. Prelevato nel 2006 dalla Cisco Roma Pettinari è uno dei leader della formazione Giallorossa che ha visto il proprio cammino in questo Viareggio interrompersi proprio il giorno in cui Stefano non ha potuto partecipare alla battaglia: dopo un girone eliminatorio disputato ad alto livello (quattro goal in tre match) Pettinari ha dovuto saltare per squalifica l’ottavo di finale disputato contro l’Empoli, poi perso ai rigori. Il ragazzo, tra l’altro, ha segnato uno dei più bei goal della competizione andando a finalizzare un’azione personale iniziata con un tunnel di tacco sul diretto marcatore, proseguita con un altro paio di dribbling e terminata con un tiro imparabile per Mezhiev, portiere dell’FK Ventspils. 

  

Federico Carraro (Fiorentina) – Il vivaio in cui è cresciuto fa ben sperare. Questo ragazzo, stella della nazionale under 17 guidata da Pasquale Salerno all’ultimo Mondiale di categoria, venne infatti prelevato dai Viola dal Padova, ovvero sia là dove dieci anni prima spiccò il volo verso Torino (e la celebrità) un certo Alessandro Del Piero. E’ ancora presto per poter dire se il giovane trequartista campione d’Italia lo scorso anno con gli Allievi Nazionali possa ripercorrere le orme di Alex, di certo c’è che oggi si tratta di una delle più solide realtà del panorama giovanile italiano. Anche in questo Torneo, nonostante la sua Fiorentina esca a sorpresa ai quarti, mette in mostra il suo grande talento e l’inventiva di cui dispone, qualità che ne fanno una delle colonne della sua Primavera e che, probabilmente, stuzzicano anche Prandelli, allenatore che in passato lavorò molto bene con i giovani talenti. 

  

Pierpaolo Taraschi (Torino) – La giovane ala Granata disputa un Viareggio ad alto livello mettendo in mostra le sue grandi qualità. Dotato di un dribbling stordente, Taraschi raggiunge l’apice nel corso dell’ottavo di finale contro il Milan quando fa impazzire Ghiringhelli per tutti gli ottantacinque minuti di gioco che disputa trovando anche la rete decisiva a poco più di dieci minuti dalla fine, dimostrando quindi di non essere un giocatore tanto fumo e poco arrosto

  

ATTACCANTE

Ciro Immobile (Juventus) – La scelta della punta non poteva che ricadere sul mattatore di quest’edizione, quel Ciro Immobile che oltre a vincere il premio di Golden Boy (miglior giocatore del torneo) vince quello di capocannoniere segnando la bellezza di 10 reti, cosa questa che rappresenta  un nuovo record. Ma non solo. Da oggi Immobile è anche il miglior marcatore della storia del Viareggio in coabitazione con Renzo Cappellaro: per entrambi 14 reti totali realizzate in questa competizione. Punta di gran movimento, il ragazzo di Torre Annunziata unisce un killer instinct alla Inzaghi ad uno spirito di sacrificio che ricorda molto un altro prodotto delle giovanili juventine: Beppe Sculli. Un mix, questo, che gli ha permesso di imporsi all’attenzione di tutti in questo Viareggio. Ora bisogna solo dargli l’opportunità di giocare con continuità tra i professionisti e vedere dove possa arrivare.

Ciro Immobile

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