Settori giovanili – Real Madrid Castilla

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Dopo avervi parlato della formazione Juvenil B del Barcellona un paio di mesi fa eccomi ad introdurre il Castilla, la formazione “B” del Real Madrid.

Castilla che, fondata nel 1930 come Plus Ultra, disputa le proprie gare casalinghe all’Alfredo Di Stefano di Madrid, impianto da 7500 posti.
Castilla che ho visto impegnato in un match di Segunda División B contro il Coruxo FC, squadra di Vigo che disputa le proprie gare interne all’O Vao.

E parliamone, quindi… sia della partita, che di questo Castilla.

Real B che si schiera con 4-2-3-1 con Jesús tra i pali protetto da una difesa composta da Luis Hernandez sulla destra, Jorge Casado sulla sinistra e dalla coppia Juanan-Nacho centralmente.
Ad agire in mediana, quindi, Alex e capitan Fran Rico, schierati alle spalle del trittico di trequartisti Juanfran, Juan Carlos e Sarabia. Unica punta Morata.

E’ subito il Castilla a prendere il controllo del gioco. Le Merengue impostano infatti la partita cercando di fare possesso di palla, esattamente come è culturalmente intrinseco nel calcio spagnolo.
Nei primi minuti, però, i madrileni faticano a trovare spazi: i giocatori del modesto Coruxo FC si chiudono benissimo, ben consci del fatto che se possono essere superiori a livello di esperienza sono ben lontani dall’avere un tasso tecnico equiparabile a quello degli avversari.

Il primo tiro del match arriva quindi dopo otto minuti di gioco, ma è piuttosto estemporaneo: Morata riceve palla sulla linea di metàcampo e vedendo Alberto, portiere avversario, fuori dai pali prova a beffarlo calciando direttamente da lì, ma spedendo il pallone di molto lontano dallo specchio di porta.
Le cose sono però destinate a cambiare di lì a breve, alla seconda conclusione verso i pali avversari: dapprima Juanfran si beve due avversari in slalom, venendo poi murato bene in angolo dalla scivolata di Costas.
Poi, un minuto più tardi, Sarabia si troverà nell’area avversaria circondato da quattro giocatori e deciderà di scaricare sulla destra proprio per Juanfran il cui cross di prima intenzione pescherà Morata al centro dell’area. A quel punto il giovane puntero ex Atletico Madrid e Getafe penserà bene di inventarsi un goal da campione, facendosi passare il pallone tra le gambe per poi colpirlo di tacco, spedendolo a filo del secondo palo.

Gran gesto tecnico, gran goal. E dopo dieci minuti il Castilla è già sopra di una rete a zero.

Il goal non cambia però la partita: il Castilla continua a gestire il possesso con tranquillità, verticalizzando di tanto in tanto sfruttando il maggior tasso tecnico dei suoi, il Coruxo continua invece ad arroccarsi in difesa per tentare poi sortite offensive sparute ed affidate più che altro a lanci lunghi di dubbio valore.

Il tutto fino al ventottesimo minuto, quando Morata mette la firma sulla propria doppietta personale andando a raddoppiare il conto dei goal: Fran Rico recupera palla sulla propria trequarti e serve Alex, che la consegna ai sapienti piedi di Pablo Sarabia, stellina della squadra e delle formazioni giovanili iberiche (attualmente milita nell’under 19). Dopo aver stoppato palla ed aver attirato a sè un paio di avversari, quindi, il numero 10 madridista effettuerà un uno-due in velocità con Juanfran per partire poi alla carica palla al piede, saltando secco due avversari e lanciando in profondità Juan Carlos che centrerà di prima un pallone basso sul secondo palo, dove si farà trovare pronto Morata – dimenticato da tutta la difesa di casa – per il più facile dei goal.

A quel punto reazione d’orgoglio del Coruxo che si porterà vicinissimo al goal dopo un errore in disimpegno di un centrale che permetterà ad Aitor di presentarsi tutto solo davanti a Jesus, che si distenderà alla grande alla sua sinistra per impedire all’avversario di riaprire immediatamente il match.
Coruxo che prenderà quindi il controllo della partita, iniziando ad attaccare con più convinzione ma senza fare davvero male agli avversari.

Che, di contro, a dieci dal termine della prima frazione arriveranno vicinissimi al tre a zero, ancora una volta con Morata: Sarabia metterà ancora una volta in mostra le sue doti di dribblomane saltando ben quattro avversari e servendo il compagno che, a quel punto, si verrà a trovare tutto solo all’altezza del dischetto del rigore. La conclusione mancina dell’unica punta Merengue, però, verrà respinta coi piedi da Alberto, bravo a dire no nell’occasione.
Un paio di minuti più tardi ci proverà quindi Juan Carlos che lanciato ancora una volta dal solito Sarabia si accentrerà per scoccare un destro che sarà respinto dall’estremo difensore di casa giusto sui piedi di Morata, subito murato dallo stesso Alberto.

La ripresa si apre coi padroni di casa subito in avanti e pericolosi con una punizione di Antunez, che viene però ben parata dall’ottimo volo di un sempre attento Jesus.
Portiere del Castilla che si deve ripetere anche un minuto più tardi su Costas, che calcerà da dentro l’area senza però riuscire a dare grande forza al pallone.

Al cinquantaduesimo torneranno quindi a farsi vedere gli ospiti con la stellina Sarabia che effettuerà un tiro mancino dal limite, sfiorando l’incrocio alla destra di Alberto.
Bellissimo invece il contropiede costruito dai padroni di casa poco prima dell’ora di gioco. Nulla da fare, però, per la rete, posto che il tutto si esaurisce senza i giocatori del Coruxo riescano a calciare a rete.

Padroni di casa pericolosi anche al sessantaduesimo quando Richi, subentrato pochi minuti prima a Fonseca, controlla dal limite e calcia a fil di palo, senza però riuscire a trovare lo specchio di porta.
Coruxo che al sessantaseiesimo protesterà poi per un rigore non assegnatogli, ma che in effetti ci sarebbe potuto stare.

Nell’ultimo quarto d’ora, quindi, salirà nuovamente in cattedra il Castilla, che si porterà sul 3 a 0 con Marchan che riceverà in area un pallone spazzato malamente da un difensore avversario, freddando con facilità Alberto.

Non contenti i madrileni troveranno anche la quarta rete: a realizzarla sarà il neo entrato Denis, che riceverà una palla centrata da Morata e batterà, tutto solo, il malcapitato portiere avversario.

Sconfitta pesante per il Coruxo, resa un poco meno amara solo dal goal trovato quattro minuti oltre il novantesimo da Zurbano che sfrutterà un errore in alleggerimento per poi infilarsi tra le larghe maglie della difesa madridista e battere Jesus con un bel tiro piazzato.

4 a 1, quindi, per i ragazzi della Casa Blanca.
Questo risultato non inganni, comunque: la stagione è infatti iniziata malino per il Castilla, solo nono (su venti) nel proprio girone, a ben diciassette punti dal Lugo capolista.

Vittoria comunque importante quella dei madridisti che permette loro di portarsi in nona posizione, sopravanzanto proprio il Coruxo (che ha però disputato una partita in meno).

Castilla che è una formazione importante e blasonata.
Parlando della sua storia bisogna infatti partire da un presupposto importante: questa squadra, secondo la classificazione storica delle squadre “filiali”, è la più importante “formazione B” della storia del campionato spagnolo.

Nessun’altra filiale è infatti ancora riuscita a disputare ben trentuno stagioni in Segunda, tredici in Segunda B e venti in Tercera.
Castilla che guida quindi questa classifica speciale davanti al Barcelona Atletic, o Barça B, al Valencia Mestalla ed al Bilbao Athletic.

Castilla che nella propria storia è anche riuscito a vincerlo un campionato di Segunda. Correva la stagione 83/84 e la banda dei ragazzi del Real B, guidata in campo dall’enorme Butragueno, seppe raccogliere 50 punti in 38 giornate, imponendosi sul Bilbao Athletic grazie ad un maggior numero di reti segnate.Pichichi, quell’anno, fu Julio Salinas, destinato poi a far parlare molto di sè nel decennio successivo, che potè battere in volata proprio la stellina Merengue grazie alla promozione di quest’ultimo in prima squadra, che gli impedì di lottare fino alla fine per l’ambito trofeo.

Trattandosi di filiali, ovviamente, non furono il Castilla ed il Bilbao Athletic ad essere promosse nella Liga, dato che la regolamentazione non lo permette.
Quell’anno, quindi, a salire in prima divisione furono la terza, la quarta e la quinta classificata del campionato: rispettivamente Hercules, Racing Santander ed Elche.

Ma non solo un campionato di Segunda.
Il Castilla fu infatti in grado di vincere anche tre campionati di Segunda B (nel 91, 2002 e 2005), torneo in cui una volta – nel 1978 – si classificò in seconda posizione.
Così come si accontentò della seconda piazza anche nella Coppa del Re del 1980, quando venne spazzato via per 6 a 1 dal Real in finale (curioso vedere il Real e la sua filiale raggiungere la finale, no?).

Palmares che si completa quindi con 2 Tornei di San Gines e 3 Trofei Teide.

Tanti gli ottimi giocatori passati di qui nel corso degli anni. Allacciatevi le cinture e fate un bel respiro profondo: Antonio Adan (attualmente secondo di Casillas), Mutiu Adepoju (più di 50 presenze con la nazionale nigeriana), Luis Aragones (tre lighe e due Coppe del Re con l’Atletico da giocatore, un Europeo da allenatore), Alvaro Arbeloa (attualmente in prima squadra), Javier Balboa (attualmente al Benfica), Rafael Benitez (che poi proprio qui iniziò la sua carriera da allenatore), Raul Bravo (sei stagioni in prima squadra, attualmente milita nell’Olympiakos), Alberto Bueno (campione europeo under 19, attualmente gioca nel Derby County), Esteban e Nicolas Cambiasso (il primo campionissimo dell’Inter, il secondo attualmente in forza agli argentini dell’All Boys), José Caminero (una Liga ed una Coppa del Re con l’Atletico, disputò il Mondiale del 1994 con la nazionale iberica), Ruben de la Red (approdato in prima squadra, solo un grave problema di salute ha minato una carriera che per molti sarebbe stata di primissimo livello), Juan Esnaider (stella del Saragozza, passato anche da Torino ma con poca fortuna), Ricardo Gallego (per una decade aggregato al Real), Josè Antonio Garcia Calvo (una Liga col Real), Javi Garcia (un Europeo under 21 con Bueno, attualmente milita nel Benfica assieme a Balboa), Dani Garcia (passato poi per quattro anni da Barcellona), Michel (stella del Real e 66 volte nazionale spagnolo), Esteban Granero (attualmente in prima squadra), Guti (526 presenze ufficiali in prima squadra, oggi al Besiktas), Josè Jurado (tre stagioni all’Atletico, oggi allo Schalke), Juan Mata (stella del Valencia), Alvaro Negredo (attualmente al Siviglia), Daniel Opare (stellina dell’under 20 ghanese), Francisco Pavon (cinque stagioni in prima squadra, attualmente in Ligue 1 all’Arles), Javier Portillo (quattro stagioni in prima squadra, passò anche da Firenze), Raul Gonzalez Blanco (741 presenze e 323 goal in prima squadra), Fernando Sanz (una Champions ed un’Intercontinentale al suo attivo), Roberto Soldado (attualmente al Valencia), Miguel Torres (tre stagioni in prima squadra, oggi al Getafe), Ismael Urzaiz (stella dell’Athletic per una decina d’anni), Borja Valero (oggi al Villareal), Rolando Zarate (fratello del laziale Mauro, tre Clausura argentine all’attivo col Velez) e tanti, tanti altri.

Tutto questo per parlare del passato.

E oggi?

Conosciamo un po’ meglio i protagonisti dell’attuale Castilla, che sta disputando un campionato tutto sommato discreto in Segunda B.

Il portiere della squadra è Jesús Fernández Collado, ventiduenne nativo di Madrid arrivato però solo quest’anno alla Casa Blanca.
Jesus iniziò infatti a giocare a dieci anni nell’Adarve, da cui, sei anni più tardi, passò al Villareal. Due stagioni al Sottomarino Giallo e via verso il Getafe, dove resterà solo un anno. A questo punto altro trasferimento, questa volta facendo rotta verso Numancia. E proprio da qui è stato prelevato nel corso dell’ultimo mercato dal Castilla, che ne ha intravisto le buone qualità nell’uno contro uno, nei riflessi e nel posizionamento.
I suoi idoli, manco a farlo apposta, sono Iker Casillas e Paco Buyo, due icone del club madridista…

Luis Hernández Rodríguez e Jorge Casado Rodríguez sono invece i terzini.
Il primo, ventunenne terzino destro nativo di Madrid, ha compiuto la trafila delle giovanili madridiste partendo dai Benjamin A, con cui iniziò a giocare nel 1998, sino ad arrivare proprio al Castilla. Il tutto con una sola parentesi: la stagione 2003/2004 la passò infatti in prestito al Villa Rosa. Terzino destro potente è discretamente dotato tecnicamente e capace di buoni cross. Anche lui come tutti i suoi compagni di reparto è però parso tutto sommato rivedibile in fase difensiva.
Il secondo, anch’egli ventunenne nato nella capitale, è un nuovo arrivo: dal 1996 al 2000 giocò infatti nel Villa Rosa, per poi passare al Rayo Vallecano. Proprio da qui è stato prelevato in estate per essere inserito tra le fila del Castilla. Inizialmente acquistato per essere destinato al Real C è stato subito promosso viste le sue buone qualità, soprattutto in fase propulsiva.

Detto dei laterali difensivi vanno spese due parole anche per i centrali, José Ignacio Fernández Iglesias (detto Nacho) e Juan Antonio González Fernández (detto Juanan).
Il primo è un ventenne nativo di Madrid che iniziò a tirare i primi calci ad un pallone nella Complutense Nadador all’età di nove anni per poi fare il suo ingresso nelle giovanili madridiste due anni più tardi, quando si aggregò alla formazione Alevin A della Casa Blanca. Da lì in poi il giovane Nacho ha fatto strada, sino a guadagnarsi la stima di Mourinho, che l’ha convocato in prima squadra in diverse occasioni nel corso della prestagione. Difensore dal fisico compatto è giocatore dotato di rapidità e sangue freddo, oltre che di esperienza internazionale: è infatti un ex nazionale under 19.
Il secondo, ventitrenne di Palma di Maiorca, è invece il compagno perfetto di Nacho: fisicato e potente Juanan è un maestro nel gioco aereo. Al secondo anno nel Castilla ha militato in precedenza nel San Pedro (per nove anni), nel Maiorca, nel San Francisco e, in ultimo, nel Deportivo la Coruna.

Nel complesso, comunque, proprio la difesa è sembrata il punto debole di questa squadra. Il tutto non tanto per carenze tecniche dei singoli, che sono anzi giocatori più che degni di una Segunda B, quanto per un certo pressappochismo tattico che potremmo anche azzardarci a dire essere spesso marchio di fabbrica del calcio iberico (con rare e dovute eccezioni, ovviamente!).

Due anche i giocatori schierati in mediana: Francisco Manuel Rico Castro (meglio noto come Fran Rico) e Alejandro Fernández Iglesias (più comunemente chiamato con un diminutivo: Alex).
Il primo, ventitreenne nativo di Portonovo approdato al Castilla nel 2008 dopo quattro anni nella sua città natale e sei al Pontevedra, è il capitano e l’anima della squadra: classico regista spagnolo elegante e tecnicamente dotato, Fran Rico detta i tempi della squadra, il cui gioco passa sempre o quasi dai suoi piedi.
Il secondo, diciottenne di Alcalà de Henares cresciuto tra Complutense ed Alcalà prima di approdare nel 2005 al Real, ne è invece il fido scudiero: giocatore più abile in fase difensiva rispetto al compagno contribuisce alla creazione di un equilibrio in maniera fattiva. Tutto ciò non inganni, comunque: era proprio lui il cervello di quella Juvenil A che solo sei mesi fa conquistò il campionato di categoria. Perché, intendiamoci, anche tecnicamente parlando non si tratta di un giocatore scarso. Anzi, Mourinho l’ha inserito nella lista di quei giovani convocabili in prima squadra alla bisogna… e nell’ambiente madridista proprio lui è considerato uno delle promesse più interessanti del vivaio.

Tre, poi, i trequartisti.

A destra ha infatti agito Juan Francisco Moreno Fuertes, meglio noto come Juanfran.
Nato ventidue anni fa proprio nella capitale tirò i primi calci ad un pallone nell’Avance, squadra in cui approdò alla tenera età di otto anni per restarci per le successive nove stagioni. A diciassette, quindi, il passaggio al Getafe, lasciato tre anni più tardi per il Villareal. Che un anno e mezzo fa l’ha dirottato al Castilla. Ala molto veloce e dal buon piede Juanfran sa crossa in maniera più che discreta quanto cercare direttamente la conclusione dalla distanza. Qualità, queste, che l’hanno portato ad esordire in prima squadra.

A sinistra si è invece disimpegnato Juan Carlos Pérez López, ventenne madridista che ha passato nove anni nell’EFMO Boadilla prima di entrare a far parte delle giovanili Merengue nel 2007, da subito aggregato alla Juvenil A.
Anch’esso veloce ha però un fiuto del goal più spiccato rispetto a Juanfran. Non per nulla il sito ufficiale del Real riporta come il pichichi dell’ultima stagione del Castilla sia stato proprio lui, che si disimpegna anche discretamente sulla destra.

La stellina della squadra però, come detto, è Pablo Sarabia García, diciottenne nato proprio a Madrid e cresciuto anch’egli, come Juan Carlos, nell’EFMO Boadilla, che lasciò nel 2004 per aggregarsi all’Infantil B madridista.
Già parte dell’under 17 e dell’under 19 iberica Sarabia è un trequartista nato ala sinistra dal fisico non dirompente (177 centimetri per 72 chili, secondo il sito ufficiale della Casa Blanca) dalla tecnica straordinaria e dal dribbling ubriacante. Quando parte in percussione palla al piede è infatti molto difficile da fermare ed essendo anche dotato di un buon tiro e di una buona capacità di battere i calci piazzati sa essere pericoloso anche in zona goal, per quanto la sua propensione maggiore resti quella di fornire assist ai compagni.
Ha già debuttato in Champions nel 4 a 0 del Real sull’Auxerre, è indubbiamente il talento più puro di questa squadra. Il suo unico problema è che a livello di ali e  trequartisti non è certo messa male la prima squadra del Real…

Unica punta, quindi, un altro diciottenne della capitale: Álvaro Borja Morata Martín, che dopo aver passato due stagioni nell’Atletico ed una nel Getafe si è aggregato alla Juvenil C del Real nel 2008, facendo subito un doppio quasi triplo salto mortale l’anno dopo, passato tra Juvenil A e Real C.
Attaccante piuttosto completo Morata è dotato di una buona velocità di base, una tecnica sicuramente non disprezzabile ed un fiuto del goal che ne ha sempre fatto il capocannoniere di ogni squadra in cui ha giocato.
Anche lui ha già debuttato in prima squadra (nel 3 a 1 del Real a Saragozza) ed anche lui, un po’ come gli altri due classe 92 della squadra, è considerato un giovane dall’avvenire radioso, in quel di Madrid.

Due parole mi va poi di spenderle in relazione a Denis Tcheryshev, nato il giorno di Santo Stefano di vent’anni fa in quel di Nizhniy Novgorod, Russia.
Ala sinistra molto esplosiva è un contropiedista nato. Mica per nulla la sua rete contro il Coruxo l’ha firmata proprio in contropiede.
Ma ho voluto tirare in ballo questo ragazzo per un motivo specifico, per raccontare, brevemente, una storia.

Perché parliamo di un ragazzo russo, sì, ma cresciuto calcisticamente in Spagna.
Suo padre, infatti, su calciatore di discreto livello: Dmitri Nikolayevich Cheryshev, che giocò tre anni nella Dinamo Mosca prima di passare proprio in Spagna, tra le fila dello Sporting Gijon.
E proprio andarsi a rivedere le tappe della carriera del padre aiuta a comprendere gli inizi di Denis, che tirò i primi calci ad un pallone proprio in quel di Gijon per poi trasferirsi al Burgos Promesas guada caso proprio quando Dmitri lascerà lo Sporting per il Burgos.
Da qui, però, le due carriere si separeranno. E mentre il padre nel 2002 lascerà Burgos per terminare la carriera nel Real Aranjuez il figlio lascerà la Castiglia per trasferirsi nella capitale, dove si aggregherà alla formazione Alevin A del Real.

A volerla dire tutta poi, in realtà, le carriere dei due torneranno ad essere legate quando anche Dmitri entrerà a far parte del sodalizio madridista, diventando allenatore di una delle squadre giovanili Merengues.

Detto ciò: Dmitri dieci presenze ed una rete in nazionale le collezionò. Riuscirà Denis a fare lo stesso?

Ecco quindi, a grandi linee, di cosa si parla oggi quando si cita il Castilla.
Si parla della filiale con il passato più illustre di Spagna, ma che oggi si è involuta in una semicrisi che la sta tenendo a metà classifica di una certo non irresistibile Segunda B.

I talenti interessanti, comunque, ci sono anche qui.

Personalmente credo che un occhio a questi importanti settori giovanili ed alle loro squadre filiali (come possono appunto essere Castilla o Barcelona Atletic) vada sempre dato.

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