Superliga Argentina: europeizzazione in atto

Il calcio argentino è più in fermento che mai.
Preda di continue riforme, che negli ultimi anni hanno portato ad avere un campionato con forma e regole differenti ad ogni edizione, potrebbe essere di fronte ad un cambiamento epocale: l’idea sarebbe infatti quella di creare una Superliga Argentina.

Victor Blanco (Racing), Matías Lammens (San Lorenzo), Daniel Angelici (Boca Juniors) Rodolfo D'Onofrio (River Plate)
Victor Blanco (presidente Racing), Matías Lammens (presidente San Lorenzo), Daniel Angelici (presidente Boca Juniors) e Rodolfo D’Onofrio (presidente River Plate)

A lanciare il progetto è stato il presidente del Boca Juniors, Daniel Angelici, sostenuto da Victor Blanco (presidente Racing), Matías Lammens (presidente San Lorenzo) e da Rodolfo D’Onofrio (presidente del River Plate).

In cosa consisterebbe la nuova Superliga Argentina?

Di fatto, in un campionato “alla Europea”. Un girone unico all’italiana composto da 20 o 22 squadre (20 sarebbero anche quelle che comporrebbero il campionato di Primera B), con calendarizzazione armonizzata a quella dei campionati del Vecchio Continente oltre che decisa in anticipo, senza cambiamenti dell’ultimo minuto.

A questo si aggiungerebbe la soppressione del sistema del promedio*, con retrocessioni definite dalla singola classifica stagionale.

(Per chi non lo conoscesse il promedio è un sistema introdotto in Argentina nel 1938 che prevede la somma dei punti riportati da ogni squadra nel corso degli ultimi tre campionati diviso il numero di partite totali giocate. Le due squadre con il fattore peggiore finiscono quindi in Primera B, mentre terz’ultima e quart’ultima spareggiano con terza e quarta della cadetteria)

Il tutto prevedrebbe una gestione “in proprio” da parte dei club, con creazione di una Lega ad hoc e relativa scissione dall’AFA, che non avrebbe più in mano ogni aspetto del massimo campionato del paese.

A quale modello si rifanno i promotori della Superliga Argentina?

La volontà è quella di rifarsi al modello spagnolo.

Tanto che il prossimo 16 maggio Javier Tebas, presidente della LFP (Liga Nacional de Fútbol Profesional), volerà a Buenos Aires per illustrare il funzionamento del sistema iberico, che ha già incassato gli apprezzamenti di alcuni presidenti, come quello di Victor Blanco del Racing:

“La Superliga può contare sul sostegno di molti club. In Spagna funziona molto bene e l’idea è quella di adattarla alle necessità del calcio argentino.”Victor Blanco

La Superliga Argentina sarebbe quindi tolta dalla gestione diretta dell’AFA, sorte che dovrebbe toccare anche al campionato di Primera B.

Quali funzioni resterebbero nelle mani dell’AFA?

Con praticamente tutti i poteri che passerebbero nelle mani del nuovo soggetto, all’Asociación del Fútbol Argentino resterebbero due sole funzioni da espletare: la designazione degli arbitri e la gestione del Tribunal de Disciplina, il nostro Giudice Sportivo.

In più l’AFA continuerebbe ad organizzare la Copa Argentina, a coordinare le serie inferiori e, ovviamente, a gestire le rappresentative nazionali.

Cosa spinge i promotori a voler creare una Superliga Argentina?

Il vil denaro, come si usa dire.

L’idea è quella che l’attuale sistema sia inadeguato (nonostante sia stato riformato solo due anni fa, su impulso dell’allora presidente AFA Julio Grondona).

La creazione di una Superliga Argentina, infatti, garantirebbe maggiori introiti alle società, che per mezzo di questa nuova Lega potrebbero gestire direttamente sia i diritti commerciali che quelli televisivi (che secondo le proiezioni triplicherebbero il loro valore tra il 2020 ed il 2030), che non sarebbero quindi più in mano all’AFA.

Come verrebbero ripartiti questi introiti?

In un primo momento verrebbero suddivisi in tre parti, con il 10% degli stessi che resterebbero all’AFA, un ulteriore 10% appannaggio delle società di Primera B ed il restante 80% ripartito tra i club della Superliga Argentina.Superliga Argentina

In questo modo: la metà sarebbe suddivisa in parti uguali tra tutti i club partecipanti al campionato, un 25% verrebbe ripartito secondo rating e storia dei club, un 20% distribuito sulla base della classifica dell’anno precedente ed il rimanente 5% sulla base del numero dei soci affiliati a ciascuna società.

Come si può concretizzare questa riforma?

Approvazione ed attuazione di questa possibile Superliga Argentina sembrano essere però tutt’altro che semplici.

La prima si avrebbe solo coi tre quarti dei sì del Comitato Esecutivo dell’AFA, composto da 45 membri, e con i quattro quinti dell’approvazione dei 75 club partecipanti all’assemblea.

La seconda dovrebbe comunque essere dilazionata nel tempo, sia per dar modo di ridurre il numero delle squadre che partecipano oggi alla Primera División, sia per arrivare alla scadenza dell’accordo che riguarda i diritti tv, attualmente appannaggio di Futbol Para Todos sino al 2019.
Verosimilmente, quindi, una eventuale Superliga Argentina potrebbe prendere il via a partire dal 2020.

Ci sono club contrari alla creazione di una Superliga Argentina?

Il principale è l’Independiente, uno dei principali club del paese. Il cui presidente, Hugo Moyano, non sembra ancora convinto dalla bontà di questo progetto:

“Analizzeremo questa proposta e cercheremo di capire se sia conveniente o meno. E’ un sistema nuovo che ha prodotto risultati in altri luoghi del mondo, però bisogna capire se potrebbe funzionare anche da noi.”Hugo Moyano

A sostenere i dubbi di Moyano ci sarebbero anche Nicolás Russo, patron del Lanús (attuale leader della “Zona B” del campionato di Primera División), e Armando Pérez, presidente del Belgrano.

Perché il fronte dei riformatori non può permettersi una vera scissione?

Semplice: se si arrivasse allo scontro frontale con relativa rottura i club dissidenti potrebbero anche, come già successo in passato, creare dei campionati paralleli. Che, però, non sarebbero riconosciuti dalla CONMEBOL né dalla FIFA.

Il risultato lo capite da voi: niente più coppe internazionali, con tutto quello che – di negativo – ne conseguirebbe.

“Come già successo in passato”. Ci sono stati dei precedenti?

Sì, il calcio argentino non è nuovo a rotture di questo tipo, quando non peggiori.

La prima si ebbe nel 1912, quando un conflitto tra Ricardo Aldao, presidente del Gimnasia, e l’AFA portò alcuni club a creare una federazione parallela, la Federación Argentina de Football. La rottura si sanò tre anni più tardi.

Nel 1919 il fronte dei dissidenti si allarga, così che River, Racing, Platense ed Independiente, poi raggiunti da altri club tra cui San Lorenzo e Gimnasia, arrivano a creare l’Asociación Amateurs de Football, che organizzerà un campionato parallelo sino al 1926.

La terza ed ultima frattura tra i club e l’AFA si concretizzò poco più tardi, nel 1931, ed ebbe alcuni tratti in comune con l’attuale fronte dei riformisti che propongono la creazione della Superliga Argentina: otto tra i principali club del paese (River, Boca, Independiente, Racing, San Lorenzo, Huracán, Estudiantes e Gimnasia) vollero mettere fine al “dilettantismo marrone” (traducibile come professionismo nascosto), creando appunto una lega parallela al campionato organizzato dalla Federazione.Campionato Argentino 1931Inizialmente questo campionato sarebbe dovuto essere giocato dagli otto club dissidenti, qualificati di diritto, più altri due che si sarebbero dovuti guadagnare l’accesso sul campo. Alla fine però l’idea prese piede, si arrivò ad una rottura netta e furono ben 18 i club che presero parte al primo vero campionato professionistico argentino, che partì quel 31 maggio. Una frattura che perdurò sino al 3 novembre del 1934, quando si arrivò alla ricomposizione ed alla fusione dei due campionati.


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