Sorteggio Champions League: la più abbordabile è davvero l’Atletico Madrid?

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Senza voler fare un trattato sociologico penso di poter dire senza timor di smentita che l’Italia è la patria dell’approssimazione.

Ci sono, fortunatamente, le classiche eccezioni che confermano la regola. Ma in generale le cose stanno così, ed è forse questo – assieme ad una crisi culturale sempre più marcata – a sancire la nostra “crisi”.Bandiera italiana

Tornando su di un campo a noi più congeniale, quello calcistico, le cose non cambiano.

I club sembrano incapaci di progettare a medio-lungo periodo (esempi tanti, fortuna ce n’è anche qualcuno che invece ci prova), ad esempio.
E i cosiddetti appassionati spesso parlano senza cognizione di causa.

Del resto sulle piazze virtuali che sono i social network è ormai sempre più facile incontrare gente di tutti i tipi. E venire a contatto con approcci differenti. Ma anche e soprattutto con bestialità inenarrabili.

In questo senso, negli ultimi giorni, ho letto e sentito da più parti che, in vista dell’odierno sorteggio di Champions League, la squadra più abbordabile per il Milan (che, tra l’altro, proprio oggi compie 114 anni!) sarebbe l’Atletico Madrid.

Nel farlo, mi convinco sempre di più che la netta maggioranza dei presunti appassionati, il calcio lo viva solo al bar (prima, soprattutto) e sui social network (col loro boom degli ultimi anni).

Come si possono dare giudizi senza guardare le partite (o, per bene che vada, guardando solo quelle della propria “squadra del cuore”)?

Non lo so, ma è sempre più evidente che le cose funzioni così.

Tornando a bomba sulla questione Milan – Atletico Madrid, solo qualche piccola considerazione.

I Colchoneros sono una squadra tra le più ostiche da affrontare, in questo momento.

Ad inizio stagione affrontarono il Barcellona nel doppio confronto valevole la Supercoppa di Spagna, costringendo i Blaugrana (che, ricorderei, hanno invece pareggiato in casa e perso in trasferta contro Messi e compagnia) a due pareggi.

Di poco conto, certo, il 4 a 0 rifilato al Sant Andreu in Coppa del Re.Atletico Madrid

Infinitamente più significativo, invece, il cammino tenuto in campionato. Dove l’Atletico Madrid sta tenendo un ritmo infernale, pari proprio a quello del Barça: 14 vittorie (tra cui quella nel derby), 1 pareggio (Villareal) e 1 sconfitta (subita contro l’Espanyol per colpa di un autogoal di Courtois). Frutto della miglior difesa spagnola (9 reti incassate) e del terzo attacco (43 goal realizzati, tre meno dei cugini del Real ed uno meno del Barcellona).

Per non parlare, poi, della Champions League. Dove i Colchoneros erano inseriti in un gruppo certo non complicato, con Zenit, Porto ed Austria Vienna.
Gruppo però dominato in lungo e in largo, con 5 vittorie e un pareggio (in Russia, autogoal di Alderweireld a pareggiare il vantaggio madridista firmato da Adrian). Ovvero 16 punti. Ovvero il miglior risultato dell’intera Champions League (in coabitazione con l’altra squadra di Madrid), condita dalla miglior difesa (3 reti subite, come lo United) e da uno dei migliori attacchi (15 goal realizzati).

Se contasse poi lo stato di forma attuale, le cose non andrebbero molto meglio.

Dopo il pareggio rimediato in terra russa contro lo Zenit, l’Atletico ha inanellato quattro vittorie su altrettante partite, realizzando 11 reti senza subirne alcuna.

Per non parlare dei singoli.

Courtois è uno dei migliori portieri della nuova generazione (e ha subito solo 13 goal in 22 match). La difesa non è imperforabile ma certo quest’anno, anche in Italia, si sta vedendo di peggio. A centrocampo agiscono giocatori come Koke (che fa gola a molte big del calcio europeo) e Raul Garcia (già 10 centri quest’anno). Davanti, poi, c’è un certo David Villa. E, soprattutto, Diego Costa, capace di realizzare ben 21 reti in questo scampolo di stagione (17 in campionato, come un certo Cristiano Ronaldo).

Ora, non voglio dipingere i Colchoneros come un’armata inarrestabile. Ma non posso nemmeno accettare di vedere dipinto l’Atletico Madrid come se fosse un’armata brancaleone.

Il valore tecnico è altissimo e, visti oggi, anche compattezza di squadra e stato di forma non possono far propendere ad individuare loro come avversario più morbido per gli ottavi di finale del Milan.Diego Costa

Vero, da qui a febbraio molte cose possono cambiare. Ma resta inaccettabile un giudizio che non si basi sull’effettivo valore di una squadra, quanto sul “blasone” della stessa.

In definitiva: oggi il Milan partirebbe svantaggiato con chiunque. Ma per favore, non sottovalutate così l’Atletico Madrid solo perché tradizionalmente non è una delle grandi d’Europa (né perché negli ultimi anni non ha centrato finali a ripetizione).

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