Top XI Euro under 17 2015

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.


Un altro Europeo under 17 è terminato ed ancora una volta a gioire non siamo stati noi.

Un articolo a parte – anzi, un libro come minimo – meriterebbe la discussione che riguarderebbe la nostra nazionale, uscita ai quarti di finale contro la Francia poi campione e piegata nello spareggio di qualificazione al mondiale dalla Croazia.
Un articolo che dovrebbe partire dal fallimento di un gruppo comunque piuttosto talentuoso – anche se non ai livelli della Francia campione – che però palesa tutti i limiti del nostro calcio. Tanti. Da qui la necessità di scrivere un libro che vada ad analizzare tutti questi limiti… anche se a poco servirebbe, dato che chi può provare a cambiare le cose non sembra sia interessato a farlo.

Torniamo quindi a noi, ad un Europeo vinto con grandissimo merito da una nazionale francese forte e completa in ogni reparto che ha letteralmente schiantato gli avversari (ultima la Germania in finale, 4 a 1).
Una nazionale francese come al solito imbottita di colored, sicuramente fisicamente ed atleticamente più maturi rispetto alla maggior parte dei ragazzi presente all’Europeo. Proprio da qui possono nascere dubbi sullo sviluppo futuro di questi ragazzi, che ad oggi restano però semplicemente i più forti d’Europa sia sulla carta che nei fatti.

Per chiudere questa ennesima avventura giovanile che mi sono potuto godere per intero eccovi la mia Top XI. Basata ovviamente sulle prestazioni in campo, non su quello che penso possa essere l’upside di questi ragazzi.

Constantin Frommann (Friburgo)

Ancora una volta, dopo l’anno scorso, debbo dire che non è stato un grandissimo Europeo per i giovani estremi difensori. Tra i migliori c’è stato sicuramente il nostro Gigio Donnarumma, che ha giocato per altro sotto età. Forse in assoluto il migliore del lotto, anche per prospettiva.
Il mio premio va però al giovane portiere tedesco, interprete piuttosto solido che ha incassato sì quattro reti nella gara finale ma ha comunque evitato un passivo ben peggiore per la sua squadra, con una serie di interventi di altissimo livello.
Luci ed ombre invece per i due interpreti francofoni, Zidane e Teunckens. Qualche buona cosa alternata ad interventi assolutamente censurabili. Ma c’è tempo per crescere.

Alec Georgen (Psg)

Debbo dire che non ho visto grandi prestazioni, tra i terzini destri. Non male a tratti il nostro Scalera, che però purtroppo spesso si è perso un po’ via nel non-gioco Azzurro, non mi resta che premiare il terzino campione d’Europa, Georgen. Giocatore ordinato e gran faticatore, si è fatto il mazzo avanti ed indietro su quella fascia a perdifiato, dando piuttosto costantemente un’alternativa valida al portatore di palla.

Dayot Upamecano (Valenciennes)

Il primo dei due centrali non può che essere questa colonna d’ebano in forza al Valenciennes. Un giocatore fisicamente mostruoso, nettamente superiore ai propri pari età. Ad oggi domina l’area di rigore, il più sarà capire, in prospettiva professionismo, cosa riuscirà a combinare quando il divario fisico-atletico non sarà così ampio.
Di certo c’è che non so quanto resterà al Valenciennes. Di certo avrà colpito l’occhio di molti talent scout accorsi in Bulgaria alla ricerca di nuovi talenti (pare su di lui ci sia l’Arsenal, che ne avrebbe quasi chiuso l’acquisto)…

Wout Faes (Anderlecht)

A completare il pacchetto centrale arretrato il capitano del Belgio. Giocatore che esteticamente ricorda molto David Luiz, con quella folta chioma riccia. Cui però auguro di diventare difensore più affidabile rispetto al centrale attualmente in forza al Paris St. Germain.
Difensore centrale dal senso tattico molto spiccato, si muove già come un veterano e guida il proprio reparto con sicurezza e tranquillità. Non avendo ancora raggiunto il pieno sviluppo fisico atletico, ad esempio al contrario di Upamecano, ha ancora margini di crescita interessanti. Di certo c’è che è plausibile lo potremo vedere in prima squadra già entro un paio d’anni, vista la facilità di “lancio” che hanno in Belgio, soprattutto dalle parti dell’Anderlecht.

Marc Cucurella (Barcellona)

Uno dei migliori interpreti della nazionale spagnola a questo Europeo. Giocatore ricoperto di argento vivo, ha arato a cento all’ora la propria fascia di competenza un’infinità di volte, rivelandosi sempre molto presente anche in fase offensiva (la scuola blaugrana non si smentisce mai).
Nel suo ruolo se l’è cavata egregiamente anche Jay DaSilva del Chelsea, ma alla fine dovendo sceglierne uno la mia scelta ricade sul giovane terzino in forza al Juvenil B del Barça.

Carles Aleñá (Barcellona)

Giusto a conferma della sempre florida bontà del vivaio blaugrana il primo dei due centrali scelti per questa top undici è il capitano della nazionale spagnola, nonché perno delle giovanili del Barça, Carles Aleñá.
Un interno di centrocampo finemente dotato da un punto di vista tecnico e con un’enorme capacità polmonare. Capace di farsi trovare sui due versanti opposti del campo nell’arco di pochi secondi, è un centrocampista molto moderno. Schermo in aiuto alla difesa, direttore d’orchestra, rifinitore e capace di assalti in area all’arma bianca: davvero completo il background di questo ragazzo.

Timothé Cognat (Lione)

Il cuore del reparto nevralgico della nazionale campione d’Europa.
Un po’ come il suo omologo spagnolo anche Cognat, fascia di capitano al braccio, è un centrocampista box to box dotato di un bagaglio tecnico ben fornito ma anche di una notevole capacità di corsa. Propototipo del centrocampista moderno, non ha un grandissimo fisico, ma rimedia facilmente a questa pecca grazie a sagacia tattica, volontà e qualità.

Nanitamo Ikoné (Psg)

Non tiene ancora la tensione alta per tutta la durata del match, ma quando si accende lo sa letteralmente spaccare.
Ala guizzante nello stretto ed imprendibile in allungo, è dotata di un dribbling fulmineo ed una grande capacità polmonare.
Praticamente inarrestabile quando parte palla al piede, non disdegna la finalizzazione. Affiatatissimo col compagno di club Edouard, ad oggi è indubbiamente uno dei giocatori più dominante del panorama under 17 mondiale.

Marcus Edwards (Tottenham)

Esattamente come Ikoné è un giocatore che ad oggi riesce ad accendersi solo ad intermittenza. Il problema è che quando l’interruttore ruota su “on” questo trottolino in forza all’Academy Spurs risulta praticamente inarrestabile. Capace di uscire da un nugulo di avversari con la palla ben incollata al piede, è letale nello stretto e superbo nel palleggio. Trequartista abile a svariare lungo tutto il fronte offensivo, può essere utilizzato anche largo in caso di necessità.
Nel match d’esordio contro l’Italia spaccò il match subentrando dalla panchina e dando ai nostri ragazzi, già in affanno, il fatidico colpo di grazia.

Ismail Azzaoui (Tottenham)

Negli Spurs gioca anche quello che è indubbiamente il talento più puro della nazionale belga, l’ala Ismail Azzaoui. Un giocatore con un bagaglio tecnico finemente rifinito, una buona intelligenza tattica ed una certa predisposizione al team work.
Ogni tanto sembra però perdersi un po’ in sé stesso. Caratteristica però che si può ricondurre alla maggior parte dei giocatori di classe, soprattutto a questa età.

Odsonne Edouard (Psg)

Otto goal in cinque match all’Europeo under 17 non li aveva mai fatti nessuno. Questo vi fa capire che impresa abbia compiuto la giovane punta in forza al Paris Saint Germain, autentica dominatrice del torneo.
Non contento dei cinque goal segnati sino alla semifinale, tra l’altro, Odsonne ne ha picchiati tre alla Germania nella partita che ha deciso la vincitrice.
Non solo devastante, ma anche clutch.
Dove possa arrivare è difficile dirlo. Tecnicamente ha delle lacune evidenti, anche se non è comunque scarso. Atleticamente è invece indomabile, come molti suoi coetanei col suo patrimonio genetico. E questo paradossalmente può essere il problema: continuerà a crescere di questo passo o, fisiologicamente, prima o poi il gap che oggi gli permette di essere praticamente inarrestabile verrà colmato almeno in parte?
Difficile dire oggi se diventerà una superstar oppure restarà un giocatore normale. Alla sua età anche Sanogo era difficilmente fermabile.
Ecco, però… lui sembra superiore allo Yaya sedicenne. Si farà?


Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!
Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram