Settori giovanili – XVIII Torneo Nacional Alevín de Fútbol 7

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Una tre giorni di fuoco ha infiammato Cadice sul finire di giugno.

E’ stata la città andalusa, infatti, ad ospitare il diciottesimo Torneo Nacional Alevín de Fútbol 7.
Torneo di calcio a 7, appunto, cui hanno partecipato le cantere dei migliori club di Spagna, Real e Barça in testa.

Sempre incuriosito dal calcio giovanile (anche quando si tratta di giovanissimi come questi) mi sono quindi dato da fare per reperire in rete alcuni match da potermi gustare nei momenti di tranquillità.

Dopo averne visti dodici (di tredici squadre diverse, quindi praticamente i tre quarti di quelle impegnate in questo torneo) posso tirare un po’ le somme.

Sia in quanto a risultati, con l’Espanyol capace d’imporsi in finale – ma solo ai rigori – contro il Maiorca, sia in quanto a singoli.
Perché sebbene si tratti di ragazzi che sono poco più che bambini è anche vero che qualcosa si inizia già ad intravvedere, dei calciatori che saranno.

E allora iniziamo proprio da qui, dai ragazzini che mi hanno più impressionato.

Ruolo per ruolo, una rassegna dei migliori di questo Torneo Nacional Alevín de Fútbol 7.

PORTIERI

Xabier Bezunartea Oroz (Osasuna)
Se giudicare un giocatore di movimento di soli dodici anni è difficile ancor di più lo è provare a fare altrettanto con un portiere.
Perché, si sa, gli estremi difensori raggiungono il meglio in età piuttosto avanzata, spesso intorno ai trent’anni. E a parte fenomeni più unici che rari (come il nostro Buffon) difficilmente in età giovanissima – e parlo di diciott’anni – mettono già in mostra qualità da super interpreti del ruolo.
Xabi, comunque, dimostra buona sicurezza e una certa completezza. Certo, è ancora prestissimo poter giudicare i fondamentali di un ragazzino così giovane, ma la reattività dimostrata tra i pali (una sua super parata ha permesso ai suoi di impattare 0 a 0 un match dominato dal Real) e la temerarietà (unita comunque ad una buona efficacia) dimostrata in uscita lo rendono buon interprete del ruolo.
La base su cui lavorare c’è. Ora serve tanta applicazione da parte sua ed un buon maestro che sia capace di farne un portiere a tutti gli effetti.

Javier Torre Ateca (Racing Santander)
A metà giugno partecipò, con la sua squadra, al torneo Virgen del Camino, vincendo la medaglia d’argento dopo la sconfitta con il Villareal in finale.
Torneo in cui, nonostante le quattro reti subite in finale, il buon Javi venne eletto miglior portiere della competizione.
Sempre attento, Javi pare aver già acquisito dei buoni fondamentali, per quanto, come detto, è difficilissimo giudicare un portiere così giovane in relazione al suo potenziale.
Significativa, comunque, la paratona fatta su Iván dello Sporting Gijon quando giusto alla fine del primo tempo si trova a tu per tu con il forte cursore rojiblanco ed ha il sangue fretto di uscire restando in pieni fino all’ultimo così da essere in grado di respingere la conclusione dell’avversario.

Elias Ramirez García (Maiorca)
Buoni mezzi fisici, grande reattività, attenzione, ottima spinta sulle gambe e una grande capacità di leggere le situazioni, in particolar modo su calcio di rigore (tre parate dal dischetto tra semi e finale).
In finale verrà panchinato nel primo tempo. Sceso in campo nella ripresa dimostrerà ancora tutti i suoi ottimi mezzi con due paratone che terranno la sua squadra in carreggiata sino ai rigori.

Adrián López Garrote (Espanyol)
Il miglior portiere del torneo assieme ad Elias.
Mette in mostra quel talento che è difficile da scorgere in portieri così giovani.
Diverse grandi parate (come quella su Alemu in finale, dove va a chiudere la porta in faccia al colored maiorchino che ormai già pregustava il goal vittoria) con cui ha trascinato – o aiutato a trascinare – la sua squadra alla vittoria del torneo.

DIFENSORI

Adrián de la Fuente Barquilla (Real Madrid)
Fisico imponente (per l’età, s’intende), grande capacità di contrasto, senso della posizione spiccato, buona efficacia in marcatura e negli anticipi, tiro discreto dalla media distanza.
E’ un centrale di difesa piuttosto completo, Adri, che pecca solo un po’ in fase d’impostazione. Nei match dei Blancos che ho potuto seguire, infatti, ha dimostrato una certa approssimazione quando si è trovato a dover dare il la all’azione.
Il tempo per crescere, comunque, l’ha tutto. Basta solo una buona dose di impegno e qualche maestro che sappia instradarlo bene.
Certo, però, che il gap fisico che ha ora nei confronti dei suoi coetanei non durerà per sempre. E quando sotto questo punto di vista le differenze si appiattiranno dovrà dimostrare di esser diventato davvero un Giocatore con la G maiuscola.

Papa Diunkov (Maiorca)
Il colored della difesa maiorchina è probabilmente il giocatore fisicamente più dotato dell’intero torneo.
Un vero e proprio gigante d’ebano che mette in campo tutto il suo atletismo per dominare la propria area.
Le sue qualità fisico-atletiche, per altro, gli permettono anche di spingersi in penetrazioni centrali (alla Lucio, per fare un parallelo con un giocatore conosciuto ai più) pericolose ed efficaci. Trattandosi di calcio a sette, del resto, una volta che si riesce a superare la metà campo palla al piede non ci si mette poi molto ad arrivare in zona tiro.
Papa è comunque un diamente grezzissimo, su cui ci sarà da lavorare tantissimo. Per tirarne fuori un giocatore anche solo di buon livello, infatti, bisognerà renderlo qualcosa più di un carrarmato inarrestabile tra i pari età.
Perché siamo sempre lì: finché si è ragazzini e si ha la fortuna di essere maturati a livello fisico prima degli altri si riesce anche a dominare. Quando poi le differenze si riducono notevolmente, però, ecco che serve dell’altro.
E allora i tecnici delle Baleari dovranno concentrarsi molto sulla crescita di questo ragazzo. Perché se è vero che con una struttura del genere è avvantaggiato rispetto a tanti altri suoi coetanei è altrettanto vero che ha una tecnica (tanto nel controllo palla quanto nello smistamento della stessa) perlomeno rivedibile.
Inoltre dovrà crescere anche da un punto di vista mentale. Perché con un fisico di quel genere la cattiveria di andare su ogni pallone (e parlo di pallone, quindi anche di palla vagante) dev’essere ben altra. Ogni distrazione la si paga cara.

Iván Elena Hervas (Sporting Gijon)
Anche qui siamo di fronte ad un giocatore dalla struttura fisica importante, per quanto inferiore a Papa e Adri.
In questo caso, però, si tratta di un giocatore che agisce sull’esterno, non di un centrale.
Terzino sinistro piuttosto attento in fase di chiusura, sfrutta la propria fisicità per vincere gli scontri uno contro uno con gli avversari ed il suo atletismo per spingersi in avanti provando a creare occasioni da goal.

Jordi Mboula Queralt (Barcellona)
Sul sito del Barça è riportato come punta in forza, nel corso dell’ultima stagione, alla formazione degli Alevin B.
In questo torneo, però, si è trovato a fare il terzino destro con licenza di offendere.
E l’ha fatto molto bene.
A spiccare è sicuramente la rapidità, che indubbiamente lo aiuta ad essere cliente complicato per ogni avversario sia nella propria metà campo in fase di non possesso che nella metà campo avversaria palla al piede.
Perché Jordi dimostra buona attenzione in fase difensiva e soprattutto una disinvoltura nello spingere sulla fascia già molto spiccata ed indubbiamente interessante.
Non appena può, infatti, si proietta sulla destra cercando il dribbling e l’affondo per scombinare la difesa avversaria, spesso anche con buoni risultati.
Da capire quale possa essere la miglior posizione in campo per lui quando si troverà a giocare a 11. Di certo l’out destro è il suo habitat naturale.
Registrarlo come attaccante ha senso perché proprio vista la sua capacità di saltare l’uomo e giocare in rapidità potrebbe essere un’ala destra interessante da inserire nel leggendario 4-3-3 che domina da anni l’universo Barça.
Da verificare, invece, il suo adattamento al ruolo di terzino destro in un campo a 11.

Federico Ondo Obama Ondo (Atletico Madrid)
Vengono dalla Guinea Equatoriale e stanno già facendo parlare molto tutta la Spagna calcistica.
La famiglia Obama sta infatti già facendo sognare i tifosi Colchoneros, che vedono in lui e suo fratello Salomon due grandi promesse.
Federico che cominciò punta, esattamente come suo fratello, per poi arretrare il suo raggio d’azione. In questo torneo agisce infatti da terzino destro dimostrando discrete capacità in fase di non possesso e mettendo in mostra, soprattutto, ottime capacità in fase di possesso.
Veloce, bravo nel dribbling, ficcante: domina la sua fascia grazie ad un atletismo nettamente superiore agli avversari e ad una tecnica già piuttosto sviluppata.

Joel Ruiz Rodriguez (Espanyol)
Gioca nella seconda squadra di Barcellona. Che però a questo livello sembra essere la prima.
Terzino sinistro di buon passo e tecnica, ha un dribbling importante e una capacità di spinta notevole.
Splendida, in questo senso, la sua azione personale in occasione del raddoppio sull’Atletico Madrid in semifinale quando parte palla al piede dalla sua metà campo per seminare un avversario, saltare Federico Obama sul fondo e appoggiare in mezzo a Fode per un goal comodo comodo.

CENTROCAMPISTI

Francisco Javier Moreno Arjona (Real Madrid)
Il nome farà accapponare la pelle ai tanti tifosi milanisti. Perché questo ragazzino che ha portato la maglia Merengue numero 6 è conosciuto come Javi Moreno… un nome che non porta esattamente bene e che sicuramente non scatena graditi ricordi ai supporter Rossoneri.
Va però detto che in questo caso siamo di fronte ad un talento che sembra essere di ben altra pasta rispetto alla punta che s’impose nell’Alaves per poi bucare così nettamente in Italia.
Perché il piccolo Javi Moreno ha mezza Spagna che gli fa la corte, e non certo per caso.
Il suo cartellino, infatti, è di proprietà dell’U.D. Roteña, non del Real.
Eletto nella top 11 del torneo mondiale disputato recentemente a Barcellona (e dove ha giocato con la maglia del Betis), Javi Moreno sta già facendo parlare molto di sè.
Del resto la qualità non gli manca affatto: centrocampista centrale che a soli 12 anni sa giocare con una sagacia tattica notevole, ha spirito di sacrificio e due buoni piedi.
Nel torneo visto da me ha dimostrato poi di saper curare con estrema efficacia entrambe le fasi di gioco, andando a tamponare alla bisogna quanto rendendosi pericoloso in avanti non appena ne aveva l’occasione.
Nel match contro l’Osasuna (terminato 0 a 0), ad esempio, è stato il più pericoloso dei suoi ed ha sfiorato il goal in un paio d’occasioni. Contro il Deportivo è penetrato in area dalla sinistra per poi fare secco un avversario e vedere il suo tiro respinto solo dal portiere.

Ramon Rodriguez Jimenez “Monchu” (Maiorca)
Centromediano metodista vecchio stampo, il capitano della selezione maiorchina agisce davanti alla propria difesa cercando di dare ordine al gioco della propria squadra.
Senza strafare, Ramon detta i tempi con buona capacità.
Fisico non certo roccioso, dimostra una maturità tattica che non dovrebbe appartenere ad un dodicenne.

Oriol Busquets Mas (Barcellona)
Il cognome potrebbe ingannare, facendo pensare che si tratti del fratellino di Sergio Busquets.
In realtà è il fratello di Pol Busquets, portiere della Juvenil B Blaugrana. Di Sergio potrebbe forse esserne il cugino, ma non ho trovato conferme in rete.
Di certo delle caratteristiche in comune con il centrocampista titolare della prima squadra le ha.
La buona struttura fisica, innanzitutto. E la posizione in campo, anche.
Perché Oriol è proprio un centrocampista difensivo che ama distruggere il gioco avversario. Come tutti i componenti della Masia, però, non è nemmeno scarsissimo coi piedi, e così non disdegna nemmeno disimpegnarsi anche in fase di costruzione.
Ad aiutarlo in tutto ciò, come detto, la struttura fisica importante. Che lo aiuta a rendersi pericoloso anche sugli sviluppi dei calci piazzati. Come in chiusura di primo tempo contro il Siviglia, quando sblocca il risultato con una bella incornata da corner.
Cosa da non sottovalutare, poi, è un ragazzino già dotato anche di buon carisma. Non un caso, quindi, se era proprio lui il capitano della squadra catalana.
Ha solo dodici anni, ma di certo un potenziale interessante da sviluppare nel corso dei prossimi anni. E chissà che tra un decennio non ci sia un altro Busquets a giostrare nel centrocampo Blaugrana!

Yassine Ezzaouia (Villareal)
Di origini marocchine, cresciuto nell’Escuela de Futbol de Torre Pacheco, è oggi capitano degli Alevin classe ’99 del Sottomarino Giallo.
Centrocampista centrale piuttosto elegante è dotato di una struttura fisica importante.
Capace di disimpegnarsi anche in attacco, Yassine è sì giocatore di buona tecnica ma anche abbastanza sufficiente, a tratti, nel fare le cose.
Resta comunque il faro della squadra dei giovani della Comunità Valenzana.

Pol Lozano Vizuete (Espanyol)
Capitano del suo team, Pol dimostra grande maturità tecnico-tattica e mentale.
Detta i tempi e fa girare la squadra, cercando sempre di giocare a testa alta.
Ha solo dodici anni ma sembra già un giocatore quasi formato sotto certi aspetti.
Vero perno centrale di una squadra che esprime davvero un buon calcio, fatto di tanto possesso e un giro palla pressoché continuo.

ATTACCANTI

Paulino Miguélez Fernández (Racing Santander)
Non gioca in una squadra particolarmente prolifica, ma nonostante questo questo è riuscito a firmare una doppietta all’Athletic Bilbao.
E al già citato torneo Virgen del Camino realizzò anche un goal in semifinale che El Diario Montanes definisce “espetacular”.
Giocatore interessante, questo Paulino: fisicamente non paga un granché contro – quasi – nessun avversario, tecnicamente mette in mostra un bel controllo di palla unito ad un tocco morbido ed a una buona facilità di dribbling.
In più non sembra affetto da quell’egoismo pernicioso di cui sono affette quasi tutte le punte del mondo ed avendo in dote anche una buona visione di gioco ecco che può fungere da centravanti di manovra apertissimo al dialogo coi compagni.
Altra caratteristica importante è la generosità con cui si spende nel pressare lungo tutto il fronte offensivo la difesa avversaria.
Materiale su cui lavorare bene c’è di certo e sono convinto che il primo a saperlo sia José Iván Anero Terradillos, allenatore dell’Alevín A dei Biancoverdi di Santander.
Curiosità: il giocatore cui si ispira è Fernando Torres. Il suo giocatore preferito della prima squadra del Racing, invece, l’infinito Pedro Munitis.

Álex Collado Gutiérrez (Barcellona)
Sul sito del Barça è registrato come centrocampista degli Alevin A, ma disputa questo torneo da punta atipica.
Perché Alex in effetti non è certo una prima punta con tutti i crismi quanto più una sorta di fantasista molto abile tecnicamente (sopraffino in questo senso, tra i migliori del torneo), capace nel dribbling e dalla visione di gioco importante.
Difetta di senso del goal, e la cosa, per chi viene schierato punta, non è certo il massimo. E’ altresì vero che però il gioco del Barça, già fin da questa età, è molto arioso e permette di avere molteplici soluzioni offensive. Così anziché risultare un peso con la sua scarsa confidenza con il goal è uno dei valori aggiunti dei Blaugrana grazie alla capacità di costruire gioco e dialogare coi compagni.
In certe movenze, per altro, ricorda vagamente un certo Leo Messi.

Brahim Abdelkader Díaz (Malaga)
La joya della cantera malaguense è già considerato un crack.
Tanto che si dice che la nuova società abbia subito pensato bene di blindarlo per evitare che venga sciacallato da qualche altra squadra.
Come il Barcellona, dato sulle su tracce era dato già da prima di questo torneo.
L’ho visto troppo poco per poter dire che il già discreto hype mediatico cresciuto attorno a questo ragazzino sia giustificato. Anche perché nelle partite in cui l’ho visto non ha incantato.
Certo si tratta di un dodicenne molto tecnico e capace di giocare sia davanti che in fase di rifinitura (dove oggi, probabilmente, dà il meglio di sè).
Elegante nel controllo di palla, buon tocco, Brahim – che immagino proprio abbia origini nordafricane, visto il nome – in Spagna è già una piccola star.

Salomón Asumu Obama Ondo (Atletico Madrid)
Che famiglia!
Anche Salomon, esattamente come Federico, ha solo undici anni, ma già grandissime qualità.
Il gemello del terzino destro Colchoneros è punta tra le più temibili che girano in Spagna a livello giovanile.
E’ ancora molto piccolo, ma ha già sviluppato un grande feeling col goal. Non per nulla è lui il capocannoniere di questo torneo, esattamente come lo fu dei tornei MIC (Mediterranean International Cup) disputati negli ultimi due anni o del trofeo internazionale Futbol In 2010.
Velocità notevolissima, forza fisica nel reggere i contrasti, fiuto del goal, buon dribbling e facilità di calcio.
E’ una vera forza della natura questa perla d’ebano.
Salomon che ha una storia particolare alle spalle: va infatti sottolineato come prima di sbarcare all’Atletico, dove è arrivato nel 2008 dal Juventud Móstoles, disputò alcuni tornei con le formazioni giovanili del Real. Dove, però, venne scartato.
Errore che nella Casa Blanca staranno già rimpiangendo…
Salomon che, comunque, alle volte si piace un po’ troppo. E dopo che hai saltato tre uomini, forse, sarebbe ora di concretizzare no…?

Fode Diakhaby Guerrero (Espanyol)
I ragazzi di colore mediamente maturano prima, fisicamente.
Fode è l’eccezione che conferma la regola: classe ’99, è molto più piccolo dei fratelli Obama (che pure hanno un anno meno di lui).
La forza di questo giocatore è infatti la tecnica, la capacità di non dare punti di riferimento alla difesa avversaria e di aiutare la manovra della squadra.
E se non bastasse Fode dimostra anche un buon feeling con il goal.
Oltre ad aver ben impressionato in questo torneo, infatti, fu anche uno dei protagonisti del Torneo Arousa, vinto dall’Inter proprio contro l’Espanyol in una finale in cui Fode realizzò una rete.

Detto di chi sono stati i giocatori più interessanti messisi in mostra in questo torneo d’inizio estate vinto dal buon Espanyol, ecco la formazione ideale del torneo:

TOP VII

Elias

Jordi   Papa   Federico

Fran   Oriol

Salomon

Due giocatori dell’Atletico Madrid (favorito alla vigilia), del Barcellona e del Maiorca, più uno del Real Madrid.
Nessuno dell’Espanyol vincitore. Che ha sì messo in mostra tre individualità di spicco, ma che ha vinto più che altro grazie ad un gioco di squadra molto curato.

Espanyol che vince quindi il suo secondo torneo Nacional Alevin e raggiunge il Real Madrid in quanto a numero di titoli.
Ancora ben lontano, invece, il Barcellona, capace di vincerne ben sei nel corso della propria storia (tra cui gli ultimi tre consecutivi prima di questo… e allora chissà nei prossimi anni quale altro fenomeno stile Messi, Iniesta o Xavi sforneranno i Blaugrana…).

Nota a margine, di colore.
A vegliare dalla panca i giovani calciatori dell’Osasuna c’era anche una statuetta di San Firmino, patrono di Navarra nato nel terzo secolo proprio in quel di Pamplona.

Una devozione, quella per San Firmino, che evidentemente non si sta perdendo nemmeno con le nuove generazioni…

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