Top 10 degli arresti

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Dopo quattro mesi di prigionia l’attaccante del Gueugnon è recentemente tornato in libertà.

Proprio la liberazione dell’ex puntero di Nancy, Lens e Lione ha spinto un sito calcistico francese a redigere una simpatica top ten dei calciatori-galeotti.

Giusto per ricordare che dietro alle star del pallone ci sono uomini comuni, che come tutti hanno le proprie debolezze.

E allora eccola qui la classifica:

1 – Duncan Ferguson

Nato il 27 dicembre del 71 Duncan Disordely, come venne soprannominato per il suo carattere focoso, fu stella dell’Everton tra la seconda metà degli anni novanta e la prima del primo decennio duemila.
Un caratteraccio, quello di Big Dunc,  che lo ha spinto a combinarne di tutti i colori. Dapprima spedì in ospedale uno dei due ladri colti in flagrante mentre tentavano di svaligiargli casa. Poi venne condannato per aver preso a pugni un pescatore di Anstruther e per essere coinvolto in diverse risse.
Nel ’94 il fattaccio: i suoi Rangers stanno comodamente vincendo 4 a 0 contro i modesti Raith Rovers. Eppure Duncan non perde modo di mettere in mostra tutti i suoi limiti caratteriali: lottando con un difensore avversario per il possesso del pallone perde le staffe e lo atterra  con una testata in pieno volto. L’arbitro, incredibilmente, non estrae nemmeno un cartellino giallo ma quello scatto d’ira gli vale tre mesi di galera.
Il giusto epilogo di una serie di bravate che non potevano restare impunite…[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=FanasvLaW8k]

2 – Garra Dembelè

Cresce nell’Istituto Calcistico Nazionale di Clairefontaine, dove duetta con un altro talentino non proprio mansueto come Hatem Ben Arfa.
A 15 anni convince uno dei santoni del calcio francese, Guy Roux, a portarlo ad Auxerre, dove si fa subito notare quando viene beccato a guidare senza aver ancora conseguito la patente.
L’AJA è però un club con regole molto ferree e la bravata del ragazzo non va giù ai dirigenti, che lo invitano a fare provino in altre squadre e lasciare Auxerre.
Siamo nel 2006 e Garra sbarca a Roma per effettuare un provino con la Cisco. L’11 dicembre, però, il ragazzo è in un locale chic nei pressi di Piazza Navona quando, pare, tenta di violentare una studentessa americana nella toilette, finendo col passare qualche notte nel carcere di Regina Coeli.

3 – Tony Adams

Punto di forza delle difese di Arsenal ed Inghilterra per diversi anni Adams non visse però propriamente una vita da atleta. Come dichiarato da lui stesso, infatti, diversi furono i suoi problemi con alcool e droga.
E proprio in un momento di poca lucidità l’ex capitano Gunners  si “conquistò” quattro mesi di carcere distruggendo una serra.

4 – René Higuita

Fu uno dei giocatori più pittoreschi dell’intera storia del calcio. Baffoni e folta chioma nera, Higuita era portiere dotato di grandi doti atletiche e di un’eccentricità fuori dal comune. Non disdegnava irridere l’avversario, giocare la palla coi piedi (in un’epoca in cui questa non era una caratteristica richiesta ad un portiere) e soprattutto lasciare il segno. Chi non si ricorda la sua famosa “parata dello scorpione”?
Grandissimo personaggio in campo, frequentazioni particolari fuori. Del resto quanti possono dire di aver intessuto rapporti di amicizia con gente del calibro di Pablo Escobar e Carlos Molina?
Proprio queste sue amicizie pericolose, probabilmente, lo hanno visto invischiato in una storia di rapimento, dove si trovò a fare da intermediario per il riscatto. Un “gioco” che gli valse sette mesi di cella.

5 – Godwin Okpara

Non proprio una bella storia, la sua. Perché se fino ad ora abbiamo parlato di gente che si è fatta al massimo qualche mese di reclusione, qui ci troviamo di fronte ad un ragazzo che evidentemente ha avuto qualche problema serio.
Perché venne arrestato assieme alla moglie per aver seviziato una bimba di tredici anni, tra l’altro loro figlia adottiva. Bruciature di sigarette, per dirne una. Dieci anni lui, quindici lei.

6 – Cyril Yapi

Passato anche dal nostro paese, più precisamente dal Calcio Como, Cyril Yapi fu un centrocampista offensivo francese cresciuto nell’Accademia del Rennes che dovette chiudere una carriera di non esattamente altissimo profilo proprio per le gravi implicazioni giudiziare che lo videro coinvolto.
Per lui quindici anni di carcere per tentato omicidio. Organizzò infatti un agguato a colpi di mazza da baseball contro la moglie.

7 – Stephane Paille

In pochi si ricorderanno di lui, probabilmente, nonostante le sue otto presenze in maglia Bleus nella seconda metà degli anni ottanta, quando era una delle star del Sochaux.
E forse proprio una carriera non ai livelli di come si aspettavano lo portarono, una volta licenziato dagli scozzesi dell’Hearts, a lasciare la retta via per darsi allo spaccio, guadagnandosi diciotto mesi di reclusione.
Rimessa la testa a posto Paille tornò quindi nel mondo del pallone, questa volta come allenatore. Non contento del suo periodo dietro le sbarre, però, pensò bene di tornarci per un paio di settimane, quando nel festeggiare la promozione del suo Besançon venne trovato alla guida completamente ubriaco, mentre viaggiava a una velocità circa due volte superiore al limite.

8 – Bruno Fernandes de Souza

Brutta storia anche quella dell’ex capitano del Flamengo, accusato di aver fatto assassinare una giovane pornostar conosciuta a casa dell’ex interista Adriano (un lupo che perde il pelo ma non il vizio).
Bruno che si trova tutt’ora in carcare da quasi un paio d’anni.

9 – Joey Barton

Talento e follia ai massimi livelli.
Ne ha combinate diverse in carriera, Joey.
Dalla sigaretta che provò a spegnere nell’occhio di un ragazzo delle giovanili del City alla rissa con Dabo, passando per il suo fondoschiena mostrato bellamente ai tifosi dell’Everton.
Un personaggio del genere, però, non poteva scappare per sempre alle lunghe braccia della legge. Detto-fatto: settantasette giorni di reclusione per violenza.

10 – Miodrag Belodedici

Lo abbiamo visto recentemente, ai sorteggi dei quarti di finale di Champions League.
E’ stato lui, infatti, ad accoppiare il Milan con i campionissimi del Barcellona.
Belodedici, però, non ha avuto una vita propriamente facile.
Nell’82, infatti, lasciò il suo paese, la Romania, per raggiungere la squadra del suo cuore, la Stella Rossa di Belgrado. Il tutto, però, senza il permesso del regime che governava in quel momento a casa sua.
Il tutto gli valse una condanna a dieci anni di reclusione, che però ebbe la fortuna di non scontare mai.

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