Stars of the future – Matteo Colombi, il bomber pavese

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Continua il viaggio attraverso la scoperta dei giovanissimi talenti destinati a fare la storia del calcio di domani e, ancora una volta, questo viaggio passa attraverso una chiacchierata con un ragazzo italiano.

Nato sedici anni fa in quel di Broni, cittadina di diecimila abitanti scarsi, Matteo Colombi a Castana, paesino dell’Oltrepò pavese.
Cresciuto tra il suo paese, Broni e Stradella, si è iscritto un paio d’anni fa ad un istituto per ragionieri, il Faravelli di Stradella, per poi trasferirsi, per ragioni logistico-calcistiche, in un collegio di Piacenza, dove sta portando avanti tutt’ora i suoi studi.

Calciatore di talento, Matteo iniziò però a giocare a pallacanestro all’età di otto anni. L’anno successivo, resosi conto che non era la palla a spicchi a riscuotere il suo interesse, la decisione di iniziare ad usare i piedi piuttosto che le mani, con il passaggio alla Bronese, dove rimase tre anni. All’età di undici anni, quindi, il trasferimento all’Apos Stradella dove, sotto la supervisione di mister Carlo Truffi, completò una stagione fantastica facendosi quindi notare dagli osservatori del Piacenza, che lo portarono tra i Lupi l’anno seguente.
Qui, inserito subito nella squadra degli Esordienti Regionali, l’impatto non fu dei più semplici ma con l’andare del tempo le cose migliorarono, contestualmente alla propria media realizzativa. Il tutto sino a guadagnarsi, quindi, un posto nella nazionale Azzurra under 16, di cui Matteo è attualmente parte integrante e con cui ha recentemente disputato il Torneo Bannikov, in Ucraina.

“La prima competizione che ricordo di aver vinto è il Torneo di Asti, raggiunto l’anno scorso. Qui vincemmo la finale con il Torino per 2 a 1 grazie ad una mia doppietta, cosa questa che mi portò ad aggiudicarmi tanto il premio di miglior attaccante quanto quello di capocannoniere!”, ci racconta la piccola stellina del vivaio piacentino, che continua: “Recentemente abbiamo poi vinto il Torneo di Fiorenzuola battendo in finale il Chievo per 2 a 0. Anche in quella partita segnai un goal, laureandomi ancora una volta capocannoniere”.

Tanti goal, insomma, per un ragazzo che si merita tutti gli elogi e gli attestati di stima ricevuto sino ad ora. Elogi che si sono anche trasformati in voci di mercato: secondo quanto è possibile leggere in rete, infatti, la società Nerazzurra sarebbe sul punto di acquistare proprio la punta della nostra rappresentativa nazionale under 16 oltre ad un altro talento piacentino, Andrea Lussardi. Al riguardo Matteo risponde con tutta tranquillità: “Per quanto riguarda l’interessamento dell’Inter non posso dire nulla. La mia squadra in questo momento è il Piacenza e penso solo ad essa”. Sedici anni, ma una professionalità che lo rende molto più maturo dei suoi coetanei.

Nonostante la giovanissima età la stellina del vivaio dei Papaveri sta già incamerando una buona esperienza internazionale. Oltre al Torneo Bannikov, infatti, ha recentemente disputato anche il Torneo delle Nazioni, perso dai nostri ragazzi in finale contro il Messico, che Matteo ci racconta essere il momento più bello della sua pur breve carriera calcistica: “Il momento più bello che ho vissuto sino ad ora è stato con la nazionale. Certo, è stato triste chiudere solo in seconda posizione, ma il Messico si è dimostrata una squadra realmente forte. Avendo segnato tre reti e messo a referto due assist, comunque, è stata una grandissima esperienza a livello personale”.

Parlando di caratteristiche tecniche, quindi, penso sia sempre interessante chiedere al diretto interessato di provare a descriversi: “Sono un giocatore cui piace molto giocare di sponda e per la squadra, anche se ovviamente vivo per il goal. Mi ispiro a Milito, per quanto come modo di giocare credo di essere più simile a Borriello: essendo alto sono forte nel gioco aereo, mentre pecco sotto l’aspetto “cattiveria”, anche se con il tempo sto migliorando anche in questo senso”. Una prima punta, insomma, che oltre ad avere un innato quanto spiccato fiuto per il goal sa aprire varchi per i compagni e vestire i panni dell’assistman.

Caratteristiche importanti, che potrebbero certamente portarlo ad avverare il suo sogno che è “arrivare in Serie A e giocare in squadre importanti”. Anche se, ancor più di questo, Matteo vorrebbe “vincere un Mondiale, anche se giovanile”.
Ed alla nazionale, quella maggiore, un pensierino lo rivolge già: “Per quanto mi riguarda credo che vedendo tutti gli attaccanti che hanno giocato contro di me un posticino per il sottoscritto, in futuro, potrebbe esserci. Sono fiducioso”. Anche se poi preferisce vivere la propria vita giorno per giorno, senza troppi voli pindarici o castelli in aria: “Al mio futuro comunque non ci penso troppo, vivo la vita giorno per giorno pensando solo a migliorare, continuando a dare il meglio di me in ogni momento”.

Parlando di compagni di squadra, tanto nel club quanto nella nazionale, invece, il talentino pavese non si sbilancia: “Non c’è un compagno in particolare con cui ho legato, vado d’accordo con tutti e ci vogliamo tutti bene. Al tempo stesso non mi va di fare nomi per quello che riguarda i migliori talenti tra i miei compagni di nazionale, non avrebbe senso. Di certo ci sono tanti ragazzi molto forti”. Per quanto riguarda gli avversari, invece, il buon Colombi non ha dubbi: “Con il club la squadra più ostica contro cui ho giocato è stato sicuramente il Partizan, mentre per quanto riguarda la nazionale gli avversari più forti sono stati i messicani di cui ho parlato prima: sono sicuro che molti di loro finiranno in squadre importanti, se lo meritano davvero!”

Prima ancora che un giocatore interessantissimo e di grande prospettiva, comunque, Matteo è un ragazzo qualunque, che vive la propria vita da sedicenne: “Sono un ragazzo che sta molto poco in casa: mi piace uscire spesso con i miei amici di sempre, cui devo molto dato che mi stanno sempre vicini. Adoro la musica rap, tanto italiano quanto americano, e le bistecche impanate di mia cugina Ornella, così come, se potessi, mi mangerei pizza ai wurstel ogni giorno! Studiare, invece, non mi piace per niente: io e lo studio siamo nemici! Oltre ai miei amici, con cui mi piace molto passare il tempo giocandoci a calcetto o anche solo in semplice compagnia, amo passare il tempo con la mia ragazza: stiamo assieme da qualche mese ed anche se non ci vediamo tantissimo a causa dei miei molti impegni ci vogliamo un mondo di bene. Lei capisce quanto le sono attaccato e comprende anche il perché non possiamo condividere sempre tutto il nostro tempo ed in più essendo molto più brava di me a scuola spesso mi dà ripetizioni. Devo veramente ringraziarla! Per divertirmi, oltre a giocare a calcio, mi piace andare a ballare. Il tutto, però, senza bere né fumare: due cose che non sopporto proprio. Ci si può divertire tranquillamente anche senza!”

Insomma, pensieri normali di un sedicenne normale, cui la vita ha dato in dono un grandissimo talento ma che non per questo si è montato la testa. Aspetto assolutamente positivo per la crescita e maturazione di un ragazzo che voglia affermarsi nella propria professione.

Dopo averci raccontato del suo passato, del suo presente e delle sue aspirazioni, quindi, Matteo chiude raccontandoci del suo futuro: “Il giorno in cui smetterò di giocare a calcio mi piacerebbe comunque rimanere in questo mondo, perché questo sport è la mia vita: il calcio farà sempre parte di me”.

Talento, voglia di crescere e migliorare, testa sulle spalle, piedi ben piantati a terra.
Il tracollo italiano in Sudafrica ha gettato nello sconforto molti tifosi Azzurri ma il buco generazionale che ha vissuto il nostro movimento calcistico potrà essere presto colmato dai tanti nuovi giovani di prospettiva che stanno crescendo oggi lungo tutto lo stivale. E tra questi c’è sicuramente Matteo Colombi, che come abbiamo visto ha tutte le carte in regola per poter davvero fare bene ed affermarsi ad alto livello.
E questo è ciò che speriamo tutti, tanto per lui e la sua carriera quanto per noi e la nostra rappresentativa nazionale.

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