Modello Ajax: tutti i segreti dei Lancieri

Il “Modello Ajax” è stato sicuramente uno dei più studiati nell’universo calcistico mondiale, quantomeno nel corso dell’ultimo ventennio.

Se anche voi siete curiosi di scoprirne i segreti ripercorretene un po’ la storia e la struttura assieme a me…

Modello Ajax

Gli albori

In realtà il calcio olandese aveva espresso poco sino alla seconda metà degli anni sessanta del novecento.

Agli albori del calcio gli Oranje erano stati capaci di vincere tre medaglie di bronzo olimpiche, ma sempre in circostanze particolari.

Nel 1908 a Londra le squadre ammesse al torneo erano solo otto, ed i Paesi Bassi passarono gli ottavi a tavolino in seguito al ritiro dell’Ungheria, causato dalla cosiddetta “crisi bosniaca“.
In semifinale i padroni di casa si imposero invece con un secco 4 a 0, e gli olandesi si dovettero accontentare di vincere la finalina contro la Svezia.

Nel 1912 a Stoccolma gli Oranje batterono nuovamente la Svezia agli ottavi, poi l’Austria ai quarti prima di venire piegati dalla Danimarca, vincendo quindi il bronzo contro la Finlandia.

Alle Olimpiadi di Anversa del 1920, le prime post Prima Guerra Mondiale, arrivarono le vittorie con il Lussemburgo ed ancora una volta la Svezia, prima di piegarsi al Belgio in semifinale.
Una controversia nella finale tra i belgi e la Cecoslovacchia consegnò il bronzo agli olandesi, che pure persero la finale per il terzo posto contro la Spagna del leggendario Pichichi.

La svolta

Fino al 1974, ovvero sia il Mondiale in cui Cruijff e soci assursero al ruolo di miti del Calcio Totale, l’Olanda era quindi una comprimaria, se è vero che non aveva mai partecipato ad un Campionato Europeo e si era fermata agli ottavi nei due Mondiali vinti dall’Italia negli anni trenta.

Johann Crujff

Proprio la rivoluzione dettata dalle idee di Rinus Michels (ho approfondito il tutto in questo articolo) mise quindi l’Olanda sulla mappa calcistica mondiale. E da quel giorno il calcio non fu più lo stesso.

Quell’Ajax, che sino ad allora aveva saputo imporsi solo in Olanda, seppe infatti dominare l’Europa, vincendo tre Coppe dei Campioni, una Intercontinentale ed una Supercoppa UEFA nell’arco di una manciata di anni.

Quella dei Lancieri di Michels prima e Stefan Kovács poi fu una squadra capace di rivoluzionare il calcio. Un insieme di giocatori unici che giocarono in modo unico e difficilmente replicabile. Una squadra che unì tecnica, arguzia tattica e potenza atletica ai massimi livelli, sublimando le proprie idee di gioco.

Era però quello più un modo che non un Modello Ajax.

Proprio quell’esperienza piantò un seme in quel di Amsterdam. Un seme che è stato innaffiato per anni, sino a diventare una pianta ammirata in tutto il mondo.

Una delle cose che si capirono, e che vennero ben fissate proprio da colui che era il cuore della squadra epica degli anni settanta, fu che bisognava puntare sul settore giovanile.

In un certo senso, quindi, si posero le basi del Modello Ajax.

Rivoluzione Cruijff

Una seconda rivoluzione, dopo quella portata dall’invenzione del Calcio Totale, la portò quindi lo stesso Johann Cruijff, che di fatto strutturò meglio il “Modello Ajax”.

L’ex grande campione di Lancieri e nazionale Oranje divenne infatti Direttore Tecnico e allenatore del club il 6 giugno del 1985.

Da fine pensatore qual era – e proprio l’intelligenza era una delle sue doti più apprezzate anche in campo – prese due decisioni fondamentali, nel ricoprire questo ruolo.

Il TIPS

La prima fu l’introduzione del “TIPS”, un metodo valutativo specifico che fu alla base del “Modello Ajax” per anni.

TIPS

  • T = TECHNIEK, tecnica

Punto fondante e fondamentale del “Modello Ajax” non poteva che essere la tecnica di gioco. Non a caso un aspetto in cui eccellono praticamente tutti i prodotti di quel settore giovanile, a prescindere dal livello di gioco cui riescono ad arrivare.
Un concetto, quello della tecnica, riassunto così:

“Passare la palla al posto giusto, al momento giusto”.

  • I = INSICHT, visione di gioco

Altro aspetto importantissimo del Modello Ajax è la visione di gioco. Perché soprattutto quando ti affidi al playmaking style come stile di gioco la capacità di lettura è fondamentale per la buona circolazione del pallone.

“Se vedi un giocatore scattare, è partito in ritardo”.

  • P = PERSONLIJKHEID, personalità

Come abbiamo visto già nello studiare i tratti fondanti del Calcio Totale, cui Cruijff non poteva che rifarsi, la personalità dei calciatori è un aspetto imprescindibile per poter dominare il gioco, come il “Modello Ajax” impone.

“Senza palla non puoi vincere”.

  • S = SNELHEID, velocità

La velocità di gioco, ovviamente, non è tanto la velocità di passo. Ci sono stati fior di giocatori nel corso della storia, ovviamente olandesi e non, dotati di una scarsa ritmizzazione di passo ma di una grandissima velocità di pensiero e di esecuzione. Proprio quello che Cruiyff metteva come fondamentale del Modello Ajax – assieme ai tre concetti sopra espressi – per un calciatore.

“Velocizzare il gioco non significa correre più veloce. La palla determina la velocità del gioco”.

I giovani

La seconda decisione che contribuì a dare il la ad un vero e proprio “Modello Ajax” fu la creazione di un collegamento diretto tra il settore giovanile e la prima squadra.

A suo modo una rivoluzione, se è vero che in questi trent’anni i Lancieri hanno poi lanciato decine e decine di giovani più o meno cresciuti in casa.

Volendo rapidamente stilare una Top XI dei giocatori usciti da questo settore giovanile dalla seconda metà degli anni ottanta in poi potremmo buttare giù una formazione di questo tipo:

Modello Ajax

A questi giocatori se ne potrebbero tranquillamente aggiungere o sostituire altri, come Reiziger, Babel, Emanuelson, Siem e Nigel de Jong, Maduro, Van der Vaart, Klaassen, il trio belga Vermaelen-Vertonghen-Alderwiereld o il caso limite di Bergkamp, che proprio da Cruijff fu portato in prima squadra.

L’era Van Gaal

Nel settembre del 1991, dopo che Cruijff aveva lasciato il club da tre anni, iniziò l’era targata Louis van Gaal.

Al termine di un triennio da vice dei vari allenatori succedutisi in quegli anni (quattro tra l’88 e l’89, poi Leo Beenhakker fino al 91) Micheal van Praag (futuro vicepresidente UEFA) decise di consegnare il timone della squadra nelle mani di questo rampante ex calciatore (passato proprio dall’Ajax, fu soprattutto una bandiera dello Sparta Rotterdam).

La visione del calcio del nuovo allenatore – che vincerà, tra l’altro, una Champions League nel 1995 – è però diversa rispetto a quella di Cruijff. In particolare per quanto concerne proprio il settore giovanile, oltre che la struttura dirigenziale dell’intero club.

Se il delfino di Rinus Michels vedeva la formazione dei calciatori come un processo “individualista”, la visione di Van Gaal era “sistemica”.

Se Cruijff pensava che al centro della gestione tecnica – mercato incluso, in stile manager inglese – dovessero esserci l’allenatore ed il responsabile del settore giovanile (preferibilmente scelti tra ex icone del club, che conoscessero quindi già bene l’ambiente e fossero soprattutto cresciuto in un humus comune rappresentato proprio dal “Modello Ajax”), per Van Gaal la pietra angolare di tutto doveva essere un Direttore Generale che avesse competenze anche extra calcistiche e che non fosse per forza di cose un ex calciatore dei Lancieri.

Van Gaal

L’arrivo dell’ex difensore dei Kasteelheren portò quindi ad un’altra mini-rivoluzione del Modello Ajax, che si imperniò principalmente su due aspetti:

  • introduzione di un metodo didattico progressivo per l’intero settore giovanile;
  • cambiamento del modo di fare calcio, quindi anche della tipologia di calciatore.

Se inizialmente le cose funzionarono, l’introduzione della Legge Bosman segnerà un punto di svolta per tutto il calcio, in particolar modo per l’Ajax.

Così nel giro di pochi anni la squadra capace di battere il Milan in finale di Champions verrà smantellata, Van Gaal passerà al Barcellona ripercorrendo le orme del suo acerrimo rivale Cruijff, e per i Lancieri inizierà un lungo periodo di sofferenza, alla ricerca di una nuova capacità competitiva (che è continuata però a calare sino ad oggi, con l’Ajax che di fatto è praticamente sparito dai radar europei).

Commissione Coronel

Nel 2008 l’Ajax cerca un punto di svolta.

Reduce da due soli campionati vinti nei precedenti dieci anni i Lancieri istituiscono una commissione interna che faccia luce e chiarezza sui problemi attraversati dal club, individuando le motivazioni per cui dal tetto d’Europa ci si è trovati a fare fatica anche in Olanda.

La soluzione, in sintesi, è chiara: il problema è la gestione societaria, capace di scialacquare decine di milioni preferendo giocatori di dubbio valore alla valorizzazione del proprio vivaio. Una crisi piena del Modello Ajax, insomma.

Uri Coronel si dimostra quindi una sorta di rottamatore ante litteram.

Uri Coronel
Uri Coronel

Le evidenze del rapporto stilato al termine dell’indagine causano infatti un terremoto societario, con dimissioni a valanga. A prendere la guida della società in luogo dell’ormai ex presidente John Jaakke è lo stesso Coronel, che però si dimostra incapace di migliorare in maniera significativa una situazione che resta cupa.

La Rivoluzione di Velluto

Chi di report ferisce, di report perisce.

Così ad Uri Coronel vengono sbattuti in faccia buona parte di quei problemi – irrisolti – emersi dallo studio della sua commissione.

A farlo è la Leggenda, quel Johan Crujff che di fatto costringe Coronel a dimettersi.

L’ennesimo avvicendamento ai vertici porta sullo scranno presidenziale Hennie Henrichs e riporta in società lo stesso Cruijff, questa volta nelle vesti di dirigente (oltre che di membro del consiglio dirigenziale dei Lancieri).

Giusto nove mesi più tardi il nuovo board decide di nominare Direttore Generale quel Louis van Gaal le cui visioni del mondo del calcio sono spesso diametralmente opposte a quelle dell’ex campione anni settanta.

E la vicenda finisce in tribunale.

L’ex delfino di Rinus Michels, ben sapendo quanto fosse impossibile provare a collaborare con il suo più acerrimo rivale, si appella contro la decisione del nuovo board, reo di non averlo coinvolto – in quanto dirigente – nella decisione. E vince, causando una nuova sequela di dimissioni a catena.

Dovrà così tornare ad essere il vivaio la pietra miliare della società.

Va comunque detto che oggi – che Cruijff ci ha lasciato – i risultati dell’Ajax non sono comunque all’altezza del loro glorioso passato, in particolar modo al di fuori dei Paesi Bassi.

Rivoluzione di Velluto

Modello Ajax

Il vivaio

Il settore giovanile può avere una duplice finalità: da una parte può fornire giocatori di alto livello alla prima squadra, per mantenerne o implementarne la competitività, dall’altra può rappresentare un bacino di surplus economico importante tramite la cessione di giocatori cresciuti in casa a cifre importanti.

Questa duplice finalità è stata lungamente stimolo per il Modello Ajax, e diventa ancora più un’esigenza nel calcio moderno, in cui poche società hanno una potenza di fuoco sul mercato ed una capacità di generare introiti enormemente maggiore a quella dei Lancieri.

Ecco quindi che è necessario un programma di sviluppo all’avanguardia e funzionale: solo così si possono rendere i giovani talenti che approdano in società dei futuri campioni.

Altro target importante per quanto concerne lo sviluppo del vivaio all’interno del Modello Ajax è l’identità del club, che viene mantenuta se non rinforzata anche grazie alla promozione nel gruppo pro di giocatori cresciuti in casa.

Per implementare il proprio settore giovanile è quindi sempre più centrale lo scouting sia interno che esterno.

Da qui l’evoluzione del TIPS.

Dal TIPS alla Skill Box

Il TIPS fu la base del “Modello Ajax” per anni, perché come tutte le cose venne poi superato.

Modello Ajax

L’evoluzione di questo metodo di valutazione è infatti la Skill Box, che si basa sui seguenti punti:

  • Scheda di valutazione;
  • Differenziazione per età (categoria e processo di crescita);
  • Differenziazione per ruolo;
  • Quattro principi base: tattico (con e senza palla, transizioni), tecnico, fisico e mentale (mindset e comportamento);
  • Scouting interno ed esterno.

In particolar modo la definizione di alcuni parametri di scouting specifici riguardanti il singolo ruolo fu un passo in avanti deciso rispetto al TIPS.

Le qualità non erano infatti da ricercare genericamente. Veniva creato un profilo specifico del tipo di giocatore da ricercare, appunto a seconda del ruolo posizionale da occupare.

Nel caso del terzino (o, per meglio dire, difensore esterno) ad esempio, le caratteristiche da ricercare nella fase di possesso di un calciatore sarebbero queste:

  • presenza e attività in fase di costruzione del gioco da dietro;
  • capacità di smarcarsi per ricevere palla (presuppone la volontà di riceverla);
  • capacità di fare la scelta di gioco giusta;
  • capacità di salire senza palla e di sovrapporsi;
  • comunicazione;
  • capacità di utilizzare entrambi i piedi;
  • cross (preferibilmente con palla tra il portiere ed i difensori avversari);
  • marcature preventive.
Gregory van der Wiel
Gregory van der Wiel

Nella fase di non possesso, invece, nel terzino si vanno a cercare queste qualità:

  • capacità di valutare la distanza tra palla, avversario e compagno;
  • capacità nell’uno contro uno (vincita del duello, difesa col piede corretto, ecc.);
  • difesa col piede corretto su cross dalla fascia opposta;
  • lettura del gioco avversario (eventuale intercetto, oppure pressione sul controllo o infine giocare il duello uno contro uno);
  • capacità di difesa in linea (pressing, slittamento centrale per stringere la linea, copertura, fuorigioco);
  • comunicazione.

Quelle fisiche, infine:

  • resistenza, da area ad area;
  • velocità;
  • forza nel duello;
  • agilità;

Tenute in considerazione ma meno necessarie l’altezza e la prestanza fisica.

Talentendag

Parte del processo di selezione dei calciatori che andranno a comporre il vivaio, quindi una delle componenti principali del Modello Ajax, è il “giorno dei talenti“.

I Lancieri hanno infatti come filosofia di prediligere la selezione di giovani ed ancor più giovanissimi calciatori che appartengano all’area metropolitana di Amsterdam (comunque, va detto, ricchissima di talento), o che comunque non arrivino da molto fuori da essa.

Ecco quindi che vengono organizzate giornate intere di provini cui partecipano tecnici ed osservatori dell’Ajax, che saggiano da vicino le capacità degli aspiranti calciatori.

Essendo il vivaio un vero e proprio investimento economico, pure molto oneroso, la selezione è durissima: solo i migliori ed i più vicini al Modello Ajax vengono presi.

Club affiliati

Se soprattutto sopra una certa età il raggio di azione si allarga molto, anche al di fuori degli stessi Paesi Bassi, una parte importante del Modello Ajax è quello che riguarda le affiliazioni.

Se in Italia esistono ma investono soprattutto piccoli club di provincia che spesso usano il richiamo della grande squadra per avere più presa sui ragazzini del territorio, i Lancieri ne hanno fatto un vero e proprio modello aziendale.

A partire dal 1999, infatti, le partnership con club stanieri sono diventate la normalità.

Entriamo nello specifico di ognuna per capire le varie sfumature di come queste partnership sono e sono state portate avanti nel Modello Ajax.

Modello Ajax

HETT club

Come logico, l’Ajax ha stretto nel corso degli anni delle collaborazioni con un grossissimo numero di club dilettantistici, sia dentro che fuori Amsterdam.

Dodici sono infatti le squadre della città affiliate ai Lancieri, altre quattordici appartengono all’area circostante, comunque entro una circonferenza di trentacinque chilometri al di fuori della città.

Altri tre club sono poi affiliati al di fuori di questo territorio: due in Olanda ed uno in Belgio.

Germinal BeerschotGerminal Beerschot

Il 27 maggio 1999 l’Ajax annunciò la partnership con questo club belga, di cui l’anno dopo diventò il principale azionario acquisendo il 72,5% della società.

Il motivo fu semplice: venne ritenuto che il Beerschot potesse rappresentare un buon punto di appoggio ove far giocare in prestito alcuni talenti cresciuti in casa Ajax.

Di contro venne creata una strada ad accesso facilitato che permettesse ai Lancieri di assicurarsi facilmente i migliori prospetti del club di Anversa.

La partnership funzionò e permise agli olandesi di mettere le mani su giocatori come Jelle van Damme, Thomas Vermaelen, Jan Verthongen e Toby Alderweireld.

Il 13 marzo 2003 l’Ajax decise comunque di rivendere – al prezzo simbolico di 1 € – le proprie azioni a Jos Verhaegen, che tornò così ad essere il proprietario del club.

La partnership si chiuse lì, rappresentando comunque un esempio virtuoso di collaborazione con club di paesi differenti.

Ashanti GoldAshanti Gold

Il 18 giugno del 1999 venne creata una liaison con questo club ghanese, di cui l’Ajax arrivò a possedere il 51% delle azioni.

Un anno più tardi il Direttore Tecnico del club africano diventò Hans van der Pluijm, e nel febbraio del 2001 venne costruito il centro di allenamento Ofori Stadium, per un costo complessivo di 360mila dollari.

La partnership, da un punto di vista prettamente tecnico, consisteva nella possibilità di implementare il programma tecnico del club africano con le metodologie in uso in quel di Amsterdam, oltre che di far passare dei periodi di allenamento in Olanda ai migliori talenti dell’Ashanti Gold (nessuno di questi ragazzi venne però mai acquistato dai Lancieri).

Nel febbraio 2003 le azioni vennero quindi rivendute. Per un certo periodo la collaborazione tecnica tra i due club continuò, prima che si decidesse di cessarla del tutto.

Ajax Cape TownAjax Cape Town

Come si può capire già dal nome si tratta della sorellina sudafricana del club di Amsterdam.

Le basi a questa partnership (i Lancieri possiedono il 51% della società) vennero probabilmente poste nel 1997, quando l’Ajax acquistò Benny McCarthy dai Seven Stars.

Seven Stars che due anni più tardi si fusero con i Cape Town Spurs, costituendo, con l’intervento della società di Amsterdam, l’Ajax Cape Town.

Questa partnership – un po’ come quella stretta con il Germinal Beerschot – ha dato i suoi frutti da un punto di vista tecnico.

Negli anni, infatti, i Lancieri si sono assicurati giocatori come Steven Pienaar, Eyong Enoh e Thulani Serero, tutti futuri nazionali.

La partnership, attiva a tutt’oggi, si basa su cinque punti fondamentali:

  • implementazione del centro sportivo Ikamva;
  • introduzione della filosofia e dei metodi di allenamento dei Lancieri;
  • implementazione dello staff tecnico della squadra di Città del Capo;
  • periodi di allenamento dei giocatori sudafricani in quel di Amsterdam;
  • implementazione del vivaio dell’Ajax Cape Town.

Ajax Orlando Prospects

Fu un vero e proprio team satellite (in stile Ajax Cape Town) dei Lancieri.

Creato nel 2003 in quel di Orlando, Florida, partecipò per quattro anni alla USL Premier Development League, quarto livello della piramide calcistica americana.

L’idea era sempre quella: dare la possibilità a giovani talenti americani di compiere dei periodi di allenamento in Olanda e farsi ammirare dai tecnici del club di Amsterdam, che eventualmente avrebbero potuto decidere di acquisirli direttamente.

A due anni dalla creazione della franchigia il Direttore Tecnico divenne Barry Hulshoff, difensore centrale con circa 300 presenze nei Lancieri tra il 1966 ed il 1977.

L’esperienza americana durò però soltanto quattro anni: nel 2007 la franchigia venne infatti sciolta a causa di problemi finanziari.

Nessun calciatore reclutato in quel di Orlando passò mai a titolo definitivo all’Ajax.

Nonostante questo, da un punto di vista tecnico, i Prospects non furono un completo fallimento, se è vero che dalle loro fila passarono giocatori come Dax McCarthy (attualmente ai New York Red Bulls, una ventina di presenze in nazionale giovanili comprese), Nathan Sturgis (Seattle Sounders, era reputato uno dei più brillanti talenti americani della sua generazione) e Pascal Millien (Fort Lauderdale Strikers, quasi trenta presenze con la nazionale di Haiti).

Almere CityAlmere City FC

Almere è una cittadina che sta a soli 35 chilometri da Amsterdam ed il cui club (fondato nel 2001 e chiamato inizialmente FC Omniworld) milita in Eerste Divisie, la seconda lega olandese.

Due aspetti ideali per l’Ajax, che con questa partnership può mandare facilmente in prestito alcuni giovani di prospettiva bisognosi o desiderosi di fare esperienza ad un livello più alto dello Jong Ajax senza per questo anticiparne i tempi di approdo in prima squadra.

Iniziato l’1 luglio 2005, questo rapporto si basa soprattutto su comuni metodi di gestione del vivaio, oltre che su un interscambio nei metodi di allenamento ed una serie di seminari per allenatori organizzati dalle due società.

Dal 2012 al 2015 – prima cioè di passare ad allenare l’under 21 olandese – il coach dell’Almere City fu quel Fred Grim che in precedenza fu prima giocatore e poi tecnico proprio in quel di Amsterdam.

HarleemHFC Harleem

Un solo anno più tardi, quindi nel 2006, l’Ajax strinse un accordo con un altro club dei dintorni di Amsterdam.

Ajax ed Harleem in realtà collaboravano già dal 2001, ma solo per quanto concerneva lo scouting dei giovani calciatori della regione (la distanza tra le due realtà era di soli venti chilometri).

Proprio nel 2006 la partnership venne allargata di molto, permettendo ai Lancieri di mandare in prestito alla società minore, che giocava in Eerste Divisie, i propri giovani, anche in questo caso senza che questi dovessero allontanarsi eccessivamente dal proprio habitat.

Nel 2008 la collaborazione venne rinnovata, e nel 2009 a capo del progetto venne messo Cock Jol, fratello di quel Martin che proprio nel corso della stessa estate era diventato il coach della prima squadra.

I punti principali della collaborazione furono quattro:

  • quattro prestiti annuali all’Harleem;
  • possibilità da parte dell’Ajax di entrare in diversi ambiti della gestione, inclusa la direzione tecnica, il team di allenatori, lo stile di gioco e lo sviluppo del vivaio;
  • l’Ajax poteva avere uno o due giocatori nel consiglio di amministrazione del club;
  • l’Ajax avrebbe sostenuto economicamente l’Harleem, che in cambio gli avrebbe girato una parte dei profitti realizzati dall’eventuale cessione di calciatori arrivati dai Lancieri.

Il 10 gennaio 2010 il club dichiarò però bancarotta e la partnership cessò di esistere. Da allora si rafforzò ulteriormente il legame dell’Ajax con l’Almere City.

VolendamFC Volendam

Nel luglio del 2007 l’Ajax instaurò una partnership con un terzo club di Eerste Divisie, in questo caso basata solo sulla cooperazione concernente il settore giovanile.

L’accordo prevedeva infatti che ci fossero scambi regolari tra i due club per quanto concerneva allenatori e staff tecnico del vivaio, così da rafforzare ulteriormente i rispettivi programmi giovanili.

Al termine della naturale scadenza dell’accordo, di durata triennale, i dirigenti dei Palingboeren decisero di porre fine a questa partnership, secondo loro così poco sfruttata da non ritenere fosse utile proseguirla.

FC BarcelonaFC Barcelona

Il 2 giugno del 2007 due tra i più rinomati club d’Europa strinsero una collaborazione, basata sostanzialmente su di uno scambio di informazioni riguardanti l’area tecnica, medica e di coaching.

Nel corso degli anni, comunque, questa partnership si è spinta anche oltre. Grazie agli ottimi rapporti tra le due società, infatti, i Blaugrana hanno visto nei Lancieri un ottimo club in cui far giocare alcuni ragazzi sin troppo pronti per disimpegnarsi in Segunda Division, ma che trovavano poco spazio alla casa madre. Due esempi di questo tipo di collaborazione sono Gabri ed Oleguer.

Più recentemente altre due giovani stelle della Masia hanno giocato ad Amsterdam: Isaac Cuenca e Bojan Krkic.

Il 4 novembre 2014 il presidente del sodalizio catalano Josep Maria Bartomeu ha poi rilasciato un’intervista al De Telegraaf in cui ha spiegato dove affondano le radici di questa partnership, dichiarando che il Barça è considerabile come figlio del club olandese, spiegando come l’influenza di personaggi come Rinus Michels e Johann Cruijff è stata decisiva nella creazione della filosofia che fa oggi da motore a tutto il Barcellona.

E’ questa la prima e ad ora unica affiliazione che non vede l’Ajax come riferimento, bensì come affiliata.

Cruzeiro Esporte ClubeCruzeiro

Sempre nel 2007, ma questa volta il 14 dicembre, l’Ajax strinse una partnership anche con il Cruzeiro, club di prima divisione brasiliana.

Questa collaborazione è vista sostanzialmente come un possibile trampolino di lancio sul mercato europeo per il club brasiliano, che manda regolarmente i propri migliori talenti ad allenarsi in quel di Amsterdam.

L’accordo è chiaro: nel caso in cui l’Ajax decida di lanciare un calciatore della Raposa ne acquisirà i diritti, lasciando però il 35% del cartellino nella mani del club di Belo Horizonte.

Inoltre le due società organizzano sovente match amichevoli, in particolar modo tra le proprie rappresentative giovanili. Questo è ritenuto un ottimo modo per far acquisire ai propri ragazzi un po’ di esperienza internazionale.

Beijing GuoanBeijing Guoan FC

Giusto il giorno dopo aver chiuso l’accordo con il Cruzeiro l’Ajax firmò una partnership anche con questo club del massimo campionato cinese.

In questo caso l’intento fu duplice e diversificato per i due sodalizi.

Da una parte il club di Pechino avrebbe potuto godere della collaborazione dei tecnici olandesi per sviluppare al meglio il proprio vivaio, con la possibilità per i giocatori cinesi di svolgere alcuni periodi di trial in quel di Amsterdam.

Dall’altra i Lancieri beneficiano della collaborazione per espandere il proprio marchio – e quello del proprio sponsor, Aegon – nel ricco mercato cinese.

PalmeirasPalmeiras

Il 10 gennaio 2010 l’Ajax rafforza la propria presenza in Brasile aprendo un canale privilegiato anche con l’ex Palestra Italia.

Anche in questo caso, come in quello riguardante il Barcellona, il fulcro dell’accordo riguarda uno scambio di informazioni riguardanti l’area tecnica, medica e di coaching.

In più l’idea è quella di aiutare il reciproco sviluppo del vivaio, anche attraverso un interscambio di giocatori durante l’offseason, così che partecipando ai classici tornei giovanili estivi i ragazzi dei due club possano aumentare la propria esperienza internazionale.

In più l’Ajax dà periodicamente l’opportunità ai calciatori brasiliani di allenarsi al De Toekomst, per provare a guadagnarsi una chiamata dall’Europa.

Il primo match amichevole tra le due prime squadre si è giocato il 14 gennaio del 2012 all’Estádio Palestra Itália ed ha visto i padroni di casa imporsi per 1 a 0.

TrencinFK AS Trenčín

Il 12 dicembre del 2012 l’Ajax ha fatto partire il suo – sinora – ultimo programma di affiliazione con un club professionistico, lo slovacco Trenčín.

Questa partnership fu siglata grazie all’amicizia tra il vate Johan Cruijff e Tschen La Ling, presidente del club slovacco nonché giocatore dell’Ajax tra il 1975 ed il 1982.

Il principale interesse delle due squadre è stato incentrato su di una condivisione delle informazioni di scouting. Ma nel corso di questo periodo i due club si sono scambiati anche dei calciatori, come Stanislav Lobotka passato in prestito ai Lancieri e Gino van Kessel prelevato – con la stessa formula dal Trenčín.

Processo di lavoro

1) Ricerca del mercato:

  • locazione geografico-culturale;
  • identificazione economica;
  • identificazione età/categorie;
  • identificazione profilo calciatore.

2) Suddivisione risorse:

  • analisi del mercato secondo i criteri stabiliti;
  • controllo dei “TIP” ricevuti dal circuito Ajax;
  • creazione lista Elite, con analisi dei singoli talenti ed archiviazione delle informazioni;
  • ricerca informazioni di supporto (video o analisi oggettiva);
  • ricerca fase conclusiva (con la famiglia ed agli allenamenti).

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